        Alpine rester&agrave; in Formula 1, e lo far&agrave; con l&rsquo;ambizione di tornare a vincere. Luca De Meo, amministratore delegato del Gruppo Renault, mette in chiaro le ambizioni del team francese. E spiega che, in questo contesto, non c&rsquo;&egrave; spazio per chi non raggiunge gli obiettivi prefissati. Nel week end del GP del Belgio, aveva fatto scalpore la valanga di licenziamenti che avevano coinvolto molte delle figure apicali di Alpine, tra cui il team principal Ormar Szafnauer, il direttore sportivo Alan Permane e il direttore tecnico Pat Fry, mentre pochi giorni prima era uscito di scena anche il CEO di Alpine F1, Laurent Rossi. Una scelta che, spiega De Meo, &egrave; potuta sembrare &ldquo;brutale&rdquo;, ma &egrave; pienamente motivata. De Meo, grandi ambizioni per Alpine &ldquo;Non avevamo la giusta traiettoria, mancava una chiara analisi della situazione &ndash; ha detto senza peli sulla lingua il manager italiano - mi avevano promesso delle cose che non sono capitate. Pu&ograve; sembrare brutale ma ci sono delle ragioni dietro&rdquo;.  &ldquo;Io credo molto nella crescita di Alpine in Formula 1. Per riuscire a dominare come ha fatto Mercedes devi continuare a lavorare, essere umile. Noi ci crediamo, abbiamo le risorse per farlo. Non siamo dove dovremmo essere, va fatto un lavoro pezzettino per pezzettino&rdquo; ha continuato De Meo. Che poi ha smentito qualsiasi voce relativa alla vendita del team e al disimpegno della Casa transalpina: &ldquo;Non molliamo, la F.1 fa parte del progetto della Alpine&rdquo; ha concluso De Meo. Intanto, Alpine, pur tra risultati altalenanti (due settimane fa a podio a Zandvoort con Gasly, mentre a Monza lui e Ocon non sono riusciti a entrare in zona punti) sta consolidando il suo 6&deg; posto nella classifica Costruttori. Pur con un margine in termine di punti difficilmente recuperabile nei confronti del team che la precede, ovvero McLaren. Ma gli obiettivi a lungo termine di Alpine sono molto pi&ugrave; ambiziosi, e non solo il termini di risultati, ma anche di percezione dello storico Marchio da parte soprattutto dei francesi. In una recente intervista, infatti, lo stesso De Meo aveva ammesso di sognare di voler rendere Alpine iconica per la Francia tanto quanto lo &egrave; Ferrari per l&rsquo;Italia.         

Il CEO del Gruppo Renault spiega l'azzeramento dei vertici del team e ribadisce l'impegno a lungo termine di Alpine in Formula 1

De Meo: "Ad Alpine mancava la giusta traiettoria, non molliamo la F.1"

        Ha grandi ambizioni Luca De Meo, amministratore delegato del Gruppo Renault, per il team Alpine. A pochi giorni dall'azzeramento dei vertici della squadra (nel week end del Belgio sono stati annunciati gli addii del direttore sportivo Alan Permane e del direttore tecnico Pat Fry) il manager italiano ha sottolineato ancora una volta come quello di Alpine sia un progetto a lungo termini e con lo scopo non solo di vincere, ma anche di diventare un simbolo per la Francia come &egrave; la Ferrari per l'Italia. Esclusiva: mezzogiorno di fuoco con Vasseur De Meo: dobbiamo legare le persone alla propria storia &ldquo;In Francia questo sport (la Formula 1, n.d.r.) non appassiona &ndash; ha spiegato Luca de Meo nel corso di un incontro con i giornalisti la scorsa settimana e riportato da Sky Italia - Il motivo &egrave; che i francesi non hanno un simbolo da tifare come la Ferrari &egrave; per l'Italia. Il nostro obiettivo con Alpine &egrave; legare i colori alla passione&rdquo; ha spiegato l'amministratore delegato del Gruppo Renault. De Meo ha riportato come esempio virtuoso quello della Fiat 500 del 2007, lanciata quando l'italiano era a capo del marketing del brand torinese: &ldquo;fu un gancio per legare le persone alla propria storia. Le persone vanno coinvolte" ha spiegato ancora De Meo illustrando la propria &ldquo;ricetta&rdquo; per rilanciare Alpine. Formula 1, ma non solo Un rilancio che passer&agrave; per la Formula 1, ma non solo. Il brand francese punter&agrave; con forza anche sul WEC, dove attualmente corre nella classe LMP2. Nel 2024 Alpine competer&agrave; nella categoria regina con una Hypercar, la A424 realizzata secondo il regolamento LMDh. Ma l'impegno del brand nel motorsport continuer&agrave; a coprire anche le categorie Rally e GT (con la A110 derivata dal modello stradale) per finire con gli esports.        

