Bella la storia di Andrea Kimi Antonelli!

Bella la storia di Andrea Kimi Antonelli!© Mercedes
Dai kart alla pole posiytion a Miami in F1, senza mai perdere il sorriso e l'educazione che lo contraddistinguono: Kimi non ha mai cambiato carattere e approccio

Giorgio Ferro

06.05.2025 ( Aggiornata il 06.05.2025 18:23 )

Da quando siamo tornati a scrivere i nostri Debriefing nella casa di Autosprint, non ne abbiamo ancora mai parlato. Volutamente. Per rispetto della sua età, innanzi tutto, che impone di valutare coscienziosamente il percorso di crescita e non l’immediatezza day-by-day dei risultati, positivi o negativi che siano. Per non salire sul carro degli entusiasti che, come vediamo, non porta mai fortuna ai “predestinati”. Insomma, per lasciarlo tranquillo, totalmente fiduciosi che, un weekend dopo l’altro, il ragazzo avrebbe fatto vedere al mondo quanto vale. Per una somma di ragioni che proviamo a raccontare.

Ci riferiamo ad Andrea Kimi Antonelli, l’avrete capito. E ne parliamo oggi visto che, a nostro parere, il weekend di Miami chiude un primo ciclo di apprendimento fornendo indicazioni inequivocabili su cosa questo ragazzo ci farà vedere nel prossimo futuro.

Kimi Antonelli, da Bologna alla pole F1

Abbiamo personalmente conosciuto Andrea, undicenne, a fine 2017. Figlio di Marco, che conosciamo da anni, era come noi tra i premiati dell’Aci Bologna. Poche battute scambiate prima della premiazione ci diedero la chiara sensazione di un ragazzino serenamente focalizzato verso il suo obiettivo. Diventare un pilota di F1, come affermò sul palco delle premiazioni come se fosse la cosa più naturale del mondo. Comprensibile che i ragazzini sognino, ma i suoi occhi dicevano già tutto. E gli occhi sono lo specchio dell’anima…

Col tempo, le prestazioni in pista – karting, poi F4 e via a salire di categoria – ci diedero conferma del suo talento. Conoscendolo, apprezzammo anche e soprattutto la sua educazione, lo stile – diremmo, elegante – che sicuramente gli è stato trasmesso dalla famiglia. Ed è stato indubbiamente ben recepito. Andrea non ha ancora mai smesso di muoversi nel paddock con umiltà, sorridendo a tutti. Nemmeno oggi che è arrivato al top del Motorsport. Lo confermano quegli occhi, sempre uguali. Teniamola sempre presente quest’ultima qualità, che va ad amplificare enormemente il suo talento.

Serenità, talento, educazione. E poi, capacità di imparare. Ogni giro di pista, ogni osservazione del suo ingegnere, ogni situazione viene valorizzata con l’unico obiettivo di arricchire il suo bagaglio di esperienza. Andrea è perfettamente conscio che tutto serve e non vive nulla con superficialità e presunzione. Ecco un altro tassello – tanto fondamentale quanto poco frequente – per un ragazzino che cresce.

Per esempio, la prestazione monstre che stava facendo nelle Libere di Monza, culminata nel crash che ricordiamo tutti, gli ha insegnato che i tempi vanno rispettati. La partenza della gara Sprint di Miami che quando cala la visiera non necessariamente si deve sorridere proprio a tutti…

La costante evoluzione di Andrea Kimi in Formula 1

L’evoluzione delle sue performance in questi primi weekend in F1 è la concretizzazione del suo modo di crescere. Imparando con calma, step by step. La “traiettoria”, come la definisce correttamente Toto Wolff, che l’ha scoperto investendo nel suo futuro fin da quando di anni ne aveva solo 12. E non ha avuto dubbi nello scommettere “all-in” quando ha dovuto sostituire un certo Lewis Hamilton. Con i sorrisi sarcastici di mezzo paddock.

Sedicesimo in qualifica all’esordio in Australia, poi ottavo in Cina, sesto in Giappone, quarto in Bahrain fino alla conquista della pole position per la gara Sprint di Miami. Su una pista che non conosceva, sulla quale aveva girato un’ora sola e senza aver mai fatto un giro con le gomme soft. Un’impresa oggettivamente fantastica. Nella traiettoria…

Quegli occhi sono sempre lì e dicono tutto, così come il sorriso. E la serenità con cui Andrea affronta sempre anche le interviste più complicate, per esempio quella fatta pochi minuti prima di salire in macchina e partire dalla prima casella in griglia…

Come ha dichiarato Toto Wolff a Miami, non bisogna avere fretta, ma Antonelli ci farà divertire tanto nel prossimo futuro. Step by step.

Si dice che per noi italiani sarebbe stato bello vederlo alla guida di una Ferrari. Ma ve lo immaginate oggi, a soffrire in quelle acque agitate cercando di domare una Rossa tanto inguidabile quanto poco prestazionale? Ma per carità…

Antonelli è stato molto fortunato ad essere scelto da un manager capace come Toto ed a trovarsi oggi seduto al volante di una Mercedes dove ha l’opportunità di crescere all’interno di un’organizzazione competente ed efficiente.

E la fortuna ce l’ha anche il team di Brackley, perché deve essere molto stimolante lavorare su un talento così lucente – e con tutti i valori che abbiamo descritto prima – per farlo diventare un Pilota con la P maiuscola.

Bella questa storia di Andrea Kimi Antonelli… Non serve che diciamo “continua così, ragazzo!”, perché, ne siamo certi, lui non cambierà mai. Ed è per questo che… Silenzio!


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