        Non &egrave; la prima volta che alle cronache si affaccia la possibilit&agrave; di un ritorno del GP di Malesia in Formula 1. Diversamente dal recente passato c'&egrave; il soggetto che curerebbe l'impegno per riportare Sepang in calendario. Si tratta di Petronas, che nell'autunno del 2023 si &egrave; assicurata i diritti di sponsorizzazione del Sepang International Circuit per tre anni. La compagnia petrolifera malese punta a un ritorno nel 2026 della Formula 1 sul tracciato progettato da Herman Tilke - tra i migliori "tilkodromi" dei primi anni Duemila e sul quale negli anni scorsi &egrave; intervenuto Studio Dromo per la riasfaltatura e modifica dell'ultima curva -. L'editoriale del Direttore: la gioia di Leclerc e i tormenti di Sainz L'interesse della Malesia verso la Formula 1 &egrave; stato in pi&ugrave; occasioni sottolineato anche dal governo di Kuala Lumpur, tuttavia, la barriera dei costi da sostenere per le finanze pubbliche non ha prodotto alcun risultato. Petronas ha discusso il progetto di ritorno della F1&nbsp; Secondo le anticipazioni diffuse dall'agenzia Reuters, fonti vicine a Petronas hanno confermato il progetto del GP di Malesia, presentato marted&igrave; scorso ai vertici della compagnia, storico sponsor Mercedes. L'addio di Sepang alla Formula 1, nel 2017, avvenne per una serie di fattori. Dai costi esorbitanti dei diritti pagati alla FOM dell'era Ecclestone per ospitare il Gran Premio, al calo delle vendite dei biglietti, fino a risentire Sepang della concorrenza geografica di una gara come Singapore.       

Il piano per tornare a ospitare la Formula 1 avrebbe anche una data: il 2026. Petronas sosterrebbe l'iniziativa, gi&agrave; oggetto di rumours negli ultimi 12 mesi, ostacolata dai notevoli costi per organizzare il GP

Sepang pronta a tornare in Formula 1, Petronas supporta il GP di Malesia

Il 29 marzo 2015 Sebastian Vettel vince il GP della Malesia. È la sua prima vittoria con la Scuderia di Maranello: ne seguiranno altre 13

Sebastian Vettel, 8 anni fa la sua prima vittoria con la Ferrari

        Ti guardi indietro e non sai mai se il tempo sia trascorso troppo lentamente o troppo velocemente, anche se alla fine la frase che va per la maggiore &egrave; "ammazza come passa il tempo". Per&ograve; poi guardi quella cartolina, quel podio di Sepang 2003, e ti sembra che il tempo, almeno per qualcuno, non sia passato mai. Kimi Raikkonen nel mezzo vestito d'argento, da un lato Rubens Barrichello con l'inconfondibile tuta rossa, dall'altro lato uno sbarbatello vestito di azzurro e giallo che risponde al nome di Fernando Alonso. F1 2023: il calendario All'assalto del trono Domenica 23 marzo 2003, Sepang. E' un GP della Malesia pronto a fare storia, quello che va in atto nella calura di Kuala Lumpur. E' la seconda tappa di un mondiale partito in salita per la Ferrari, mentre sulla scena si affacciano tre giovanotti che non vedono l'ora, nonostante l'et&agrave;, di confrontarsi con Kaiser Michael Schumacher: Juan Pablo Montoya, Kimi Raikkonen e Fernando Alonso. In realt&agrave; Montoya giovanissimo non &egrave;: va per i 28 ed alla fine, dei tre, sar&agrave; quello che raccoglier&agrave; di meno in F1, chiudendo anzitempo una carriera che nel Circus avrebbe potuto essere pi&ugrave; vittoriosa e certamente pi&ugrave; lunga. Degli altri due, invece, ne sentiremo parlare per ancora un bel po'. Quando nello sport arrivano i cannibali Le prime gioie Al sabato lo spagnolo, che guida una Renault, piazza la sua R23 in pole: &egrave; il primo spagnolo a riuscirci ed anche il pi&ugrave; giovane di sempre, a 21 anni, 7 mesi e 23 giorni, stabilendo un record che verr&agrave; battuto cinque anni pi&ugrave; tardi da Sebastian Vettel. Nando si toglier&agrave; soddisfazioni anche in gara, chiudendo al 3&deg; posto: anche in questo caso, &egrave; il pi&ugrave; giovane di sempre a riuscirci (record che poi verr&agrave; ritoccato in futuro) ed il secondo spagnolo nella storia a salire sul podio, quasi 50 anni dopo il 2&deg; posto di Alfonso de Portago, su Ferrari, al GP di Gran Bretagna 1956. La gloria assoluta per&ograve;, quel giorno, va ad un biondino glaciale di nome Kimi Raikkonen, 23enne di belle speranze: parte 7&deg;, &egrave; 4&deg; al primo giro, si sbarazza di Heidfeld, eredita la seconda posizione per la rottura della macchina gemella di Coulthard e poi, con l'overcut (che nell'epoca dei rifornimenti &egrave; un'arma micidiale), si porta al comando passando proprio Alonso. Andando a vincere la sua prima gara.  Sepang 2003, per Nando e Kimi, &egrave; pi&ugrave; di un dolce ricordo. E' il primo biglietto da visita al tavolo dei grandi, per loro che grandi diverranno davvero. Finendo per condividere la loro firma nell'albo dei campioni del mondo, l'esperienza in Ferrari (una pure da compagni di box) ed una lunga serie di battaglie in pista. Agli antipodi per indole e carattere, ma accomunati da una classe sopraffina che li far&agrave; essere vicini anche per la longevit&agrave; della carriera: Kimi, classe '79, ha salutato tutti a fine 2021 ma oggi si appresta a rituffarsi nella Nascar, mentre Nando, classe '81, dopo aver finalmente azzeccato una scelta di carriera, &egrave; qui che si gode un'Aston Martin rinata dietro alle imprendibili Red Bull. Quel giorno, a Sepang, era al primo podio: domenica, a Jeddah, i podi sono diventati 100. Un futuro diverso Potevano vincere ancora di pi&ugrave;, Nando e Kimi. Tre titoli in tutto (due Raikkonen, uno Alonso), anche se quando a fine 2006 Schumi disse basta, si pensava sarebbero stati loro il futuro, loro a spartirsi titoli e vittorie; e invece la storia &egrave; stata diversa, con un solo titolo da parte loro nel dopo-Schumacher (quello del 2007, di Raikkonen, mentre nel biennio precedente Alonso aveva interrotto la dittatura Ferrari di inizio millennio con Michael ancora in pista). Sono arrivati Hamilton e Vettel a scrivere una storia diversa, due che avrebbero messo insieme qualcosa come 11 titoli in due; ma intanto Seb ha preferito salutare tutti per godersi la famiglia, Lewis invece, a 38 primavere, al ritiro ci star&agrave; forse pensando a guardare questa Mercedes che non va. Nando e Kimi, invece, sono arrivati a superare la soglia dei 40 anni restando saldamente in griglia.&nbsp; Quella giornata, insomma, &egrave; stata a suo modo storica. Due piloti dai destini incrociati con un punto in comune molto importante per la loro carriera, certamente indimenticabile per loro. Sepang 2003, a riguardarla oggi, ci regala il bello di raccontare e ricordare gli inizi di due campioni del mondo, e c'&egrave; chi oggi rivendica il solito "Io ve l'avevo detto", con il tono di chi la sa lunga sottolineando di aver saputo, prima di altri, intravedere in quei due le stimmate di futuri campioni. All'epoca, semplicemente due ragazzini di cui la storia si sarebbe ricordata molto bene.&nbsp;       

Prima pole position e primo podio per Fernando Alonso, prima vittoria per Kimi Raikkonen: 20 anni fa, a Sepang, la F1 scopriva definitivamente due giovani piloti dai destini incrociati

GP Malesia 2003: le prime volte di Nando e Kimi

        Il ritorno del Gran Premio della Malesia nel calendario di Formula 1? E' una possibilit&agrave;, almeno secondo le parole del nuovo amministratore delegato del circuito di Sepang Shafriman Hanif, che a malaymail.com spiega come a determinate condizioni l'autodromo malese sarebbe ben lieto di ospitare di nuovo i bolidi della F1. Le prospettive per il Gp di Azerbaijan Condizioni diverse Apparso per la prima volta in calendario nel 1999, il circuito di Sepang &egrave; sempre stato uno dei progetti pi&ugrave; riusciti di Hermann Tilke ed uno dei pi&ugrave; apprezzati dai piloti, almeno da un punto di vista tecnico, sebbene le alte temperature lo rendessero uno dei pi&ugrave; duri fisicamente. I problemi per l'organizzazione sono arrivati quando &egrave; sbarcato in F1 il Gp di Singapore, che ha tolto buona parte di pubblico a quello di Kuala Lumpur, che a fine 2017 ha deciso di non rinnovare perch&eacute; le condizioni economiche non garantivano un guadagno. Se per&ograve; il "gettone" di presenza fosse inferiore, Sepang ospiterebbe di nuovo la F1: "Pensare ad ospitare di nuovo la F1 non &egrave; una priorit&agrave; assoluta - afferma Hanif -, ma se ci dovesse essere un'opportunit&agrave; accompagnata da delle buone condizioni economiche nutrirei grande entusiasmo per questa idea, perch&eacute; con la F1 parte dei brand malesi sarebbero pronti a finanziare l'evento. Di sicuro dovremmo parlare con il governo, perch&eacute; per ospitare una corsa di Formula 1 per un lungo periodo di tempo serve un'ingente somma di denaro, e questa somma dovrebbe essere accettabile sia per il governo che per gli appassionati". Toto Wolff azionista Aston Martin L'ultima volta a Sepang Mentre il Motomondiale va ancora a Sepang, sia per la gara sia per i test invernali, la F1 non sbarca in Malesia dal 2017, quando Max Verstappen si impose nella 19&deg; ed attualmente ultima edizione del Gran Premio della Malesia, il cui albo d'oro sorride alla Ferrari: quello del Cavallino &egrave; infatti il team ad aver raccolto il maggior numero di successi a Kuala Lumpur, ben 7, davanti alle 5 affermazioni della Red Bull; tra i piloti primeggia Vettel con le sue 4 vittorie, una in pi&ugrave; di Schumacher ed Alonso. Albo d'oro che a questo punto potrebbe non essere pi&ugrave; quello definitivo. F1 verso il taglio progressivo del budget       

Il nuovo amministratore delegato del circuito di Sepang apre ad un ritorno in Malesia della F1, ma a determinate condizioni