Il CEO del Gruppo Renault punta a rendere Alpine un simbolo per il motorsport francese, come lo &egrave; Ferrari per gli italiani

De Meo: "Alpine deve diventare un simbolo come la Ferrari per l'Italia"

        Ha voluto essere presente Luca de Meo, amministratore delegato del Gruppo Renault, alla presentazione della nuova Alpine A523, la monoposto che prender&agrave; parte alla stagione 2023 della Formula 1. Il manager italiano, dal 2020 alla guida del Gruppo francese, ha sempre dedicato particolare attenzione alla scuderia che compete nella massima serie, e oggi ha preso parte all&rsquo;evento di lancio della A523 andato in scena a Londra, affiancato dal CEO di Alpine, Laurent Rossi. Ecco cosa ha detto Luca de Meo in occasione della presentazione della nuova monoposto. Alpine A523, ambizioni da podio per Gasly e Ocon  De Meo: "Abbiamo fatto progressi, squadra sempre pi&ugrave; forte" &ldquo;Londra &egrave; un luogo davvero speciale &ndash; ha detto de Meo &ndash; siamo una squadra francese ma anche inglese, e credo che questo sia un tributo a tutte le persone che lavorano a Enstone. &Egrave; la terza volta che presento una vettura e ogni volta c&rsquo;&egrave; emozione quando l&rsquo;auto si mostra e la stagione inizia&rdquo; ha confessato il manager italiano. Un impegno, quello in Formula 1, che ha rischiato di essere compromesso durante il periodo di crisi attraversato dal Gruppo due anni fa: &ldquo;Quando sono arrivato due anni e mezzo fa l&rsquo;azienda era in una brutta situazione &ndash; ha detto Luca de Meo - quel tipo di situazioni in cui pensi anche di abbandonare questo tipo di impegno. Ma io sono un appassionato di motorsport e Formula 1, e ho detto che avremmo dovuto trovare una soluzione. La soluzione &egrave; stata quella di mettere la squadra al centro di un grande progetto, e riportare in auge un brand glorioso come Alpine. Il messaggio &egrave; che la F1 &egrave; una parte importante di una grande storia&rdquo; ha spiegato de Meo. Per la nuova stagione l&rsquo;obiettivo &egrave; fare ancora meglio della scorsa stagione, che ha visto Alpine chiudere al quarto posto tra i Costruttori, alle spalle delle sole Red Bull, Ferrari e Mercedes. &ldquo;Abbiamo fatto progressi nelle ultime due stagioni, vedo che la squadra si sta unendo sempre pi&ugrave; forte. Quindi spero che questo tipo di tendenza continui&rdquo; ha detto de Meo, che poi ha aggiunto: &ldquo;La nostra ambizione &egrave; quella di avvicinarci ai vertici. Siamo qui per creare un top team, una squadra solida. Ho la sensazione che tutti stiano diventando sempre pi&ugrave; forti insieme. Penso che si siano divertiti durante l'inverno e abbiano potuto lavorare senza molti problemi&rdquo; ha spiegato l&rsquo;amministratore delegato di Renault. Le aspettative per il 2023? &ldquo;Essere pi&ugrave; vicini ai top team. Avevamo un bel distacco l&rsquo;anno scorso, credo intorno ai 250 punti. Il divario era ampio, quindi abbiamo margini di miglioramento. Questa &egrave; la nostra ambizione. E magari Esteban e Pierre ci regalano un paio di podi che renderanno le nostre domeniche ancora pi&ugrave; felici&rdquo; ha concluso de Meo. Alpine, Szafnauer: "Pi&ugrave; podi e meno ritiri nel 2023"       

Il CEO del Gruppo Renault ottimista sul 2023: "Siamo qui con un impegno a lungo termine per creare una squadra di vertice"

De Meo: "Alpine grande progetto, puntiamo ad avvicinarci ai top team"

