L'editoriale del Direttore: Resta una Ferrari da urlo

L'editoriale del Direttore: Resta una Ferrari da urlo

Ha toccato il cuore di tutti i telespettatori quell’ululato di rabbia, la condivisione di un momento durissimo che ricaccia indietro Charles nella corsa al Mondiale. Con sessantatré punti da recuperare c’è ora una voragine a separare Max Verstappen da Charles Leclerc

Andrea Cordovani

26.07.2022 11:13

L’ urlo di Charles Leclerc si perde nel cielo sopra Le Castellet ed entra prepotente e forte nelle case degli italiani fino a quel momento adagiati sul divano sudati e col cuore il gola. È il giro numero 17 e la F1-75 con la quale sta menando la danza nel sud della Francia si è appena conficcata nelle barriere. Una piroetta, sbaffi impazziti sull’asfalto multicolore in quello che fino a quel momento poteva essere tranquillamente ribattezzato il Paul Richarles. E invece no. "Io non posso fare questi errori". Charles si autoflagella davanti ai microfoni di Sky. E insiste: "Se a fine anno mancheranno 32 punti (ovvero il costo totale di punti persi per errori commessi dal monegasco a Imola e Le Castellet), so che sarà colpa mia". Non è ancora un segnale di resa quello di Leclerc che ammette: "L’urlo avrei voluto tenerlo per me, non pensavo che la radio fosse accesa". Ha toccato il cuore di tutti i telespettatori quell’ululato di rabbia, la condivisione di un momento durissimo che ricaccia indietro Charles nella corsa al Mondiale ma ce lo fa apprezzare anche nel giorno più difficile quando si complica la vita con le sue mani e un testacoda all’interno di un GP fino a quel momento condotto al comando. Un urlo potente, rabbioso, liberatorio ma solo in maniera effimera e passeggera. Con sessantatré punti da recuperare c’è ora una voragine a separare Max Verstappen da Charles Leclerc.

Nel Mondiale Costruttori Red Bull ha rimpinguato il suo distacco portandosi a 83 lunghezze dalla Ferrari. Nell’aria c’è acre odore di sconfitta, ma non di capitolazione. È un errore pesante, l’ennesima concessione a un Max Verstappen che è quasi infallibile nella sua nuova versione di pilota incredibile e finalmente con la testa ancorata sulle spalle. Il settebello che l’olandese campione del mondo cala sul tavolo del Mondiale alla vigilia del GP d’Ungheria, ultimo round prima della sosta estiva, è un messaggio forte e chiaro per chi è costretto a rincorrere oltre che i rivali anche diversi rimpianti. Da applausi scroscianti il week end di Carlos Sainz. Risalito dagli inferi dello schieramento il madrileno ha messo in chiaro tante cose. Al di là delle magie compiute in fase di sorpasso, lo spagnolo è stato un clamoroso uomo squadra. E questo stupisce. Sì stupisce che ci si sorprenda davanti alla visione globale di gara di Carlos. Oltre ai se e ai ma legati alla gara che è stato costretto a fare per via della penalizzazione per la sostituzione della power unit, resta sull’asfalto francese una prova di crescita costante con la F1-75.

È abbastanza evidente che abbia tutto per giocarsela su ogni pista. Domenica prossima si torna in pista all’Hungaroring. Non c’è tempo per piangere sul latte versato e un’altra gara che poteva essere e non è stata per la Ferrari. Budapest chiuderà una prima parte di Mondiale 2022 che è stata esplosiva. E la Rossa non ha alcuna intenzione di mollare la presa. Servirà il tanto invocato week end perfetto per continuare a far sognare i propri tifosi. Ma la voglia di riscossa è tanta. Spiegava a fine gara Mattia Binotto: "È inutile discutere l’errore di un campione come Charles. Può capitare e voltiamo subito pagina insieme".

Carlos è stato autore di un ottimo weekend fin dalla qualifica, dove si è messo a disposizione della squadra. In gara ha avuto pazienza al via e poi ha recuperato terreno giro dopo giro con alcuni sorpassi meravigliosi. "Ora guardiamo all’Ungheria dove vogliamo lottare ancora per la vittoria". Già la vittoria. Quanto fa male non vincere. Della serie un po’ per uno non dovrebbe fare male a nessuno. È un vecchio adagio popolare che non si attaglia per niente alla Mercedes. Ora che due piloti della Stella sono tornati sul podio chissà se proseguiranno i lamenti di Toto Wolff e di Lewis Hamilton. Spiegava il team principal a Indipendent alla vigilia del GP di Francia: "Credo che il motivo per cui le gare sono meno divertenti è che c’è troppo divario di prestazioni tra le squadre. Se Verstappen scompare in lontananza, le due Ferrari sono l’unico spettacolo della gara e poi ci troviamo in mezzo al nulla, nella terra di nessuno".

Difendo Leclerc

Che le gare non siano spettacolari è un giudizio soggettivo. Ma che arrivi dal pulpito della Mercedes fa storcere il naso. Sentire Lewis Hamilton che sottolinea quanto Red Bull e Ferrari stiano facendo un campionato a parte, è affermazione oggettiva di un dominio che lascia poco spazio ai rivali. Tutto giusto se a parlare non fossero i rappresentanti di un team che ha riscritto la storia della F.1 all’interno di campionati nei quali lo spettacolo e il duello tecnico è stato azzerato da un’anestesia Mercedes che ha reso elettrizzanti come una partita a bocce sulla spiaggia intere stagioni di GP. La bacheca ingolfata di meritatissimi titoli della Stella è arrivata scalando i crinali della noia e le curve dell’ovvio. Basta cosi poco per dimenticarselo?


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