F1, possibile un ritorno del Gp della Malesia

        Se dopo Monza a Sergio Marchionne "giravano" per la manifesta inferiorit&agrave; Ferrari nei confronti della Mercedes, su un tracciato che ha esaltato le doti della W08, immaginiamo l'umore del presidente nell'assistere alle ultime due esibizioni. Singapore e Malesia, ovvero, una Ferrari in grado di dettar legge sulla prestazione pura ma azzoppata dagli episodi. I cedimenti alla power unit ricadono nella sfera di una fragilit&agrave; emersa nel momento clou del mondiale, da analizzare nel dettaglio perch&eacute; non si ripeta nelle ultime cinque gare. Cruciali, essendoci 34 punti da recuperare, in una rimonta non pi&ugrave; rinviabile.&nbsp; Insignito della laurea honoris causa in Ingegneria industriale dall'Universit&agrave; di Trento, Marchionne ha commentato la cocente delusione malese: &laquo;Parliamo di cose sicure. Che ieri (domenica; ndr) le due Ferrari potessero battere tutti &egrave; un fatto indiscusso. E che potesse accadere anche a Singapore &egrave; un fatto indiscusso. Il fatto che abbiamo avuto problemi con i propulsori ha a che fare con due cose: abbiamo una squadra molto giovane e la qualit&agrave; della componentistica non &egrave; al livello necessario per un&rsquo;auto da gara. Stiamo intervenendo&raquo;. Prestazione e affidabilit&agrave;, binomio inscindibile nell'arco di una stagione per coltivare ambizioni di titolo. E se i cedimenti di Sepang, nella loro teatralit&agrave; per la tempistica - in qualifica e sulla griglia di partenza - colpiscono duramente, va riconosciuta all'area tecnica una vivacit&agrave; progettuale sconosciuta da tempo, che ha portato la concorrenza a intervenire presso la Federazione (vedi questione del fondo a ridosso del GP di Baku), quando non a copiare direttamente le soluzioni (deviatori sulle pance Red Bull a Singapore).&nbsp;&nbsp; Nel mirino: Ferrari, un problema di controllo qualit&agrave;? Il livello del confronto con Mercedes &egrave; massimo e i campioni in carica proprio sul fronte dell'affidabilit&agrave; possono contare su un progetto che nell'era ibrida ha sofferto rarissimi cedimenti nei momenti decisivi. Verranno apportati dei correttivi, come anticipa Marchionne, gli episodi per&ograve; restano e peseranno nell'economia del mondiale: &laquo;E' quasi una "fortuna" che non ci sia successo nulla fino adesso. Ora stiamo riguardando tutta la filiera e facendo dei cambiamenti organizzativi. Avere questi problemi qua in gara ti rompe. Se ti succede a casa di spaccare un motore, vabb&egrave;, ma fare una figura cos&igrave;, avere una macchina in seconda posizione e non vederla in griglia &egrave; veramente da tirarsi i capelli&raquo;. L'editoriale: Sepang-Suzuka, &egrave; grande gelo a -34       

Tanto forte quanto fragile, il presidente ha commentato i cedimenti occorsi alla power unit della SF70H nel week end in Malesia: "Filiera da rivedere, stiamo intervenendo"

Marchionne tra superiorità Ferrari indiscussa e qualità da rivedere

        Titoli per Stoffel Vandoorne, una volta tanto in McLaren. Trattasi di gara corsa sempre nella top ten, nonostante alla vigilia il Gran Premio di Malesia venisse catalogato tra le tappe della Via Crucis 2017. Settimo in qualifica, settimo in gara, ha di che sorridere il belga, che conferma il risultato di Singapore ma tutto un altro peso specifico. Perch&eacute; si &egrave;&nbsp;tenuto alle spalle Fernando Alonso e perch&eacute; giunto su un tracciato teoricamente sfavorevole alla McLaren. Due gare diversissime tra Vandoorne e Alonso, Fernando in lotta fuori dalla top ten, Stoffel a confrontarsi con le Williams. Dall'annuncio del divorzio tra McLaren e Honda, ironia della sorte vuole che sia arrivata l'affidabilit&agrave; e con essa buoni risultati.&nbsp; &laquo;Posso dire che &egrave; stata la mia miglior gara in Formula 1 fino a oggi. Sono stato competitivo per tutto il week end e mi sono sentito bene in macchina. Dopo il settimo posto in qualifica, non eravamo cos&igrave; fiduciosi sull'esito della gara, strappare un settimo posto &egrave; un risultato sorprendente. Ho fatto una gran partenza, sapevamo sarebbe stato difficile resistere alle Force India e alle Williams dietro, ma solo Perez &egrave; riuscito a passare. Da l&igrave; in poi ho tenuto un passo sbalorditivo, spingendo a ogni giro e provando a gestire le gomme e conservare il vantaggio su Stroll e ci sono riuscito fino alla fine&raquo;, l'analisi di Vandoorne. L'episodio chiave nel confronto con le Williams &egrave; arrivato in occasione del pit-stop. effettuato 2 giri dopo Stroll e uno dopo Massa. Il vantaggio dell'undercut &egrave; stato vanificato dallo scambio di posizione tra i due e Vandoorne ha mantenuto una piazza meritata, che gli vale il sorpasso nel mondiale Piloti: 13 punti contro i 10 di Alonso. L'editoriale: Sepang-Suzuka, &egrave; grande gelo a -34 &laquo;Anzitutto, voglio rendere merito a Stoffel, &egrave; al secondo arrivo consecutivo in settima posizione ed &egrave; un risultato che dimostra quando impegno e dedizione abbia profuso. Prima del via non si prospettava una gara facile, soprattutto perch&eacute; sapevamo che saremmo stati in bal&igrave;a di macchine pi&ugrave; veloci alle nostre spalle. Possiamo essere fieri di quanto ottenuto in questo week end, su una pista che non era tra le pi&ugrave; adatte al nostro pacchetto&raquo;, ha aggiunto Eric Boullier, che giustifica la gara nelle retrovie di Alonso con il tempo perso in partenza, in curva 2, quando si &egrave; trovato davanti il terzetto Massa-Perez-Ocon in bagarre e con Ocon ad avere la peggio e rimediare un danno all'ala anteriore: &laquo;Nonostante abbia corso bene non siamo riusciti a farlo risalire da met&agrave; gruppo, particolarmente ricco di incidenti in questa gara. Credo potremo attenderci molto da Suzuka&raquo;. Il cambio (forse) rotto un problema per Vettel e&hellip; per i commissari?       

Due gare diversissime a Sepang per Stoffel e Fernando. Il belga si conferma davanti anche in gara e nel mondiale Piloti scavalca Fernando

Formula 1 Malesia, Vandoorne eclissa Alonso

Meno 34. Fa freddo, adesso, mentre Sebastian Vettel s&rsquo;&egrave; lasciato alle spalle l&rsquo;afa appiccicosa di Sepang e si prepara a scendere in pista a Suzuka. Meno 34. &Egrave; il solco che dopo il Gp di Malesia ha scavato Lewis Hamilton quando alla fine del Mondiale di F.1 mancano 5 Gp. Meno 34. Roba da far gelare (quasi definitivamente) i bollenti spiriti che hanno animato una Rossa che nonostante tutto continua a scaldare il cuore.  &Egrave; un distacco da brividi quello che accompagna Vettel dalla Malesia al Giappone, un fardello che inizia a farsi pesante dopo un altro weekend bestiale nel giorno in cui Max Verstappen ha ribadito al mondo che lui non &egrave; certo nato per una vita da comprimario. Per una volta l&rsquo;olandese che quando vede Rosso s&rsquo;avvampa e s&rsquo;accende &egrave; stato un buon alleato per la Ferrari, evitando a Lewis Hamilton di fare un&rsquo;altra festa non prevista da quei pronostici che ancora una volta sono tutti andati all&rsquo;aria.  Formula 1 Malesia, Ferrari: un problema di controllo qualit&agrave;?  Piccole sfumature in un&rsquo;altra corsa che non &egrave; andata come previsto, regalando un illusorio venerd&igrave; di gloria rimasto poi intrappolato nei problemi di affidabilit&agrave; che hanno tradito prestazioni monstre. La sfortuna non esiste. I guai che si sono assommati sulla SF70H di Vettel e Raikkonen si sono materializzati nel momento in cui s&rsquo;&egrave; fatta pi&ugrave; cattiva la caccia alla regina Mercedes.  In mezzo ai guai che con una terribile sequenza seriale hanno prima tolto dalla faccia delle qualifiche Seb e poi dalla prima fila del Gp Raikkonen, si sono intravisti lampi di quello che poteva essere e non &egrave; stato. Dietro quella sequenza di stop, quasi da macumba per come si &egrave; materializzata in maniera fetida, con le Rosse immobili e silenti, i meccanici al lavoro, i loro volti sconsolati, c&rsquo;&egrave; adesso tanta voglia di provare a cambiare un destino che per come stanno andando le cose sembra tanto gi&agrave; scritto.  Il cambio (forse) rotto: un problema per Vettel e&hellip; per i commissari?  &laquo;Abbiamo le vetture, gli uomini, i piloti, i mezzi e lo spirito per lottare fino in fondo&raquo; ha detto Maurizio Arrivabene mentre con la testa e lo sguardo era gi&agrave; in Giappone, dove spera siano messi alle spalle quei problemi che hanno tradito il galoppo del Cavallino, azzoppando proprio sul pi&ugrave; bello la Ferrari di tutti. Ora c&rsquo;&egrave; subito la sfida in Giappone che tanti dubbi porta in dote. Un&rsquo;altra tappa fondamentale ma non decisiva, quasi un&rsquo;ultima spiaggia per quelle Rosse che al ritorno dalle ferie non sono pi&ugrave; riuscite a lasciare un segno importante come fatto, invece, fino a prima della sosta.  Mentre a Maranello e Suzuka si tenta ora l&rsquo;impossibile per tenere in vita le speranze iridate di Vettel, pochi chilometri pi&ugrave; in l&agrave;, a Sant&rsquo;Agata Bolognese, &egrave; festa grande con la Lamborghini che ha fatto saltare il banco in Blancpain Gt, agguantando titoli a ripetizione. Un&rsquo;impresa da sottolineare, il frutto di un lavoro fatto con capacit&agrave; e passione.  Risultati che hanno regalato sorrisi a trentadue denti al presidente Stefano Domenicali. Che ha spiegato: &laquo;La mia soddisfazione &egrave; la soddisfazione di tutta la Lamborghini, delle donne e degli uomini di Sant&rsquo;Agata Bolognese. Quello del motorsport &egrave; un progetto che in Lamborghini &egrave; nato pochi anni fa ma che ha gi&agrave; iniziato a dare i suoi frutti, come dimostrato con questa splendida vittoria in un campionato cos&igrave; importante come il Blancpain Gt Series. Vorrei fare le mie congratulazioni ai nostri piloti Bortolotti, Engelhart e Caldarelli, paladini di questa vittoria, ed al team Grasser Racing. Ma ovviamente anche a tutto il team di Lamborghini Squadra Corse, da Maurizio Reggiani a Giorgio Sanna. Questo &egrave; un bel momento di sport e sono molto soddisfatto. Festeggiamo una splendida vittoria, ma sempre con lo sguardo rivolto al futuro verso le prossime sfide&raquo;. 