        Il progetto Andretti Global ha manifestato le proprie intenzioni, di entrare nel Circus nel 2024 e diventare l'undicesima scuderia in griglia. Attende il giudizio della FIA e non &egrave; l'unico a coltivare velleit&agrave; di Formula 1. Andretti Global che avrebbe una fornitura di power unit Renault, dovesse il piano ricevere la luce verde dalla Federazione. Al possibile rapporto tra Renault e Andretti, come anche alla prassi di squadre di secondo piano che, nei fatti, sono B-team dei grandi, ha dedicato alcune riflessioni Luca De Meo. De Meo supporta il progetto Andretti L'a.d. del Gruppo Renault non &egrave; un sostenitore del concetto ed esclude un rapporto di "seconda squadra" dovessero concretizzarsi le discussioni in atto con Andretti. "Esistono delle discussioni in corso, non solo io a gestirle, piuttosto &egrave; Laurent Rossi. &Egrave; una cosa interessante perch&eacute; ha un bel progetto alle spalle, di gente competente che ha i mezzi e pu&ograve; fare bene alla Formula 1", ha dichiarato ai francesi di F1 Only. Renault, oltre a motorizzare Alpine, non ha alcun team cliente ed &egrave; una condizione che non ne ha agevolato il percorso di recupero negli ultimi anni. Oggi, la power unit transalpina &egrave; data a pochi cavalli di gap dai riferimenti migliori: 10 cavalli il divario esistente. No alla politica delle squadre satellite "Nel contesto attuale, stiamo cercando la possibilit&agrave; di unirci a qualcuno", ha proseguito De Meo. Fornire la power unit e nulla di pi&ugrave;, nell'idea di Formula 1 che ha il manager italiano: "Non sono un gran sostenitore di quest'idea di avere coppie di squadre. Penso che la F1 meriti dieci squadre che lavorino dalla A alla Z. Sarebbe, viceversa, un po' come avere il campionato spagnolo con una squadra Barcellona A, Barcellona B, Barcellona C, Real Madrid 1, 2... Non ci sarebbe un Atletico e penso sarebbe strano".&nbsp;       

Oltre ad Alpine, la power unit Renault potrebbe andare ad Andretti Global se la candidatura ricevesse l'ok dalla FIA. Luca De Meo &egrave;, per&ograve;, contrario all'idea di squadre-B

Renault-Andretti Global, De Meo: "E' un bel progetto"

        Alpine &egrave; una costola della "nuova" Renault, la Renault di Luca De Meo nella quale la casa di Dieppe ha un ruolo ben delineato. Sul fronte del prodotto e su quello dell'attivit&agrave; sportiva. Formula 1 al centro dell'impegno, ma non solo. Attivit&agrave; nel WEC, prospettive future da definire meglio in materia di Hypercar, poi tutta una serie di impegni in altre categorie del motorsport. A Davide Brivio il compito, nuovo, di esplorare partecipazioni ad altre serie e sviluppare il programma Alpine. La presentazione della A522 &egrave; l'occasione per guardare al 2021 con un primo successo inatteso, un podio poi di Alonso in Qatar maturato sulla prestazione pura e non per eventi straordinari di gara, sebbene letti al meglio in Ungheria con Ocon e dai quali &egrave; giunta la prima vittoria.  Alonso: "Sono tornato in F1 per queste nuove regole" L'Ungheria un antipasto gustoso "Il nome Alpine appartiene alla Formula 1. Passione, innovazione ed eccellenza sono valori che si allineano alla perfezione con la nostra visione del marchio. La Formula 1 cattura, inoltre, l'attenzione di milioni di persone in tutto il mondo. Perci&ograve;, essere presenti d&agrave; ad Alpine una eco enorme. La scorsa stagione abbiamo vissuto emozioni magiche con la prima vittoria in Ungheria. &Egrave; un momento che rester&agrave; impresso per sempre. Quella sensazione di essere vincenti non fa che alimentare la fame per assaporare ulteriori vittorie", commenta De Meo.&nbsp; "Laurent sta facendo un gran lavoro per guidare il team in questo avvincente viaggio verso il vertice. Io e tutto il Gruppo Renault non vediamo l'ora di seguire da vicino il successo in pista mirato da Alpine". Ocon: "Verso l'ignoto: che emozione!" Quinti con il duro lavoro di squadra Un 2021 che ha portato Alpine al quinto posto nel Costruttori, "penso che il team abbia fatto un gran lavoro, la base con la quale siamo partiti probabilmente non era la migliore. Abbiamo concluso al quinto posto grazie a tutti gli sforzi del team, i piloti hanno fatto un gran lavoro". Cento gare per trovarsi in lotta per il mondiale, questo &egrave; l'obiettivo temporale che si &egrave; data Alpine. Cento gare a partire da Sakhir per riuscirci. "Siamo determinati ogni anno a migliorare, &egrave; come una maratona, vedremo come andr&agrave; nel 2022. Il team ha fatto un gran lavoro lo scorso anno, nel capire anche come ristrutturare. Quel che mi &egrave; piaciuto &egrave; stato anche lo spirito.  Una delle immagini che pi&ugrave; mi sono piaciute &egrave; stata quella di Fernando ad abbracciare Esteban quando ha vinto. La competizione &egrave; importante ma lo &egrave; anche la fratellanza, &egrave; il clima che voglio e mi piace vedere", prosegue De Meo. Szafnauer: "Puntiamo sul lavoro di squadra, il successo arriver&agrave;" Umili con ambizioni chiare "La F1 &egrave; in realt&agrave; in clamorosa ascesa, spero che potremo rendere lo show ancor pi&ugrave; grande e il mondo pi&ugrave; sostenibile.&nbsp;Con Andreas e tutti gli sponsor, proveremo a migliorare, siamo umili ma non ci mancano le ambizioni. &Egrave; un progetto di lungo periodo, abbiamo salde radici, renderete i miei week end molto avvincenti e io sar&ograve; l&igrave;".       

