L'editoriale del Direttore: quel film sempre uguale

C'è solo una certezza nel Mondiale 2023: Verstappen e Red Bull iridati e agli altri le briciole. Intanto, in F.1 sono 70 anni senza un italiano Campione

Andrea Cordovani

22.08.2023 10:26

Ciak si gira. Evaporate tre settimane di sosta dentro a un silenzio assordante torna il Mondiale di Formula Uno, un film monografico su un’inarrestabile marcia trionfale. Si riparte dalle dune di Zandvoort, nel caloroso ventre materno orange di Max Verstappen, in casa del dittatore di un campionato che ha già un finale scontato. Red Bull davanti e dietro tutti quanti a lottare per le briciole. La corazzata di Milton Keynes ha vinto tutti i GP finora andati in scena. Chris Horner, Helmut Marko e Max Verstappen vogliono continuare a fare altrettanto nella seconda parte di una stagione che può davvero far riscrivere la storia del Mondiale di F.1.

Verstappen e Red Bull inarrestabili

Il Circus riparte subito forte tra Zandvoort e Monza che incendieranno i prossimi due week end soprattutto nella corsa al ruolo di seconda forza di un campionato da eterne montagne russe per tutti gli inseguitori della Red Bull. Ed è in questa sfida che la Ferrari punta tutto per dare un senso a una stagione che ha subito presentato un conto altissimo. La terza piazza di Leclerc a Spa, prima della sosta, ha riacceso la speranza a Maranello e anche la voglia di provare fino in fondo a giocarsela con le rivali nella corsa al ruolo di vice-campione.

Gli sviluppi sulla SF23 andranno avanti fino al GP di Austin nella consapevolezza che c’è la possibilità di recuperare il distacco dalle rivali nel Mondiale Costruttori. Tra l’Olanda e l’Italia il mondo dei GP riaccende le sue insegne e prova a ripartire di slancio anche se tutti quanti già sappiamo come andrà a finire il film nella lotta che vale di più, quella che consegna i titoli…

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70 anni senza iridati italiani

Già, i titoli. Da 70 anni un pilota italiano non conquista l’iride. Eppure i nostri avevano iniziato alla grande vincendo le prime tre edizioni del campionato del mondo con Nino Farina (1950) e Alberto Ascari (1952- 1953) pronti a lasciare le loro grandi firme sull’albo d’oro. Il 23 agosto saranno passati 70 anni dall’ultimo Mondiale vinto da un pilota italiano (a parte Mario Andretti ovviamente nato a Montona quando nell’Istria sventolava la bandiera tricolore).

Lo conquistò Ascari che è anche il primo e l’ultimo italiano ad averlo vinto al volante di una Ferrari. Una ricorrenza che è divenuta uno straordinario pretesto per andare rileggere la nostra storia in F.1, dentro a stagioni dove la presenza di piloti del Belpaese era davvero imponente. Un’epoca irripetibile dentro a uno Stivale dove la passione per le corse era qualcosa di davvero trascinante. Storie di un mondo che è tramontato, racconti di un passato che, come lo abbiamo conosciuto, non tornerà più.

Ma anche esempi sui quali poter edificare un futuro diverso. Un futuro che, al momento, è garantito dalla crescita di Gabriele Minì e Andrea Kimi Antonelli, i prospetti che hanno come punto di approdo in F.1. Certo la strada è ancora tutta in ripidissima salita ma entrambi i nostri ragazzi hanno dimostrato di possedere qualità difronte alle quali non si può essere indifferenti. Non a caso entrambi fanno parte di Junior team F.1 Minì (Alpine) e Antonelli (Mercedes). Entrambi stanno seguendo un processo di crescita importante. Entrambi possono garantire all’Italia un futuro sulla griglia della F.1. Grandi speranze di uno Stivale da corsa che non intende ammainare la bandiera.


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