Il Mondiale di F.1 si sposta dalla Malesia al Giappone con lo svantaggio tra Hamilton e Vettel che si &egrave; allargato ulteriormente, mentre per la Ferrari &egrave; pieno allarme affidabilit&agrave;. Verstappen vince il secondo Gp della carriera con una Red Bull che pu&ograve; essere arbitro nella sfida tra le Rosse e la Mercedes

Sepang-Suzuka&nbsp;&egrave; grande gelo a -34:&nbsp;Editoriale del Direttore

        Quinto al traguardo, come se guidasse ancora una Williams qualsiasi. Valtteri Bottas fatica per tutto il week end, difficolt&agrave; di guida legate a una monoposto problematica nel mantenere la corretta finestra operativa e far funzionare al meglio le gomme anteriori. Rimedia distacchi pesanti da Hamilton in qualifica e in gara, lui che ha portato in pista a Sepang il pacchetto di novit&agrave; aerodinamiche sul quale andranno condotte altre analisi. Monza e Singapore lo hanno visto sul podio, l'unicit&agrave; della prima - e la corrispondente netta superiorit&agrave; della monoposto -&nbsp; le eliminazioni in serie nella seconda, hanno mascherato un calo di competitivit&agrave; registrato gi&agrave; a Spa-Francorchamps. &laquo;Dovremo analizzare la gara, perch&eacute; il pacchetto di aggiornamenti avrebbe dovuto rappresentare un importante passo in avanti in termini di carico aerodinamico, ma non l'ho visto. Ci sono ancora molte cose da capire e dovremo iniziare a farlo da oggi. Per il Giappone dovremo assicurarci di scegliere tutti i pezzi giusti e sperare in temperature pi&ugrave; fredde. Come team siamo stati in difficolt&agrave; nel preparare una buona macchina per queste condizioni, poi credo sia una storia diversa per quel che mi riguarda, perch&eacute; mi manchi il passo. Senza dubbio non mi sto esprimendo al meglio in questo momento&raquo;. Non cerca alibi, piuttosto, esamina le ragioni tecniche che gli impediscono di guidare come vorrebbe. &laquo;A esser sincero, questo pu&ograve; dirsi il periodo pi&ugrave; difficile della mia carriera finora, in termini di sensazioni ogni volta che salgo in macchina. Voglio fare la prestazione, essere a un buon livello e non ci sto riuscendo da un po' per diversi motivi. Ci sono tanti interrogativi per me, per il team, voglio voltare pagina in fretta&raquo;, ha spiegato a Sepang.&nbsp; Una gara con l'unico flash di una buona partenza, poi nulla pi&ugrave;. Ha rallentato per alcuni giri Vettel, portandolo a giocare la carta dell'undercut per non perder troppo tempo dietro la Mercedes. Al traguardo, impressiona leggere i 56" rimediati da Max Verstappen: 1 secondo al giro in media. E da Hamilton sono 44" di ritardo.&nbsp; Bottas in difficolt&agrave; perch&eacute; la Mercedes W08 ha dimostrato soffrire particolarmente l'asfalto un po' pi&ugrave; caldo, neanche lontanamente vicino ai valori di un anno fa (59&deg; C), visti i 42&deg; C raggiunti domenica. E fare affidamento sulle condizioni climatiche, una Suzuka attesa pi&ugrave; fredda, non &egrave; esattamente la prospettiva pi&ugrave; rassicurante in vista delle ultime 5 gare. &laquo;Personalmente, il problema principale &egrave; stato sull'anteriore, difficolt&agrave; che quest'anno non si sono verificate spesso. Adesso, a met&agrave; curva perdo molto l'avantreno, &egrave; difficile far curvare la macchina, con il surriscaldamento dell'anteriore sinistra e anche la perdita di aderenza sulle quattro ruote nelle curve veloci. In gara, se provo ad andare pi&ugrave; forte, semplicemente scivolo di pi&ugrave; e fatico maggiormente con le temperature delle gomme. Si tratta di gestire le temperature e tenerle sotto controllo in gara, sicuramente non &egrave; bello&raquo;. Vettel, il cambio (forse) rotto un problema per i commissari? Il pacchetto impiegato a Sepang torner&agrave; in azione a Suzuka, alla ricerca di ulteriori dati, come anticipato da Toto Wolff nel week end. E Bottas avverte: &laquo;Dovremo capire in fretta, tutte le prossime gare saranno importantissime, come team non abbiamo ancora vinto nulla, spero quindi che capiremo in una settimana o due, viceversa potrebbe essere troppo tardi&raquo;.&nbsp; Nel mirino: Ferrari, un problema di controllo qualit&agrave;?       

Prestazione opaca del pilota Mercedes a Sepang. Gli aggiornamenti non rendono come previsto e Valtteri soffre con l'assenza di grip sull'anteriore: "Dovremo capire in fretta il perch&eacute;"

Formula 1 Malesia, gli interrogativi di Bottas

Quanto successo dopo l&#39;arrivo del GP della Malesia &egrave; (crediamo) noto a tutti: Sebastian Vettel e Lance Stroll sono stati protagonisti nel giro di rientro di una collisione piuttosto violenta che ha divelto la sospensione della Ferrari, che si &egrave; fermata con la ruota posteriore sinistra appoggiata su quanto restava dell&#39;ala posteriore, tanto che il tedesco si &egrave; ritrovato a dover accettare un passaggio verso i box da Pascal Wehrlein (che fra l&#39;altro non &egrave; stato investigato, normalmente non &egrave; ammesso). L&#39;incidente &egrave; avvenuto quando Seb ha voluto superare Lance all&#39;esterno di curva 5, chiudendo poi un poco verso sinistra. Il problema &egrave; che contemporaneamente il canadese non si &egrave; accorto del sorpasso e ha avuto uno scarto verso destra, con inevitabile urto.  I commissari hanno valutato che nessuno dei due piloti avesse responsabilit&agrave; prevalenti, sottolineando che anche nel giro di rallentamento i piloti devono sempre prestare attenzione ed esercitare una certa prudenza. Esperienza vorrebbe inoltre che, nel giro di rientro, proprio chi supera dovrebbe stare attento a ci&ograve; che fa. Anche per questo la colpa &egrave; stata suddivisa &quot;equamente&quot;, per quanto la deviazione di Stroll fosse stata nettamente pi&ugrave; ampia e improvvisa.  Il problema &egrave; che l&#39;aspetto regolamentare del fatto potrebbe non esaurirsi qui. Infatti c&#39;&egrave; il fondato sospetto che il cambio della Ferrari numero 5 sia rimasto seriamente danneggiato, nell&#39;urto. La trasmissione &egrave; stata immediatamente inviata a Maranello per una verifica pi&ugrave; approfondita: non vi sarebbero danni visibili, ma se cos&igrave; fosse e si rendesse necessaria la sostituzione, si apre uno scenario regolamentare inedito e particolare. Ricordiamo infatti che un cambio dev&#39;essere utilizzato per sei eventi consecutivi, e in caso di sostituzione anticipata causa una penalit&agrave; di 5 posti in griglia. Vi sono tuttavia delle eccezioni, come in caso di incidente: ma quello tra Vettel e Stroll rientra nella tipologia? La Ferrari dovr&agrave; fare in modo che per la direzione gara sia cos&igrave;, se non vuole penalit&agrave;.    Certamente non &egrave; la prima volta che avviene un incidente dopo la bandiera a scacchi: uno dei pi&ugrave; noti &egrave; quello accaduto a Vittorio Brambilla dopo la vittoria a Zeltweg nel 1975 quando, esultando per il successo sotto la pioggia torrenziale, stacc&ograve; le mani dal volante finendo in testacoda contro il guardrail. Solo che nei casi accaduti finora non era mai stato un &quot;problema&quot; regolamentare: la classifica non ne veniva influenzata, e del resto &egrave; ben regolamentato come anche chi non arriva al traguardo possa essere classificato se ha compiuto almeno il 90% dei giri di gara. Ma ora &egrave; una questione quasi opposta e soprattutto c&#39;&egrave; di mezzo un cambio&hellip;  Come dicevamo, in caso di incidente &egrave; ben codificato (articolo 23.5.a del Regolamento Sportivo) come sia possibile sostituire il cambio senza incorrere in penalit&agrave;. Ma in questo caso la gara era gi&agrave; finita: vale ancora? Di sicuro non pu&ograve; rientrare nei casi di &quot;forza maggiore&quot; perch&eacute; gli incidenti non sono considerati &quot;imprevedibili&quot; di per s&eacute;. Inoltre l&#39;articolo recita che si deve continuare a montare lo stesso cambio &quot;a meno che il pilota non riesca a concludere la gara&quot; (testualmente: &quot;unless the driver fails to finish the race&quot;).  Ora, il caso di Vettel &egrave; quello di un pilota che ha tagliato il traguardo, ma non &egrave; riuscito a raggiungere il parco chiuso alla fine del giro di rientro: quale prevale dei due momenti? Da un lato viene da pensare che per &quot;finish&quot; si intenda &quot;prendere la bandiera a scacchi&quot;. D&#39;altro canto il fatto stesso che l&#39;incidente sia stato preso in considerazione dai commissari, lo cataloga come &quot;episodio di gara&quot;&hellip; Va inoltre da s&eacute; (e questo sar&agrave; secondo noi il punto decisivo) che la filosofia del regolamento sia quella di consentire la sostituzione della trasmissione se questa cede per motivi differenti da quelli connessi all&#39;affidabilit&agrave; strutturale. Insomma, qualora il cambio di Vettel risultasse effettivamente danneggiato, la Ferrari dovr&agrave; cercare di districarsi abbastanza bene nel porre la questione, ma non &egrave; impossibile riesca ad evitare la penalizzazione.  &Egrave; comunque una situazione tutt&#39;altro che banale dal punto di vista &quot;legale&quot; sportivo, un caso davvero inedito e che presenta parecchie &quot;primizie&quot;. Cosa potrebbe succedere? Se l&#39;articolo verr&agrave; applicato in modo &quot;piatto&quot; e considerando il traguardo come &quot;finish&quot;, di fatto ci troveremmo nella situazione per cui il primo a doversene occupare sarebbe il delegato tecnico Jo Bauer. Questo perch&eacute; a ogni GP &egrave; lui a segnalare l&#39;elenco dei piloti sulle cui monoposto &egrave; stato sostituito il cambio (informato direttamente dalle squadre) aggiungendo, alla fine della lista di quelli che hanno fatto la sostituzione in seguito a incidente, la formula &quot;i sopracitati piloti non hanno concluso la precedente gara a XXX e sono in conformit&agrave; con l&#39;articolo 23.5.a del Regolamento Sportivo Formula Uno 2017&quot;; oppure no, segnalando quindi i piloti irregolari perch&eacute; si adottino i necessari provvedimenti (penalit&agrave;). A questo punto saranno i commissari sportivi a gestire la &quot;patata bollente&quot; e quindi &egrave; importante che in questa fase i responsabili Ferrari abbiano gi&agrave; pronto un &quot;memo&quot; per poter influire tempestivamente sulla decisione prima che venga presa &quot;in automatico&quot; senza ulteriori considerazioni sulla specificit&agrave; della questione.  Altrimenti dovrebbero far reclamo sulla decisione una volta presa dai commissari, ma in questo caso le cose potrebbero farsi pi&ugrave; difficili e soprattutto non risolvibili in loco (che sarebbe Suzuka). Per cui se anche un successivo tribunale Fia desse ragione alla Ferrari, tuttavia a quel punto Vettel potrebbe essere gi&agrave; stato costretto a correre penalizzato (se non si riuscisse a &quot;sospendere&quot; la penalit&agrave;) e dunque non avrebbe pi&ugrave; significato. Vedremo come si svilupper&agrave; la questione e soprattutto se il cambio sar&agrave; realmente da sostituire, per quanto in Ferrari siano apparsi piuttosto pessimisti in merito&hellip; 

Quanto successo dopo il traguardo tra Seb e Stroll pu&ograve; rappresentare un precedente nell&#39;applicazione del regolamento F1

Il cambio (forse) rotto: un problema per Vettel e&hellip; per i commissari?