L'a.d. del Gruppo Renault parla degli obiettivi 2022 del team, della ristrutturazione condotta lo scorso anno e del clima di "fratellanza" che c'&egrave; in Alpine tra Alonso e Ocon

De Meo: "Alpine è in una maratona, siamo determinati a migliorare"

Luca De Meo, CEO del Gruppo Renault, ritira il premio Casco Speciale F.1 2020: &quot;Privilegio e onore per me, questo premio ha un valore molto speciale. Alpine torna nel Circus con entusiasmo per nuovi successi&quot;

Caschi d'Oro 2020, De Meo: "Alpine in F1 con la leggenda Alonso"

        Da un lato l&rsquo;investitura di Laurent Rossi, amministratore delegato di Alpine per la divisione auto e con responsabilit&agrave; di controllo anche dell&rsquo;attivit&agrave; sportiva &ndash; Formula 1 ed endurance &ndash;, dall&rsquo;altro l&rsquo;uscita di scena di Cyril Abiteboul. Le grandi manovre tra Enstone e Viry Chatillon proseguono e portano Luca de Meo, amministratore delegato del Gruppo Renault, ad annunciare il nuovo assetto organizzativo. Cambia il volto della presenza in Formula 1 per la casa della Losanga, Alpine &egrave; il marchio che nella logica di sviluppo industriale meglio si avvicina alle competizioni e sar&agrave; diretto dal gi&agrave; direttore Strategia e Sviluppo business del Gruppo, Rossi. Sterzi a parte: Schumi jr in F1 con pieno merito, Mick merita solo rispetto Resta da scoprire, adesso, quale sar&agrave; la figura incaricata di guidare il team sui campi di gara, con il nome di Marcin Budkowski indicato dai rumours in predicato di prendere le redini della scuderia, prossimo team principal. Restano da chiarire gli scenari circolati intorno a Davide Brivio nei giorni scorsi. Abiteboul l'architetto, Alpine solida &ldquo;Vorrei ringraziare il Gruppo Renault per aver avuto fiducia in me per tanti anni, in particolare con il rilancio e ricostruzione della squadra dal 2016&rdquo;, ha commentato Abiteboul.&ldquo;Le solide fondamenta della squadra corse e le strutture realizzate in Francia e in Inghilterra in questi anni, con l&rsquo;evoluzione strategica dello sport verso un modello pi&ugrave; sostenibile economicamente e, di recente, il progetto Alpine a dare un rinnovato senso di dinamismo, puntano tutti in una piacevole direzione. Vorrei ringraziare Luca de Meo per avermi coinvolto nella costruzione della Business Unit Alpine e auguro alla nuova struttura ogni successo&rdquo;, le parole dell&rsquo;ex direttore generale Renault Sport F1. Renault, Caterham e ancora Enstone Un lungo trascorso in Formula 1, iniziato con Renault, passato per l&rsquo;esperienza Caterham, per poi tornare con la squadra francese e dare avvio a un complesso piano di ricostruzione. A Enstone, infatti, dai tempi della gestione Briatore, serviva cambiare volto e mettere al passo le strutture con quelle dei top team. Un percorso passato per il tentativo di potenziamento tecnico, l&rsquo;ingaggio di figure ex FIA come Marcin Budkowski, il riassetto del dipartimento tecnico, fino alle scelte sui piloti. Esosa, quella di Daniel Ricciardo, per una squadra che solo nel 2020 &egrave; riuscita a tornare sul podio, in una crescita chiara proprio nel campionato concluso lo scorso dicembre. Adesso, Alpine in Formula 1 avr&agrave; Fernando Alonso, una stagione nella quale confermarsi in lotta per le posizioni di miglior team dietro i &ldquo;grandi&rdquo; dell&rsquo;era turbo ibrida, puntando a un 2022 nel quale tornare a essere vincenti. &ldquo;Vorrei ringraziare calorosamente Cyril per il suo instancabile coinvolgimento, che ha portato il team Renault F1 dal penultimo posto del 2016 a ottenere podi nella scorsa stagione. Il suo notevole lavoro in F1 dal 2007 ci consente di guardare al futuro con una squadra forte e una nuova identit&agrave; Alpine F1 per conquistare podi in questa stagione&rdquo;, sono state le parole con le quali Luca de Meo ha salutato Abiteboul. Formula E, McLaren riserva un'opzione per debuttare nel 2023       

