Tra i misteri più appassionanti della Formula 1, c'è quello del team Riviera, sparito senza aver mai fatto un metro in pista con la propria auto, la Riviera F1 170, il cui volante sarebbe stato affidato a Alberto Colombo.

Riviera, il team Brianzolo scomparso nel nulla

Una gara caotica, come solo Monaco sa regalare. E alla fine la spunto Patrese, primo italiano a vincere a Monaco in una gara valida per il Mondiale e primo successo Tricolore dopo la vittoria di Brambilla in Austria, nel 1975. Un trionfo. Ecco le foto più belle della gara

GP Monaco 1982, la vittoria di Patrese FOTO

Tanta tenacia e un pizzico di fortuna, nelle stradine del Principato di Monaco contano tanto quanto il talento. Nel 2004 la stella a brillare è stata quella di Jarno Trulli, vi ricordate quel giorno? Guardate qui le foto

Jarno Trulli, la vittoria al GP di Monaco del 2004 FOTO

Sono bellissime e hanno stregato i piloti della Formula 1. Scopriamo chi sono le fidanzate e le mogli che in questa sosta forzata del Mondiale stanno rubando la scena del Motorsport: da Vettel a Hamilton, fino a Leclerc e Ocon, Gasly e tutti gli altri

Le donne più sexy dalla Formula 1: tutte le wags dei piloti FOTO

Il 17 marzo del 2002, Michael Schumacher mette a segno la pole numero 150 nella storia del Cavallino Rampante. Il Kaiser di Kerpen, scrive la storia durante il GP della Malesia, ecco le foto dell'impresa

Schumacher, la firma sulla pole 150 della Ferrari: FOTO

Giancarlo Fischella ha disputato 231 Gp in carriera, ottenendo 3 vittorie, 4 pole position, 2 giri veloci, 19 podi e 275 punti totali. Ha corso per Minardi, Jordan, Benetton, Sauber, Renault, Force India e Ferrari prima di passare alla categoria Gt, sempre con il Cavallino. In questa gallery, alcuni scatti della sua carriera

F1, #orgoglioitaliano: Giancarlo Fisichella

Sebastian Vettel è un tedesco atipico, dotato di senso dell'umorismo e di una sana voglia di scherzare. In questi anni lo ha più volte dimostrato, rendendosi protagonista di un simpatico gioco di inizio anno, ovvero quello di affibbiare un soprannome ad ogni sua vettura, aspetto divenuto uno degli elementi caratterizzanti di ogni vigilia di mondiale da parte del quattro volte campione del mondo. Un gioco che è divenuto quasi un rito, con il pilota di Heppenheim che ogni anno prima di cominciare il campionato si ritrova con la squadra e sceglie il nome alla monoposto, ricorrendo magari a qualche allusione femminile.

Di questo "gioco" abbiamo memoria sin dal 2008, nel suo ultimo anno alla Toro Rosso, quando Seb rinomina la sua Str3 Julie, portandola alla pole ed allo storico successo di Monza 2008. Passato alla Red Bull, Seb non perde questo "vizio" e chiama Kate la sua Rb5, rimasta però incidentata: Vettel sceglie di rinominare dunque il secondo telaio, che prende il nome di Kate's dirty sister, ovvero la sorella sporcacciona di Kate. Andrà così anche l'anno successivo, con la Rb6 del 2010 che prende prima il nome di Luscious Liz (la succulenta, sensuale Liz) e poi di Randy Mandy (la libidinosa Mandy), ed è con quest'ultima che il tedesco porta a casa il primo titolo della carriera nel finale thrilling di Abu Dhabi. Nel 2011 spazio a Kinky Kyle, l'eccentrica Kyle, soprannome della Rb7 che nelle mani di Seb coglierà ben 15 pole position ed 11 vittorie, oltre al secondo titolo iridato consecutivo. Dopo di lei arriva Abbey, alias Red Bull Rb8, con il nome della monoposto che è un omaggio all'album preferito del pilota, Abbey Road. Nel 2013 è invece la volta di Hungry Heidi, l'affamata Heidi, ovvero la Rb9 con cui il tedesco domina la stagione cogliendo il quarto alloro iridato. L'ultima Red Bull di Vettel sarà la Rb10, battezzata Suzie, con la quale il tedesco vive la peggior stagione a Milton Keynes prima del passaggio in Ferrari.

La prima monoposto che il Cavallino offre a Seb è la SF15-T, che a quanto ci è dato sapere prende il nome di Eva perché trattandosi della prima Rossa di Seb è un omaggio alla prima "donna" della storia, e con essa arrivano tre vittorie. Nel 2016 è la volta della mai amata Margherita, ovvero la SF16H, monoposto difficile ed incapace di vincere una gara, mentre nel 2017 arriva Gina, soprannome della SF70H, probabilmente la monoposto più apprezzata da Vettel nei suoi anni a Maranello con la quale riesce a vincere 5 Gp. Stesso bottino della SF71H del 2018, ribattezzata Loria, mentre nel 2019 la SF90 prende il nome di Lina, che con Seb finisce davanti a tutti a Singapore. Ora è il momento di Lucilla, con la quale il tedesco sogna di vivere la sua miglior stagione con i colori Ferrari.

di Matteo Novembrini

Tutti i soprannomi delle F1 di Sebastian Vettel: FOTO

Dopo la colorazione tutta nera per i test di Barcellona, in Australia la Renault mostra la sua livrea ufficiale e torna al classico giallo-nero. Guardatela qui

Renault R.S.20, livrea ufficiale FOTO

Ecco come, a Melbourne si sta allestendo l'Albert Park, per il GP d'Australia 2020

GP Austraila, anteprima. FOTO

La Maki nei gran premi scende in pista nel 1974 e  subito si rivela interessante quanto, purtroppo, fragile e precaria: Ganley, il suo pilota, finisce con le gambe spezzate in un terribile incidente al vecchio Nurburgring. L’anno dopo ci riprovano prima Fushida e poi Trimmer, con quest’ultimo che rischia di nuovo la pelle sulla terribile Nordschleife. Infine, nel 1976, al Fuji, il nuovo modello viene fermato ben presto perché non ha i requisiti minimi di sicurezza. In tutto, una sola corsa disputata, il gran premio di Svizzera a Digione nel 1975, gara non valida per il campionato mondiale.