        Ferrari, Red Bull, Mercedes. A Sepang, l'ordine dei valori in campo non ha rispecchiato quello d'arrivo. Brilla una RB13 in grado di battere Mercedes in pista, sulla prestazione, a tratti con l'impressione che Daniel Ricciardo potesse andare a riprendere Lewis Hamilton. Deve accontentarsi del terzo posto, difeso da un rimontante Vettel che ha avuto un'unica (mezza per dirla con le parole di Seb) opportunit&agrave; di sorpasso. &laquo;Ho chiuso la porta un po' in ritardo verso il punto di corda, non so come si sia vista dall'esterno. Non so se &egrave; scontento della manovra o cosa, ma non mi &egrave; sembrata eccessivamente aggressiva. Non mi &egrave; parso abbia fatto uno spostamento in ritardo, da l&igrave; mi aspettavo che attaccasse nel finale ma avrei fatto tutto il possibile per tenerlo dietro. Aspettavo che arrivasse, aspettavo e mi sono chiesto se non avesse forse finito le gomme nell'inseguimento&raquo;, spiega Ricciardo. Tra l'azione in avvio e quella nel finale, i 56 giri del Gran Premio di Malesia non hanno riservato particolari sfide dirette al pilota australiano. Allo spegnimento dei semafori ha perso la posizione su Bottas, &egrave; bastato poco perch&eacute; con la velocit&agrave; della Red Bull potesse inscenare un bel duello iniziato in curva 1 e finalizzato in curva 4. &laquo;In partenza ho scelto l'interno e Bottas ha avuto una traiettoria migliore all'esterno. L'ho seguito per un paio di giri, si &egrave; difeso bene all'inizio, poi l'ho passato, ma a quel punto Max e Lewis avevano preso il largo. Verso la fine del primo stint con le supersoft stavo mantenendo buoni tempi e la prestazione tornava, ma quando si sono fermati hanno riallungato con gomme soft, non sono stato cos&igrave; competitivo come sul finire del primo stint&raquo;. Nello stint su gomma rossa ha espresso la velocit&agrave; pi&ugrave; interessante, dando l'idea che potesse ricucire su Hamilton, prospettiva poi sfumata. Da l&igrave;, l'attesa dell'arrivo di Vettel. &laquo;Per gran parte &egrave; stata una gara solitaria, ovviamente congratulazioni a Max, &egrave; stato forte per tutto il week end e il primo doppio podio dell'anno &egrave; un buon risultato&raquo;. Da Sepang si vola tutti a Suzuka, dove Red Bull &egrave; destinata a ripetere il ruolo di terzo incomodo tra Ferrari e Mercedes. E pensare che dopo Singapore proprio Max Verstappen esprimeva tutto il rammarico per quella che riteneva essere la miglior occasione (sfumata) di puntare alla vittoria nella seconda parte del campionato. Lo stato di forma malese vale altre puntate al podio nelle 5 gare restanti. Competitivit&agrave; sottolineata da Christian Horner, tanto quanto l'incredulit&agrave; per l'esito: &laquo;Battere Mercedes in modo lampante era qualcosa che superava le nostre aspettative. Mentre andavamo in griglia pensavo che avevamo una gran macchina in gara, per&ograve; non credevo sarebbe stata cos&igrave; forte&raquo;.&nbsp; E' il risultato meritato da Max Verstappen, bersagliato da guai tecnici e ritiri mentre Ricciardo andava a prendersi podi e la vittoria a Baku. &laquo;Max ha sopportato talmente tanta sfortuna quest'anno e oggi (ieri; ndr) ha guidato da dominatore. Dopo la partenza avevamo entrambe le Mercedes da affrontare, Max c'&egrave; riuscito prima di Daniel, poi &egrave; stato in grado di costruire e gestire un vantaggio di 7-8 secondi senza alcun problema. Sapevamo che Lewis avrebbe pensato al campionato e abbiamo detto a Max di sbrigarsi, che era il momento, viste le indicazioni di Lewis di un problema con un calo al sistema di recupero d'energia.&nbsp; Nel mirino: Ferrari, un problema di controllo qualit&agrave;? E' grandioso per Max, ha subito tanta sfortuna tra incidenti al primo giro, quattro ritiri per problemi al motore, eccetera. Non si &egrave; mai demoralizzato troppo, ha compiuto 20 anni e il miglior modo di iniziare una nuova decade &egrave; con la vittoria di un gran premio. Sono felicissimo per lui, visto che l'ultima volta che era salito sul podio risale ad aprile&raquo;. L'analisi del GP: Ferrari, un'altra occasione mancata       

Il Gran Premio di Malesia porta entrambe le Red Bull per la prima volta a podio quest'anno. Il team principal: "Sapevamo di essere forti, non a tal punto"

Formula 1 Malesia: Ricciardo difesa in regola, Horner sorpreso della forza RB

La grintosa rimonta di Sebastian Vettel riempie perlomeno il fondo di un bicchiere altrimenti tristemente vuoto. La Scuderia Ferrari a Sepang avrebbe potuto mettere a segno una doppietta e invece vola a Suzuka con un quarto posto che consente perlomeno di tenere acceso un lumicino di speranza.&nbsp;  L&rsquo;apice del dramma a pochi minuti dalla partenza del Gran Premio, un allarme scattato sulla SF70H gi&agrave; all&rsquo;uscita dai box ha costretto Kimi Raikkonen a non prendere parte alla gara, lasciando un desolante vuoto alla sinistra del poleman Hamilton.&nbsp;  &ldquo;Non sappiamo cosa sia successo oggi, &egrave; troppo presto per dirlo &ndash; ha commentato Iceman mentre Verstappen si invoava verso la vittoria -. La macchina ha funzionato perfettamente tutto il fine settimana e improvvisamente, dal nulla, abbiamo avuto un problema. E&rsquo; una di quelle cose che purtroppo accadono. La macchina andava bene ed eravamo veloci, ma purtroppo ieri Seb ha avuto un problema e noi oggi abbiamo avuto il nostro. Sono abbastanza sicuro che oggi avrei avuto una vettura molto buona, ma ovviamente non si pu&ograve; mai sapere come sarebbe andata ed &egrave; inutile provare a indovinare. Abbiamo un buon pacchetto, ma dobbiamo sfruttarlo al meglio. Quello che &egrave; accaduto oggi &egrave; molto deludente e fa male a tutti noi, ma non c&rsquo;&egrave; niente che possiamo fare per cambiare le cose in questo momento. La prossima gara sar&agrave; una nuova sfida, la affronteremo come ogni fine settimana di gara, e poi vedremo dove siamo&rdquo;.  Deluso anche il team principal Maurizio&nbsp;Arrivabene, ben conscio che il podio di Sepang avrebbe potuto essere tinto di rosso: &ldquo;Per tutto il weekend, la nostra macchina ha mostrato di avere un passo estremamente competitivo. Lo evidenziano i risultati delle libere, la prima fila in qualifica di Kimi e la straordinaria rimonta di Seb in gara, dall&rsquo;ultima alla quarta posizione. Con tutto questo, il GP della Malesia &egrave; stato il pi&ugrave; difficile dell&rsquo;anno: abbiamo avuto a che fare con problemi che andranno analizzati a fondo e che hanno impedito a Sebastian di qualificarsi e a Kimi addirittura di partire. La squadra ha lavorato senza mai perdere la concentrazione, con uno sforzo eccezionale al box e una strategia impeccabile in gara. Un motivo in pi&ugrave; per crederci: abbiamo le vetture, gli uomini, i piloti, i mezzi e lo spirito per lottare fino in fondo.&rdquo; 

Il doppio guasto alle monoposto di Vettel e Raikkonen ha mandato in frantumi il sogno di una doppietta altrimenti possibile

Formula 1 Malesia, Arrivabene: &ldquo;Il weekend pi&ugrave; difficile per Ferrari&rdquo;

Parlare della gara di Max Verstappen dicendo che ha festeggiato nel migliore dei modi il compleanno di sabato (vent&#39;anni) &egrave; fin troppo facile. D&#39;altra parte non c&#39;&egrave; tanto altro da aggiungere: sebbene lui stesso sperasse nella pioggia prima della gara, in realt&agrave; ha presto dimostrato che anche sull&#39;asciutto oggi non ce ne sarebbe stato per nessun altro. Nemmeno per Hamilton, che per l&#39;olandese &egrave; stata una &quot;pratica&quot; archiviata in poco pi&ugrave; di 3 giri, dopo che si era visto &quot;promosso&quot; in seconda posizione al via per la scomparsa dalla griglia di Raikkonen. Posizione che ha peraltro difeso benissimo e senza strafare nelle prime curve, dall&#39;attacco di Bottas. Meritati dunque anche i complimenti di Ricciardo a fine gara.  Max racconta cos&igrave; l&#39;inizio di gara: &laquo;Mi sono accorto quasi subito che il mio passo era buono e che Lewis stava lottando con la trazione. Mi sono fatto sotto e ho usato tutta la potenza dalle batterie per superarlo. Sapevo che stava combattendo per il campionato e non avrebbe preso troppi rischi, per cui ho affondato&raquo;. Una piccola ripicca sulla manovra a suo dire troppo rischiosa di Vettel in Malesia?  In ogni caso dal momento del sorpasso Verstappen non ha mostrato alcuna flessione e ha tenuto in pugno con solidit&agrave; la gara, arrivando al suo secondo successo in carriera in modo irreprensibile. L&#39;unico rischio &egrave; stato quando si &egrave; trovato quasi coinvolto nella scaramuccia tra Palmer e Magnussen, mentre li stava doppiando. &laquo;&Egrave; stato meraviglioso vincere oggi - prosegue Max - anche perch&eacute; ieri non mi aspettavo di poter essere cos&igrave; veloce. Vincere &egrave; stato inaspettato, per cui sono veramente contento. Appena superato Lewis ho capito che da l&igrave; in poi avrei potuto controllare la gara. La macchina era veramente buona e il nostro passo con i pneumatici pi&ugrave; morbidi era migliore di quanto mi aspettassi. &Egrave; stata una gara molto fisica e molto calda, anche perch&eacute; non sono stato molto bene questo fine settimana, ma siamo riusciti a portarla a casa&raquo;.  Questa vittoria arriva dopo una prima parte di stagione tutt&#39;altro che favorevole, con 7 ritiri nelle prime 14 gare (dunque la met&agrave; esatta) causati pi&ugrave; spesso da problemi alla monoposto che non per errori suoi. Possiamo allora credere che la sfortuna sia passata, che questo non sia un episodio isolato? &laquo;Non si pu&ograve; mai prevedere come andr&agrave; il resto della stagione, ma continuiamo a migliorare e la vedo in modo positivo. Speriamo d&#39;ora in poi di poter ottenere ancor di pi&ugrave; di questo, nel resto dell&#39;anno, e poi avere un buon inizio per la prossima stagione&raquo;.  LA CLASSIFICA DEL MONDIALE F1  