Dopo aver lavorato alla ricostruzione e al potenziamento della struttura di Enstone, Cyril Abiteboul lascia il Gruppo Renault. De Meo si aspetta un team in grado di conquistare il podio nel 2021

Alpine, ufficiale: Abiteboul esce di scena

        Tra le due ruote, c'&egrave; da scommetterci, lascer&agrave; pi&ugrave; di un pezzo di cuore. Ma le sirene della Formula 1 hanno raggiunto anche lui, Davide Brivio, l'uomo del momento. Il suo passaggio dalla Suzuki MotoGP a CEO di Alpine ha scosso i due ambienti, sia quello del Motomondiale che quello della F1. &ldquo;All'improvviso mi &egrave; arrivata una nuova sfida professionale e un'opportunit&agrave; e alla fine ho deciso di coglierla. &Egrave; stata una decisione difficile&rdquo;. Lasciare da Campione del Mondo dopo aver trionfato lo scorso anno grazie a Joan Mir, non &egrave; affatto facile, racconta l&rsquo;italiano spiegando il suo addio alla MotoGP: &ldquo;Non sar&agrave; semplice lasciare questo favoloso gruppo di persone, con cui ho iniziato questo progetto quando la Suzuki &egrave; rientrata nel campionato nel 2013. Ma ora sento molto la motivazione per questa nuova sfida". Lawrenze Stroll: niente Australia, partenza in Bahrain Come Rivola, ma al contrario Inevitabile che sia questa la notizia pi&ugrave; chiacchierata di questi giorni, un fulmine a ciel sereno a risvegliarci dal torpore del freddo invernale. Poche volte si sono visti passaggi cos&igrave; delicati e tra ruoli di questa importanza per uno che va dalla MotoGP alla Formula 1, e questo rende ancora pi&ugrave; coraggiosa la scelta di Davide Brivio. Una decisione presa con difficolt&agrave;, come &egrave; giusto che sia, per una persona che con la Suzuki nel 2020 ha vissuto un sogno. Per integrarsi nel nuovo mondo, non &egrave; da detto non scambier&agrave; qualche telefonata con Massimo Rivola, il quale nel 2019 ha fatto il percorso inverso, lasciando la Ferrari per passare al timone dell'Aprilia. IMSA, ufficiale: Robert Kubica al via della 24 Ore di Daytona Dalle 2 alle 4 ruote Luca De Meo, che lo ha conosciuto anni fa, di Brivio ha sempre avuto una stima enorme. Tanto grande da affidargli il "sogno" transalpino della Alpine, pronta a rilevare, almeno nel nome, la Renault. Lavorare in F1 sar&agrave; diverso dal farlo nel Motomondiale: l&agrave; nelle due ruote, Brivio era ormai uno dei pi&ugrave; esperti di quel mondo, dopo averci speso una vita. Con il Circus delle quattro ruote cercher&agrave; di adattarsi il prima possibile, e non c'&egrave; motivo per cui non possa farlo. Calmo ma deciso su ogni scelta, con lui l'Alpine punta al bersaglio grosso negli anni a venire. Dakar 2021: cronaca e tempi della 5&deg; tappa Quella proposta alla Gilera Per uno nato a Galgiana, frazione di Casatenovo in provincia di Lecco, ad una decina di chilometri dal circuito di Monza, le auto parevano l'indirizzo naturale. Ed invece il giovane Brivio era uno che ammirava di pi&ugrave; le moto, con idee molto chiare: nonostante gli studi di ragioneria, a 15 anni aveva gi&agrave; scritto alla Gilera per lavorare con loro nella squadra cross, dicendosi disposto a lavorare pure gratis. Sintomo di una passione divenuta un lavoro e cominciata da aspirante giornalista, primo modo di avvicinarsi davvero alle corse. Sterzi a parte: la regola pi&ugrave; bella