Maki: la Formula 1 più spaventosa MAI scesa in pista

Ecco e foto dell'utlimo giorno di test a Barcellona

F1 Test Barcellona 2, giorno 3 FOTO

A Kimi Raikkonen toccano gli ultimi km sulla C39 prima di volare a Melbourne per il primo GP dell'Anno

Alfa Romeo: Kimi Raikkonen in pista a Barcellona

Tocca a Leclerc l'ultimo giorno di collaudi al Montmelò. Eccolo in azione

Ferrari: Leclerc in pista a Barcellona

Secondo giorno di collaudi della seconda settima di test pre stagionali della Formula 1. Ecco le foto più belle della giornata

Test Barcellona 2, giorno 2: FOTO

Nel 1978 il campionato del mondo di Formula 1 è una passerella d'onore riservata ai piloti Lotus, Mario Andretti e Ronnie Peterson. Solo la Brabham con Lauda sembra in grado di impensierire i due di testa, ma l'auto pilotata dall'austriaco spesso è costretta al ritiro. Serve qualcosa, un'invezione che i progettisti Murray, Cox e Anderson, trovano cercando tra le pieghe del regolamento di Formula 1, precisamente in questo paragrafo: "Se un dispositivo mobile ha un effetto aerodinamico sulla vettura, è regolare a patto che la sua funzione primaria sia diversa". L'idea viene vedendo le soluzioni adottate sullastranissima Chapparal 2J iscritta al campionato CanAm d'oltre oceano. La 2J è un'auto davver insolita, quasi buffa. Le due ruote posteriori sono completamente coperte da una scocca squadrata che nella parte posteriore ospita due ventole alimentate da un motore autonomo, derivato da quelli delle motoslitte. Le ventole aspirano l'aria che, grazie a delle minigonne in gomma, si trova imprigionata tra l'auto e l'asfalto, assicurando un effetto svincolato dalla velocità alla vettura. Con la benedizione del patron Brabham Bernie Ecclestone, la soluzione viene copiata sulla BT46/B. La vettura viene schierata nel gran Premio di Svezia e "nascosta" durante le qualifiche, chiude al terzo posto, mentre domina facilmente e con sicurezza la gara, guidata da Niki Lauda. Nonostante le proteste degli altri team, la presenza della ventola viene motivata come Ventola di raffreddamento per i radiatori e la vittoria omologata. L'uso della ventola però, verrà vietato dal gran premio successivo. Nella gallery la Brabham BT46/B e la Chapparal 2J.

Le foto della Brabham BT46/B dalla ventola che assicurava l'effetto suolo

Ecco le foto dalla prima giornata di test della seconda sessione

F1, Test Barcellona 2, giorno 1 FOTO

la Maserati 4CLT nacque come evoluzione della Maserati 4CL, che a seguito del potenziamento del motore, aveva problemi al telaio, troppo leggero per reggere le sollecitazioni dei 270 cavalli del motore dotato di compressore volumetrico. La 4CL era nata nel 1939 per competere con le Alfa Romeo e le vetture dell'English Racing Automobiles e, grazie alla sospensione dei campionati a causa delo scoppio della seconda guerra mondiale e dell'evoluzione sfociata nella 4CLT, ebbe una lunga vita restando in produzione e attività fino al 1950.  A guidarla, ra gli altri, anche Juan Manuel Fangio, Alberto Ascari, Nino Farina e Felice Bonetto,

Maserati 4CLT - Le foto di una fra le più eleganti Formula 1 di sempre

Ecco i caschi usati dai piloti per i test di Barcellona: quale vi è piaciuto di più?

F1, caschi piloti 2020 FOTO

La Tyrrell 007 è stata l'ultima evoluzione di un progetto iniziato nel 1970 per mano del progettista inglese Derek Gardner, che ha poi lasciato spazio alla più famosa Tyrrell P34 a 6 ruote. Nata per sostituire la 006, giudicata ormai obsoleta e poco competitiva, la 007 fu portata all'esordio nel 1974 da Jody Scheckter che riuscì nel 1974 a vincere due gran premi. Successivamente, con l'esordio della P34, la 007 fu guidata solo da team privati, fino all'ultima sua gara nel 1977, affidata al pilota giapponese di auto e moto Kunimitsu Takahashi che la piotò al gran premio di Formula 1 del Giappone.

Tyrrell 007 le foto della vettura guidata da Jody Scheckter

Tanti auguri, Professore! Uno dei piloti più forti della Formula 1 spegne 65 candeline. 51 gare vinte in carriera, 106 volte a podio, 33 partenze dal palo e 41 giri veloci sono i numeri che hanno permesso all'asso francese di diventare 4 volte Campione del Mondo. Ecco alcune delle foto più significative della sua carriera