Non c&#39;&egrave; stato bisogno della pioggia per il secondo successo in carriera di Max, che gi&agrave; subito dopo il via ha capito come stava profilandosi la gara

F1 Malesia, Verstappen: &quot;Non me l&#39;aspettavo, sono ancor pi&ugrave; contento&quot;

Come diceva Agatha Christie, due indizi fanno una coincidenza, ma tre indizi sono una prova. Bene, per ora gli indizi sono due: come i guasti&nbsp;sulle Ferrari a Sepang. Uno sabato a Vettel e uno domenica a Raikkonen. Sempre nei dintorni del turbo. Sempre di un problema di perdita di potenza si &egrave; trattato: l&rsquo;aria compressa dalla girante, invece che generare cavalli in pi&ugrave; nel V6 turbo ibrido delle Ferrari, finiva dispersa chiss&agrave; dove.&nbsp;  Anche se per Agatha Christie i due guasti non rappresentano ancora una prova decisiva, per noi per&ograve; sono abbastanza per sollevare il forte sospetto di una crisi di affidabilit&agrave; della Ferrari proprio nel momento decisivo del mondiale. Non ci voleva e soprattutto non ci si pu&ograve; aggrappare alla sfortuna. Evidentemente &egrave; successo qualcosa nel delicato equilibrio tecnico della Rossa che aveva centellinato l&rsquo;impiego del quarto motore fino a autunno inoltrato.&nbsp;  I primi indizi dicono che anche a Raikkonen &egrave; capitato lo stesso problema di Vettel: una perdita di pressione del turbo, dovuta a un collettore difettoso che aveva ceduto. Sembra sia un collegamento in carbonio realizzato da un fornitore esterno dimostratosi meno robusto del dovuto. Da qui poi si va per ipotesi, con tutti gli azzardi del caso: potrebbe trattarsi di una partita difettosa di accessori adottati soltanto a partire dalla Malesia. Ma perch&eacute; sulla SF70-H di Raikkonen ha funzionato in modo impeccabile per due giorni cedendo invece al primo giro di riscaldamento domenica e in quello di Vettel ha smesso di funzionare subito appena montato? Mistero.&nbsp;  L&rsquo;affidabilit&agrave; &egrave; la bestia nera di ogni team d F1. Quando si rompe qualcosa di imprevisto, progettato per durare molto di pi&ugrave;. In genere poi si rompe sempre qualcosa di secondario che mette KO tutta la macchina. &Egrave; una costante del motorsport: si spendono milioni per componenti sofisticati che devono resistere ad ogni sollecitazione, poi si rompe il classico pezzettino da dieci euro che funge da collegamento tra i pezzi sofisticati. Magari stavolta non costa davvero dieci euro, perch&eacute; immaginiamo sia un raccordo delicatissimo in carbonio lavorato di precisione per offrire massima leggerezza e grande resistenza, per&ograve; &egrave; una cosa ricorrente del mondo delle corse che a spaccarsi siano le piccole cose, non quelle pi&ugrave; importanti.&nbsp;  Certo &egrave; che nel momento del massimo sforzo agonistico, la Ferrari si &egrave; trovata azzoppata. E qui si riapre la famosa questione &ldquo;affidabilit&agrave;&rdquo;, che &egrave; spesso stata la nemica del Cavallino nelle ultime stagioni. Se c&rsquo;&egrave; infatti una cosa che la Mercedes ha dimostrato negli anni scorsi &egrave; che la macchina, oltre che velocissima, &egrave; anche un carro armato in fatto di affidabilit&agrave;. In 74 GP dell&rsquo;era ibrida, le Mercedes Turbo Hybird hanno vinto ben 60 volte. E i ritiri clamorosi si contano sulle dita di mezza mano: il KO di Rosberg a Silverstone qualche anno fa e soprattutto l&rsquo;esplosione del motore a Hamilton l&rsquo;anno scorso proprio in Malesia che gli compromise la lotta per il titolo mondiale. Viceversa, la Ferrari in diverse occasioni ha accusato guasti tecnici imprevisti e imprevedibili, o in prova o in gara. Il doppio KO del turbo in Malesia, forse, &egrave; il pi&ugrave; clamoroso e dannoso degli ulrtimi anni ai fini del campionato; ma non l&rsquo;unico.&nbsp;  Diciamo che la Ferrari a volte dimostra una insospettabile fragilit&agrave;. Un esempio &egrave; il cedimento violento dell&rsquo;asse posteriore della SF70-H di Vettel a gara finita a Sepang per un urto contro Stroll. Un danno esagerato considerando che la Williams non s&rsquo;&egrave; fatta quasi niente, mentre alla Ferrari si &egrave; strappata completamente la sospensione posteriore con tanto di mozzo e ruota. E potrebbe esserne uscito danneggiato anche il cambio, esponendo il team a una sostituzione e quindi a una penalit&agrave; in griglia. E poi ricordate il guasto al braccetto dello sterzo in Ungheria a Vettel per un cordolo preso male? In quel caso per fortuna non provoc&ograve; conseguenze perch&eacute; Raikkonen protesse le spalle di Vettel, ma &egrave; un pericoloso indizio: come se il Cavallino per spremere al massimo la monoposto per il rush finale di campionato l&rsquo;abbia indebolita al limite della fragilit&agrave;. Per cui basta un niente a rompere qualcosa.&nbsp;  Questa mancanza di affidabilit&agrave; dovrebbe preoccupare non poco in prospettiva. Vettel, per conquistare il titolo, ha l&rsquo;imperativo obbligo di vincere tutti e cinque le restanti gare (a meno che Hamilton non si ritiri in una occasione). Quindi dovr&agrave; spremere al massimo la SF70-H su tutte le piste, in qualifica e gara. Ma quando si porta al limite una macchina si moltiplicano le possibilit&agrave; che le temperature di esercizio salgano, i componenti si mettano a vibrare, ogni particolare si solleciti al limite della resistenza all&rsquo;affaticamento. E magari il delicato equilibrio delle migliaia di componenti che fa marciare al massimo una monoposto F1 venga a cadere. Lo si &egrave; visto pure nella forsennata rimonta su Ricciardo nei giri finali di Sepang. Quando Vettel, per un allarme dovuto a un uso eccessivo dell&rsquo;energia elettrica del recupero di emergia, ha dovuto di colpo rallentare il passo.&nbsp;  Per cui Ferrari deve in fretta e furia raddoppiare i controlli qualit&agrave; su tutta la macchina, e fare verifiche approfondite in fabbrica simulando una volta di pi&ugrave; gli affaticamenti dei vari componenti. E magari cambiare metodo di comportamento e lavoro sui circuiti. Per affrontare la trasferta Giappone-Usa-Messico con maggiore tranquillit&agrave; e speranze. Il mondiale non &egrave; perso definitivamente ma sta sfuggendo tra le dita di una squadra che per sei mesi aveva guidato la classifica.&nbsp; 

Il doppio guasto di Sepang sulle SF70H di Raikkonen e Vettel solleva sospetti su una crisi di affidabilit&agrave; della Scuderia proprio nel momento decisivo della stagione

Formula 1 Malesia, Ferrari: un problema di controllo qualit&agrave;?

