Baku luogo stregato per Vettel e capace di cambiare una storia che sembrava già scritta primadel trasloco in Europa del Circus. Le'ditoriale del nuovo numero di Autosprint, in edicola dal 2 maggio
Ci sono luoghi che sembrano stregati e poi alla fine diventano talmente ospitali da farci anche una festa. Lo sa bene Lewis Hamilton che a Baku non aveva mai vinto in precedenza e che stavolta si vede arrivare incontro una di quelle vittorie che sembrano mandate lì direttamente dal destino.
La prima vittoria 2018 delle Frecce d’Argento arriva nel momento più difficile e nel modo più rocambolesco. «Bottas aveva fatto un lavoro incredibile e meritava questa vittoria. Ma anche Vettel è stato bravissimo, perciò credo di essere stato molto fortunato, anche se ci ho messo tutto il cuore e non ho mai mollato, quindi mi devo prendere questa vittoria - ha detto il nuovo leader del Mondiale -. Credo di aver fatto una bella rimonta, però non avevamo il passo per battere la Ferrari. Forse potevamo eguagliarli su un giro, ma probabilmente loro gestivano anche un po’, visto che erano in testa».
Un successo che Toto Wolff ha messo sulla bilancia di una stagione finora senza gioie e ha spiegato: «Hamilton si è ripreso la vittoria di Melbourne, per me Bottas è l’uomo del giorno ma è stato ancora una volta sfortunato, avremmo montato gomme ultrasoft anche senza la Safety Car per andare a caccia della vittoria contro Vettel. La lotta quest’anno è entusiasmante, anche se ovviamente mi rende nervoso e consuma tante energie mentali. Ci sono sei piloti che possono vincere le gare».
Già uno dei Mondiali più pazzi della storia, completamente fuori di testa se si guarda alla lunga lotta in famiglia tra Verstappen e Ricciardo finita con un inevitabile harakiri al culmine di un duello sfuggito di mano soprattutto al muretto Red Bull. Sono quattro i round del Mondiale di F.1 finora andati in scena e sono quattro i punti che dividono Hamilton da Vettel nel Mondiale Piloti e la Ferrari dalla Mercedes nel Mondiale Costruttori. Distanze minime dopo sfide incredibili. Con un altro finale che spezza le speranze della Ferrari che aveva fatto sognare con la terza pole della stagione artigliata da Seb. Invece…
Ci sono luoghi che si portano dietro il fascino dell’imprevisto. Baku è uno di questi. Ancora una volta spinti dal vento che soffia dal mar Caspio si è verificaca una serie di eventi che ha cambiato la storia di una corsa che doveva essere e non è stata. Ancora una volta una Safety Car manda in tilt Sebastian Vettel nel Gp dell’Azerbaijan. Lo scorso anno aveva perso la testa istigato dalle manovre di Hamilton, quest’anno ha provato il sorpasso a Bottas dopo essersi trovato alle sue spalle. E ha finito per andare lungo e spiattellare una gomma e anche le speranze di una vittoria che fino a quel momento sembrava davvero a portata di mano…
Scrive su questo numero Pino Allievi “la Ferrari lascia l’Azerbaijan con una seconda sconfitta consecutiva che brucia e che richiederà qualche riunione aggiuntiva a Maranello. Perché al momento la SF71H è la miglior monoposto che ci sia in F.1: eppure non riesce a trasformare la supremazia in vittorie. Anzi, a vincere è la Mercedes che fa fatica, arranca, non dà certezze ai suoi piloti”.
Maurizio Arrivabene non fa drammi. «La nostra vettura ha dimostrato di essere molto competitiva e in grado di far bene su ogni tipo di pista. Stavamo controllando la gara con Sebastian, ma i due interventi della Safety Car hanno vanificato il vantaggio. Kimi, dopo l’incidente al primo giro, ha rimontato fino al secondo posto e la squadra ha reagito con forza e freddezza già da venerdì. Ora guardiamo avanti, alla prossima gara in Spagna». Già, il Mondiale di F.1 è pronto a tornare nel Vecchio Continente. La sensazione è che continueremo a vederne delle belle.
Link copiato