della F1 2021 &egrave; Fernando Alonso La trattativa con Valentino Di Brivio e per Brivio parlano soprattutto i risultati, senza bisogno che spieghi lui. In Superbike, nel 2000, stava per vincere il titolo con la Yamaha, se solo un controllo antidoping non avesse fermato un Noriyuki Haga risultato positivo. Con la Yamaha, dopo un inizio difficile, ha vissuto giorni felicissimi, mostrando quelle doti da team manager che lo hanno fatto apprezzare. E' stato lui l'artefice dei successi di Iwata una volta passato alla MotoGP, per il semplice motivo di aver portato in squadra Valentino Rossi, costruendo attorno a lui un team vincente. Erano gli anni del dominio Honda con Valentino, mentre la Yamaha, in soldoni, arrancava. L'idea di far firmare Rossi appariva folle, invece il fiuto del manager brianzolo non sbagli&ograve;: Brivio si tuff&ograve; a capofitto in quello spiraglio aperto nell'orgoglio di Valentino, uno che ormai a vincere a ripetizione si era annoiato. Il pesarese aveva bisogno di una nuova sfida e Davide gliela offr&igrave; su un piatto d'argento. Le trattative partirono ad Ibiza, con Vale in vacanza col fido Alessio "Uccio" Salucci, e proseguirono clandestinamente di notte, nel paddock delle due ruote. La trattativa and&ograve; in porto e cambi&ograve; la carriera di entrambi. Brown ed il 2021 McLaren: il piazzamento conta, il gap di pi&ugrave; Le vittorie Con Valentino furono anni felici: vittoria del mondiale nel 2004, nel 2005, nel 2008 e nel 2009. Inevitabile, per Davide, seguire Rossi nel sogno Ducati. Non and&ograve; bene, e quindi fu lui, Davide ad essere stimolato da altre sfide, quella della Suzuki. Un lavoro diverso rispetto alla Yamaha: allora serviva ricostruire un team allo sbando, con la casa di Hamamatsu invece serviva costruire una squadra tutta nuova, dalle basi. "Sono partito da un foglio bianco, non c'era neanche una cassetta degli attrezzi", ricorda. E fu cos&igrave; che la Suzuki si present&ograve; ai nastri di partenza per il mondiale 2015 con una coppia complementare: da una parte un pilota gi&agrave; esperto come Aleix Espargaro, buono per affrontare lo sviluppo della GSX-RR, dall'altra un giovane di talento come Maverick Vinales, che ripagher&agrave; la fiducia con il successo di Silverstone 2016. Un intoppo con Iannone, ma altre due intuizioni con Alex Rins e Joan Mir, fino al titolo Piloti ed a squadre del 2020. Mazepin: "Mai stati amici con Mick, non m'importa del cognome" Il futuro Difficile, difficilissimo lasciare una squadra che era diventata una famiglia (letteralmente: in Suzuki lavora anche suo fratello Roberto, che si occupa della logistica), ed un mondo diventato ormai una casa. Di tanto in tanto incrociava anche suo figlio Luca, coordinatore dello Sky Racing Team VR46. Ma la sfida era troppo allettante per dire no, anche per uno che ha fatto incetta di titoli nel Motomondiale. Una pagina bianca, una nuova storia. Una nuova missione. Il futuro di Davide Brivio, a 57 anni, &egrave; ancora tutto da scrivere.&nbsp; F1 2021, verso il ritorno del via alle 14       

Un uomo calmo ma deciso, con una serie lunghissima di successi nel Motomondiale, nel quale ha portato la Yamaha e la Suzuki a vincere, sbagliando raramente in fatto di piloti, Mir in primis

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