Quella di Sepang &egrave; una gara che propone molti episodi da commentare e da ricordare, sia in positivo che in negativo. Preferiamo partire dalla grande vittoria di Max Verstappen, la sua seconda in carriera, &quot;costruita&quot; veramente bene. Intanto l&#39;olandese ha resistito con forza ma senza esagerazioni n&eacute; incertezze all&#39;attacco iniziale di Valtteri Bottas, mantenendo cos&igrave; la seconda posizione al primo giro. Poi ha tenuto un passo notevolissimo, arrivando ad attaccare Lewis Hamilton in modo tale per cui perfino il poco accomodante campione inglese ha capito subito non era il caso di resistere. Un successo che ripaga Verstappen delle tante delusioni di questo campionato, dove ha collezionato 7 DNF su 14 gare precedenti, pi&ugrave; spesso per avarie che per colpe sue.  Chi non ha potuto lottare per il successo, o almeno per una posizione a podio, pur avendo sulla carta tutte le possibilit&agrave;, &egrave; stato invece Kimi Raikkonen. Il finlandese ha comunicato gi&agrave; durante il giro di preschieramento che aveva problemi di potenza motrice, che non &egrave; stato possibile risolvere in griglia, n&eacute; ai box dove &egrave; stato portato mestamente prima del giro di formazione. &Egrave; stato escluso un problema al turbo o alle batterie scariche (come aveva ipotizzato in un primo tempo il pilota) per cui sar&agrave; pure da verificare che non si sia costretti a rinunciare a questo motore. Insomma, gara nemmeno iniziata per Kimi, proprio quando partire dalla prima fila poteva prefigurare ben altri riscontri.  Quanto la Ferrari SF70H avesse come potenzialit&agrave;, l&#39;ha del resto dimostrato Sebastian Vettel: partito dall&#39;ultima posizione in griglia con le soft, situazione strategica abbandonata poi a favore di un riuscito undercut su Bottas, ha sfruttato bene le gomme supersoft per andare all&#39;attacco di Daniel Ricciardo nei giri finali. Purtroppo a quel punto le gomme erano ormai quasi &quot;alla frutta&quot;, c&#39;&egrave; stata un&#39;incomprensione nel doppiaggio di Fernando Alonso (che non ha agevolato, ma nemmeno &quot;chiuso la posta in faccia&quot; a Seb), si sono aggiunti pure problemi di calore e di consumo, e con Adami che via radio manifestava la sua preoccupazione per il rendimento delle gomme incentivando ad attaccare &quot;subito&quot;, l&#39;unico vero tentativo su Ricciardo non &egrave; andato a buon fine (con una deviazione in frenata un po&#39; al limite del regolamento da parte dell&#39;australiano).  Cos&igrave; Vettel si &egrave; dovuto &quot;accontentare&quot; di un quarto posto che &egrave; ottimo considerando la posizione di partenza, ma non tanto in ottica campionato, dove Hamilton porta il suo vantaggio a 34 punti. Questo proprio in una gara in cui la Mercedes &egrave; parsa tutt&#39;altro che incontenibile, come dimostra il 5&deg; posto finale di Valtteri Bottas, pur ricordando che il finlandese &egrave; partito con una configurazione molto differente da quella del compagno di squadra. Perfino Ricciardo con una Red Bull dal fondo danneggiato (un pezzo strisciava sull&#39;asfalto) &egrave; riuscito ad avere la meglio in una bella lotta ruota a ruota durata 4 curve.  Ottimo Sergio Perez nel conquistare il 6&deg; posto finale (ultimo dei non doppiati) ma ancor di pi&ugrave; la prestazione del primo dei doppiati: si tratta di Stoffel Vandoorne, 7&deg; dopo una gara consistente nella quale evidenziamo il bel sorpasso in uscita dai box su Stroll e Massa. Quest&#39;ultimo ha avuto la macchina danneggiata al via per un contatto con Ocon, ma il &quot;suggerimento&quot; dai box di lasciare l&#39;ottava posizione finale al canadese &egrave; stato probabilmente un po&#39; eccessivo, come per&ograve; era stato strano che avessero operato un undercut di Felipe su Lance subito prima.  Ultima posizione a punti per Esteban Ocon, che dopo il citato contatto con Massa ha pagato poi anche l&#39;essere stato mandato in testacoda da Carlos Sainz, con lo spagnolo che alla fine si &egrave; ritirato (unico oltre a Raikkonen) mentre lottava per le prime posizioni tra gli inseguitori. 11&deg; invece Fernando Alonso, stavolta meno incisivo di Vandoorne, vuoi perch&eacute; partiva pi&ugrave; indietro, vuoi perch&eacute; aveva un set-up differente, vuoi perch&eacute; ha anche perso tempo lottando a ruotate con Kevin Magnussen. Da scrivere sulle magliette il commento via radio dello spagnolo: &quot;Magnussen &egrave; un idiota. Hulkenberg ha davvero ragione!&quot;.  Controversa la gara di Magnussen: cercando di resistere (madd&agrave;i&hellip;) ad Alonso &egrave; andato un po&#39; sopra le righe ma nemmeno in modo tale da essere sanzionato; poi nel superare Jolyon Palmer all&#39;esterno viene al contatto, ma &egrave; stato l&#39;inglese che cercando di resistere ha bloccato in frenata allargando; e alla fin fine riesce a portare a casa un 12&deg; posto che per come la Haas era &quot;sistemata&quot; in questo GP era a dir poco insperato, con Romain Grosjean appena dietro, anche lui riuscito a massimizzare seppure senza &quot;farsi notare&quot; come il team-mate.  Buono il 14&deg; posto finale per il debuttante Pierre Gasly: non ha fatto castronerie anche quando si &egrave; ritrovato a lottare con altri colleghi, e dopotutto ha tenuto dietro non solo le Sauber (nulla di cui vantarsi&hellip;) ma anche entrambe le Renault, con Nico Hulkenberg che alla fine ha avuto problemi non identificati dopo che si era ritrovato a combattere con Ocon per posizioni ben pi&ugrave; interessanti. Non &egrave; solo per la Ferrari che non sempre le gare vanno come possibile&hellip;  LA CLASSIFICA DEL MONDIALE F1 

La Scuderia si dimostra forte, ma di nuovo non pu&ograve; sfruttare a fondo la potenzialit&agrave; della SF70H nemmeno con Raikkonen, out gi&agrave; prima del via

F1 Malesia, analisi gara: un&#39;altra occasione mancata per Ferrari

Lewis Hamilton parte dalla Malesia da vincitore. Il successo &egrave; andato meritatamente a Max Verstappen, tuttavia il pilota Mercedes solo venerd&igrave; non avrebbe potuto sperare in un risultato migliore. I problemi che hanno rovinato il fine settimana della Scuderia Ferrari hanno consentito al britannico di correre senza l&rsquo;assillante presenza n&eacute; di Vettel, confinato al 20&deg; posto della griglia, n&eacute; di Raikkonen, costretto a lasciare vuota la seconda piazzola dello schieramento.&nbsp;  Scattato dalla pole, The Hammer ha ceduto all&rsquo;incontenibile Red Bull di Verstappen gi&agrave; al 4&deg; giro, passato dall&rsquo;olandese all&rsquo;interno della curva 1. Hamilton ha iniziato subito a cedere terreno e non &egrave; mai sembrato in grado di poter andare a riprendere l&#39;avversario: al 12&deg; giro &egrave; un secondo pi&ugrave; lento del pilota Red Bull e il muretto Mercedes gli comunica che Vettel &ldquo;potrebbe diventare una minaccia&rdquo; nelle battute finali.&nbsp;  Tuttavia il ferrarista non ha mai avuto l&#39;opportunit&agrave; di impensierire Hamilton: la sua bella rimonta &egrave; stata prima rallentata da Bottas, tanto che Hamilton &egrave; riuscito a rientrare davanti ai due dopo il pit stop al giro 27, poi si &egrave; infranta contro Ricciardo. E ora Ham vola verso Suzuka con 34 punti di vantaggio in classifica generale.&nbsp;&ldquo;Avrei potuto chiudergli la porta &ndash; ha commentato il tre volte campione salito per la sesta volta sul podio di Sepang, riferendosi al sorpasso di Verstappen &ndash; ma sarebbe stato un rischio in ottica campionato. E&rsquo; stata una gara dura, mi sento bene ma penso che abbiamo del lavoro da fare. Dobbiamo continuare a spingere&rdquo;.&nbsp;  &quot;Sapevamo che questa sarebbe stata una gara dove avremmo avuto delle difficolt&agrave; rispetto ad altri gran premi &ndash; ha proseguito Hamilton -, quindi ho cercato semplicemente di mantenere la posizione senza prendere rischi. Oggi non avevamo la vettura pi&ugrave; veloce, mentre la Ferrari ci dava 8 decimi al giro. Ho visto dei miglioramenti nel secondo stint, ma non avevo il passo di Max&quot;.  Un secondo posto che vale quanto un&rsquo;inattesa vittoria strategica: &quot;Max era consapevole di essere pi&ugrave; veloce di me ed ha fatto di tutto per salire in prima posizione. Ho cercato di rendergli il sorpasso difficile, ma il mio obiettivo oggi era di portare a casa il maggior numero di punti. Forse avrei potuto resistergli di pi&ugrave;, ma avrei rischiato&quot;.  Il secondo weekend nero Ferrari consente a Hamilton di andarsene indenne da Sepang, anche se il gap prestazionale delle W08 rispetto alle Red Bull e alle Ferrari fa pensare: &quot;La prestazione delle Red Bull non mi ha sorpreso, mentre noi dovremo discutere dei problemi che abbiamo avuto in questo weekend prima di scendere in pista a Suzuka. Sappiamo che quando le temperature sono alte soffriamo, mentre con un asfalto pi&ugrave; fresco non abbiamo particolari difficolt&agrave;&quot;.  FORMULA 1: CLASSIFICHE PILOTI E COSTRUTTORI 

Sorpassato da Verstappen dopo 4 giri il pilota Mercedes ha gestito il 2&deg; posto incrementando il proprio vantaggio in classifica generale

Formula 1 Malesia: Hamilton non prende rischi e pensa al titolo

&ldquo;Andiamo Alonso! Ma veramente? Pensavo fossi meglio di cos&igrave;&rdquo;. Giro 48 del GP di Malesia: Sebastian Vettel &egrave; una furia Rossa. Partito dal 20&deg; posto della griglia di partenza in seguito ai problemi meccanici che non gli hanno consentito di disputare le qualifiche, Seb ha metodicamente rimontato posizioni fino a trovarsi al quarto posto. Alle spalle di Daniel Ricciardo, mentre Max Verstappen gli regala una scintilla di speranza mettendosi alle spalle Lewis Hamilton.&nbsp;  Vettel fiuta il posteriore dell&rsquo;australiano; anche grazie alla differenza di mescola, il ferrarista ha macinato giri veloci, divorando l&rsquo;enorme distacco che lo separava dalla Red Bull. Vettel ha guadagnato su Ricciardo 1.40 secondi al giro 41, 0.81 al giro 42, 0.83 al giro successivo e 1.38 al giro 44. Poi l&rsquo;intoppo Alonso: Ricciardo infila la McLaren alla curva 1, ma l&rsquo;asturiano non lascia passare agevolmente Vettel. Che nella foga della lotta non la prende bene, mandandolo anche a quel paese con la mano dopo averlo sorpassato alla curva 4. E&rsquo; l&rsquo;apice della gara di Vettel. Ricciardo vede la SF70H attaccata al posteriore, una situazione inimmaginabile alla partenza. Tanto che il muretto Red Bull gli ricorda, poco prima, &ldquo;Stiamo lottando per il podio&rdquo;. Della serie: spingi o questo ti prende.&nbsp;  L&rsquo;unica possibilit&agrave; per il tedesco si &egrave; presentata al giro 49, alla staccata della curva 1: ma Ricciardo &ldquo;allarga i gomiti&rdquo; costringendo Vettel a desistere. Seb ha ormai portato la sua vettura al limite, a partire dalle gomme: il suo ingegnere di pista, Adami, scandisce alla radio &ldquo;Attack now. Attack now&rdquo;. Ossia ora o mai pi&ugrave;. Ma non si presentano altre occasioni e Vettel inizia a cedere terreno, costretto ad accontentarsi di un clamoroso quarto posto. &quot;Tutto sommato sono contento del risultato, ma sarebbe stato bello salire sul podio&quot; commenta Seb a fine gara.&nbsp;  Inutile fare la storia con i &ldquo;se&rdquo;. Ma &egrave; ovvio che entrambe le Ferrari a Sepang avevano le performance per vincere: &quot;Io avevo delle buone sensazioni in macchina. Quando avevo bisogno di spingere per tirare fuori qualcosa in pi&ugrave; dal motore, forse ero ancora un po&#39; tropo lontano da Ricciardo. Ho avuto forse una mezza occasione per passare, ma ero gi&agrave; troppo avanti nel rettilineo per riuscirci. Credo che la nostra macchina fosse la pi&ugrave; veloce ed &egrave; un peccato che Kimi non abbia potuto correre oggi. Non &egrave; stato un grande weekend se si guarda al risultato, ma la velocit&agrave; della SF70H &egrave; promettente&rdquo;.&nbsp;  Nessuna rivincita dopo Singapore, dunque, ma il valore sportivo della rimonta di Vettel rimane, cos&igrave; come quello strategico: Hamilton incrementa&nbsp;il proprio vantaggio in classifica ma il fronte ha tenuto. Per Ferrari non &egrave; stata una Caporetto anche se il cumulo di guasti getta ombre inquietanti in vista di Suzuka: &ldquo;Non so se il problema che ha avuto Kimi oggi sia stato lo stesso che ho avuto io ieri, ma di solito le cose vanno bene dal punto di vista dell&#39;affidabilit&agrave;, quindi &egrave; dura da accettare&rdquo;.  Infine un commento sull&rsquo;incidente con Stroll, ultima emozione a traguardo gi&agrave; tagliato, con Vettel che viene colpito mentre passa all&rsquo;esterno la Williams. Un impatto abbastanza violento da strappargli la ruota posteriore sinistra: &ldquo;Credo che in quel momento non stesse guardando dove stava andando, &egrave; molto semplice&rdquo;.&nbsp; Il contatto &egrave; stato posto sotto investigazione ma gli steward hanno concluso di &quot;archiviare il caso&quot;.&nbsp;  GP di MALESIA: L&#39;ORDINE DI ARRIVO 

Il tedesco protagonista di una rimonta da antologia, non riesce a strappare il podio a Ricciardo. Limitando i danni in un fine settimana da dimenticare

Formula 1 Malesia: Vettel epico 4&deg; nel secondo weekend nero Ferrari

Una gara con tanti episodi memorabili, quella a Sepang, gi&agrave; da prima del via con la macchina di Raikkonen che viene portata mestamente dalla prima fila ai box, per problemi alla power unit emersi nel giro di preschieramento. Cos&igrave; Hamilton si invola in prima posizione, ma poi pu&ograve; fare ben poco per contrastare un Verstappen in giornata di grazia: l&#39;olandese passa di giustezza e conquista cos&igrave; la sua seconda vittoria in carriera, seguito sul podio da Hamilton stesso e poi da Ricciardo.  L&#39;australiano &egrave; stato attaccato sul finale da Vettel, risalito bravamente dall&#39;ultima posizione in griglia dopo i problemi in qualifica, ma il tedesco non &egrave; riuscito a cogliere l&#39;attimo giusto prima che le gomme anteriori lo abbandonassero. Poi, a gara finita, c&#39;&egrave; stato l&#39;incredibile incidente con Stroll: un&#39;incomprensione che per&ograve; ha divelto la sospensione posteriore della Ferrari, e vedremo se non ci saranno altri danni al cambio che ne richiedano la sostituzione con conseguenti penalit&agrave; alla prossima gara.&nbsp;  Al traguardo Bottas, dopo una buona partenza in cui ha contrastato il secondo posto a Verstappen, si &egrave; classificato 5&deg; precedendo Perez, ultimo dei non doppiati. Doppiato, ma non per questo autore di una brutta gara (anzi!), un ottimo Vandoorne, 7&deg; davanti a Stroll, Massa e Ocon, con Alonso 11&deg; appena fuori dalla top ten. Ritiro per Sainz, mentre Gasly alla sua prima gara ha portato l&#39;altra Toro Rosso in 14esima posizione.&nbsp;  Con questo risultato Hamilton consolida il primato in classifica, a 281 punti e quindi aumentando il vantaggio su Vettel (247) a 34 punti. Prossimo appuntamento tra una settimana a Suzuka.  GP di MALESIA: L&#39;ORDINE DI ARRIVO  La cronaca &quot;live&quot; con Twitter  Tweets by autosprintLIVE   Introduzione  Partenza alle ore 9 italiane (le 15 locali) per il GP della Malesia, quindicesima prova del Mondiale F1 2017. Sono 56 giri di gara sul circuito di 5.543 metri che seguiremo dall&#39;inizio alla fine con la nostra cronaca diretta, tramite il nostro canale Twitter specifico @autosprintLIVE.  Sar&agrave; una gara molto difficile gi&agrave; in partenza per le elevate temperature ambientali o, all&#39;opposto, per la pioggia che si potr&agrave; presentare all&#39;improvviso in qualsiasi momento (le previsioni danno la possibilit&agrave; di temporali e schiarite). Ma per qualcuno sar&agrave; pi&ugrave; difficile che per altri: parliamo ad esempio di Vettel, che dopo i problemi in qualifica sar&agrave; chiamato a una grande rimonta dall&#39;ultima posizione sullo schieramento. Quando invece il suo rivale diretto in campionato, Hamilton, partir&agrave; dalla pole position, affiancato in prima fila da Raikkonen e seguito in seconda fila dalle due Red Bull, che in caso di gara bagnata potrebbero fare davvero da terzo incomodo.  In caso di pista asciutta e al netto di eventuali safety car, la strategia pi&ugrave; probabile sar&agrave; quella con una sola sosta, passando da supersoft a soft dopo 15-23 giri secondo i casi. Qualora degrado e/o caldo fossero maggiori del previsto, sarebbe allora pi&ugrave; consigliabile una tattica su due soste, tenendo inizialmente due set di supersoft per 12 e 16 giri circa, per poi passare alle soft nei rimanenti giri fino al traguardo. Comunque, secondo i tecnici Pirelli, difficilmente si far&agrave; ricorso alle gomme medie. Quale sar&agrave; l&#39;effettiva situazione ambientale di gara, lo vedremo solo al momento tramite la nostra cronaca diretta &quot;live&quot;.  Questi alcuni link utili per il GP a Sepang: - i numeri e le curiosit&agrave; della gara - le scelte effettuate dalla Pirelli - le caratteristiche del tracciato - gli orari TV di tutte le fasi  LE CLASSIFICHE DEL MONDIALE F1 2017 

Il 20enne Red Bull vince la sua seconda gara in carriera a Sepang davanti alla Mercedes di Hamilton e al compagno di squadra Ricciardo. Spettacolare rimonta di Vettel: partito 20&deg; chiude ai piedi del podio

Formula 1: Verstappen vince il GP di Malesia, Vettel da ultimo a 4&deg;

Quel maledetto terzo motore, verrebbe da dire. Non &egrave; la prima volta che la Ferrari viene lasciata a piedi fra prove libere del sabato mattina e qualifica da un guasto al motore oppure ad uno dei suoi componenti. Era gi&agrave; successo al GP di Spagna a Barcellona. Ma quella volta - era il 13 maggio - i meccanici del Cavallino fecero un mezzo miracolo riuscendo a sostituire il propulsore sulla Gina di Vettel in meno di due ore, fra le 12 e le 14 del sabato. Pi&ugrave; o meno quello che hanno dovuto fare anche in Malesia oggi dopo la panne elettrica delle libere-3. Ma stavolta il lavoro di montaggio del propulsore 062H non &egrave; andato a termine nel modo migliore. E sempre del terzo motore, guarda la coincidenza, si tratta.&nbsp;  In Spagna il motore delle prove libere, il n.2 accus&ograve; una perdita d&rsquo;acqua e si prefer&igrave; montare il n.3 per le qualifiche. In Malesia &egrave; stato il n.3 che durante le prove del sabato mattina ha accusato difetti elettrici e ha spinto la squadra a sostituirlo con il 4, il cui turbo per&ograve; ha smesso di funzionare appena uscito dai box per le qualifiche. Dopo aver di nuovo smontato la monoposto, in serata, si &egrave; scoperto che a cedere stato un collettore di collegamento fra compressore e motore. E pressione extra generata dal turbo non arrivava quindi al propulsore.&nbsp;  Purtroppo all&rsquo;origine del problema c&rsquo;&egrave; sempre il fattore-tempo. Per sostituire un motore F1 completo di accessori su una monoposto servono quasi quattro ore lavorando con calma e tranquillit&agrave;. &Egrave; la complessit&agrave; intrinseca del fissaggio di tutti gli accessori del propulsore che richiede cos&igrave; tanto tempo. I meccanici Ferrari, sia in Spagna che in Malesia, hanno dovuto farlo in meno di due ore; e bench&eacute; i ragazzi di Maranello sappiano lavorare con una velocit&agrave; e sincronia disarmante, si tratta sempre tempi tecnici che non si possono accorciare a piacere. Nella fretta, magari, basta una vite avvitata male, un connettore mal fissato a provocare un guaio. Oppure, come probabilmente &egrave; capitato in questo caso, &egrave; colpa di un pezzo difettoso che ha deciso di smettere di funzionare dopo pochissimi chilometri.&nbsp;  La colpa &egrave; della complessit&agrave; delle power unit ibride moderne. Che sono pi&ugrave; problematiche dei vecchi V8 o V10 aspirati di tanti anni fa. Un motore aspirato come quello degli Anni Duemila pur grosso e pesante, era per&ograve; molto pi&ugrave; semplice dal punto di vista costruttivo dei turbo ibridi attuali. Ed era pi&ugrave; facile da assemblare al telaio. Ci volevano 45 minuti, al massimo un&rsquo;ora contro le due o tre ore di oggi. Si trattava di un pezzo unico, formato da basamento pi&ugrave; cilindri e testate, cui dovevano essere attaccati soltanto i tubi di scarico e i condotti dell&rsquo;acqua per il radiatore. Una power unit turbo ibrida attuale invece &egrave; composta da quattro pezzi ben differenti, ingombranti e complicati da amalgamare tra loro. Che la Fia identifica con diverse sigle perch&eacute; la cui sostituzione non &egrave; libera ma vincolata a un numero massimo di volte. C&rsquo;&egrave; il motore termico vero e proprio, ovvero il blocco del V6 con i suoi cilindri e i suoi pistoni, chiamato ICE (Internal Combustion Engine); c&rsquo;&egrave; il gruppo del turbocompressore formato dalle due giranti (compressore e turbina); c&rsquo;&egrave; il sistema di recupero di energia dalla girante del turbo, chiamata MGU-H (generatore di energia dal calore); poi c&rsquo;&egrave; il motore elettrico che recupera l&rsquo;energia cinetica nelle frenate (MGU-K); quindi c&rsquo;&egrave; una complessa centralina elettronica e le batterie dove viene immagazzinata l&rsquo;energia elettrica. E decine di chilometri di cavi di ogni genere, dimensioni e colore per distinguerli tra loro, che collegano tutti i sistemi.&nbsp;  Montare un nuovo motore da zero sul telaio richiede veramente quattro ore di lavoro da zero per collegare ogni cavo e connettore; perci&ograve; per essere pronti a ogni evenienza nel week end del GP, le squadre di solito tengono pronto un motore di scorta gi&agrave; pre-assemblato con vari componenti (turbocompressore, MGU-H eccetera) per montarlo pi&ugrave; in fretta sul telaio in caso di imprevisti tra un turno di prove e l&rsquo;altro visto che il tempo scarseggia. &Egrave; quello che ha fatto la Ferrari tra le 12 e le 14 di sabato in Malesia. Accusata la panne elettrica sul motore n.3, si &egrave; cominciato in fretta a smontarlo per montare sulla Rossa il motore n.4 con gi&agrave; alcuni accessori montati.  Ma in questa strategia esiste un punto debole: siccome ogni pezzo (ICE, MGU-H, MGU-K, batteria, turbo) ha una vita propria e pu&ograve; durare un numero differente di GP, i team incrociano i vari componenti durante l&rsquo;anno. E non sempre ci sono tutti pezzi &ldquo;freschi&rdquo; a disposizione. Cos&igrave; sul motore n.3 con cui Vettel ha iniziato le prove libere in Malesia - che &egrave; quello che ha accusato problemi elettrici - era stato montato il turbo n.4 pi&ugrave; fresco; perci&ograve; sul motore di scorta nuovo, il n.4 che era stato portato solo in misura precauzionale, era stato collegato un turbo usato, il n.2. Tanto non ne era pianificato l&rsquo;uso. Quando si &egrave; reso necessario, i meccanici di Vettel, sono riusciti ad eseguire il miracolo di sostituire il motore sulla monoposto di Seb fra le FP3 e le qualifiche e l&rsquo;hanno rispedito in pista in tempo. Purtroppo dopo due km si &egrave; manifestato il calo di potenza che ha costretto Vettel a rientrare ai box. Un guaio dovuto non certo al motore che era nuovo di zecca, ma al turbo che ha smesso di funzionare. Un collegamento difettoso o pi&ugrave; probabilmente un&rsquo;avaria alla turbina/compressore che era usata.&nbsp;  Vettel dice di non credere a fortuna o sfortuna. &ldquo;Le corse sono fatte cos&igrave;&rdquo;, spiega. Nel senso che ci pu&ograve; essere sempre un imprevisto in agguato e a volte non ci si pu&ograve; far niente. O meglio, una cosa in questo caso ci sarebbe: bisognerebbe cambiare il regolamento che prevede due sole ore di intervallo fra prove libere e qualifiche al sabato. Uno spazio di tempo che &egrave; uguale da venticinque anni, quando le F1 correvano con i motori aspirati che si potevano sostituire anche in 45 minuti. La maggior complessit&agrave; delle unit&agrave; turbo ibride richiederebbe invece di portare l&rsquo;intervallo fra libere e qualifiche ad almeno 3 ore. In assenza di questo, bisogna confidare soltanto sui miracoli dei meccanici. Ma nelle corse a volte tutto &ldquo;gira&rdquo; bene, a volte invece qualcosa va storto. La Malesia gi&agrave; nel 2016 aveva rovinato il mondiale ad Hamilton azzoppato in gara da un guasto al motore; speriamo che lo stesso difetto al motore non abbia completamente compromesso la potenziale rimonta di Vettel in campionato.&nbsp; 

Per sostituire il motore di una monoposto 2017 servirebbero quattro ore: prima delle qualifiche di Sepang i meccanici di Maranello hanno ripetuto sulla macchina di Vettel il miracolo di Barcellona. Ma ha ceduto il collettore tra motore e turbo

Formula 1 Malesia, stavolta al box Ferrari non &egrave; riuscito il miracolo

Lewis Hamilton non &egrave; solo dannatamente veloce ma, per sua stessa convinzione, &ldquo;benedetto da Dio&rdquo;. Il tre volte campione Mercedes dopo la vittoria di Singapore centra la pole al GP di Malesia grazie a un giro strepitoso e beneficiando dell&rsquo;inatteso forfait di Sebastian Vettel. Col principale avversario costretto a partire dall&rsquo;ultima posizione, Hamilton dovr&agrave; vedersela solo (si fa per dire) con Kimi Raikkonen e Max Vertsappen. Iceman ce l&rsquo;ha messa tutta per strappargli la pole ma ha chiuso le Q3 a 45 millesimi dal britannico. Che ora potrebbe avere strada libera per assestare un colpo mortale alle ambizioni mondiali di Vettel.&nbsp;  Hamilton, come spesso &egrave; accaduto nella sua carriera, &egrave; riuscito a spazzare via le nuvole di un venerd&igrave; nero (e condito da polemiche riguardo al suo video contro Trump) con un&rsquo;eccellente prestazione. La pole &egrave; frutto del primo tentativo, chiuso con un tempo di 1:30.076, sufficiente ad arginare le ambizioni di Raikkonen, staccato di soli 45 millesimi.&nbsp;Terminata la triplice sessione di qualifica ha omaggiato il pubblico malese: &ldquo;Guardate questa folla, &egrave; il nostro ultimo gran premio qui ma &egrave; il miglior pubblico che abbia mai visto&rdquo;.  Poi un commento cavalleresco alle sfortune di Vettel: &ldquo;Mi spiace per quanto accaduto a Sebastian ma in qualche modo ce l&rsquo;abbiamo fatta e sono grato di ci&ograve;. E&#39; una piacevole sopresa&rdquo;. Grato specialmente al team perch&eacute; &quot;con la macchina di ieri non avrei potuto farcela. Inoltre anche le condizioni della pista ci sono venute in aiuto&rdquo;.&nbsp;&nbsp;  Alle spalle di Hamilton ci saranno Raikkonen e le due Red Bull. Dopo le qualifiche di Singapore il pilota Mercedes aveva vaticinato: &ldquo;Con Verstappen davanti pu&ograve; succedere di tutto&rdquo;. Stesso discorso vale a Sepang: &ldquo;Sar&agrave; una dura battaglia domani. Questi ragazzi, in particolare le Red Bull, hanno un gran passo gara&rdquo;. A questo punto chiss&agrave; se Vettel star&agrave; pensando &ldquo;con Max davanti&hellip;&rdquo;&nbsp;  &nbsp; 

Il pilota Mercedes festeggia una pole inaspettata, ottenuta grazie a un gran giro e ai problemi di Vettel

Formula 1 Malesia, Hamilton: &quot;Con la macchina di ieri non avrei fatto la pole&quot;

Sembrerebbe quasi una maledizione, quella che negli ultimi due weekend di gara sta andando contro la Ferrari e a favore della Mercedes. Dopo le prove libere di Sepang, pi&ugrave; o meno come dopo le qualifiche di Marina Bay, sembrava possibile un grosso passo avanti per le Rosse rispetto alle Stelle d&#39;Argento, grazie anche alla presenza delle Red Bull ad arretrare ulteriormente le vetture anglotedesche. Invece nel momento decisivo &egrave; andato tutto a rovescio per le speranze dei ferraristi.  Nello specifico, dopo un problema nelle ultime prove libere sul motore di Sebastian Vettel - un cilindro andava a sbalzi, probabile ma non certo problema elettrico - si &egrave; deciso per una sostituzione precauzionale dell&#39;unit&agrave; termica, assieme al turbo (di solito gi&agrave; montato direttamente). Quella utilizzata &egrave; stata la quarta, che &quot;a tabella&quot; sarebbe stata prevista per Suzuka o al massimo Austin. Purtroppo il turbo (il secondo di quattro finora utilizzati) &egrave; &quot;mancato all&#39;appello&quot; e Vettel &egrave; dovuto tornare lentamente subito ai box appena in pista a inizio qualifiche. Il problema non &egrave; stato risolto, cos&igrave; il tedesco si ritrova senza tempo e dovr&agrave; quindi partire ultimo. Vedremo se ora la Ferrari ne approfitter&agrave; per sostituire anche altre parti della power unit, oltre che per sistemare l&#39;avaria.  A fronte dei problemi motoristici di Vettel, la Mercedes risolve invece i suoi di assetto: le W08 vengono &quot;ribaltate&quot; nel set-up rispetto al venerd&igrave;, in modo differenziato tra i due piloti, e Lewis Hamilton con una soluzione meno innovativa di aggiornamenti riesce ancora una volta a staccare una grande pole position. Invece Valtteri Bottas, che aveva il &quot;pacchetto&quot; completo di modifiche, si deve accontentare del 5&deg; posto a quasi 7 decimi dal compagno di squadra.  A contrastare Hamilton ci ha provato Kimi Raikkonen con la Ferrari superstite, che in definitiva ha confermato certe potenzialit&agrave;. Per&ograve;, sebbene anche stavolta velocissimo, il finlandese ha confermato la sua predisposizione a sbavature nel giro secco decisivo: un piccolo errore in frenata proprio all&#39;ultima curva lo porta leggermente largo di traiettoria, e si deve accontentare del secondo tempo a soli 45 ms dalla pole.  Ben pi&ugrave; staccate le Red Bull, che comunque monopolizzano la seconda fila di partenza a circa mezzo secondo di ritardo, con Max Verstappen riuscito a sopravanzare Daniel Ricciardo di soli 54 ms. Vedremo se in gara riusciranno a fare la differenza, visto che in prova avrebbero mostrato un minor degrado dei pneumatici rispetto ai rivali.  Tra gli inseguitori stavolta emergono Esteban Ocon e Stoffel Vandoorne, 6&deg; e 7&deg; rispettivamente, con Nico Hulkenberg a completare la quarta fila staccato di soli 25 ms dal belga. In quinta fila troviamo dunque Sergio Perez, staccato di 18 centesimi dal compagno di squadra, nonch&eacute; Fernando Alonso che non pu&ograve; sempre fare miracoli pur se la McLaren-Honda sembra abbastanza competitiva in Malesia, sebbene un po&#39; meno della Force India. Meglio sicuramente della Williams, che ha posizionato Felipe Massa appena fuori dalle Q3 (11&deg;) e Lance Stroll 13&deg;. Tra i due si &egrave; messo Jolyon Palmer, a confermare che anche la Renault non &egrave; messa male nel complesso.  Decisamente meno positive le qualifiche per team quali Toro Rosso e Haas, che anche in questa fase hanno lottato con assetti tutt&#39;altro che ottimali. L&#39;unico aspetto positivo che si pu&ograve; cogliere, &egrave; come Pierre Gasly nelle sue prime qualifiche F1 della carriera, sia riuscito a stare a soli 156 ms da Carlos Sainz. Un risultato che pu&ograve; essere incoraggiante, per il prosieguo della carriera del pilota francese. Come andr&agrave; questa sua prima gara, se Vettel riuscir&agrave; a risalire fino alle prime posizioni (Alonso &egrave; convinto di s&igrave;) e in generale come andr&agrave; nella partenza e dopo nel corso del GP della Malesia, lo vedremo come sempre dopo che si saranno spenti i semafori rossi&hellip;  F1 MALESIA TUTTI I TEMPI DELLE QUALIFICHE 

Ancora una volta la situazione favorevole per la Ferrari viene capovolta nel momento decisivo, con Hamilton che coglie un&#39;inaspettata ulteriore pole

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