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Formula E, i 300 orari alla portata della monoposto Gen2

Lucas Di Grassi anticipa un radicale incremento della velocità di punta con la seconda generazione di monoposto e si augura un adeguamento dei circuiti. Sarà una monoposto molto più impegnativa dell'attuale

F.P.F.P.

1 feb 2018 (Aggiornato alle 09:38)

Maggior potenza e minor resistenza aerodinamica, mix in grado di restituire un incremento della velocità di punta sulla seconda generazione di monoposto di Formula E, protagonista della Stagione 5. E con l'aumento delle prestazioni potrebbe essere necessario un adeguamento dei circuiti, possibilità prospettata da Alejandro Agag nel lanciare il progetto realizzato da Spark Racing Technology. Al di là della veste aerodinamica accattivante, la SRT-05 produrrà un incremento significativo della velocità, a dire di Lucas Di Grassi: «La macchina è più efficiente e potente. Nella configurazione attuale, con la potenza che avremo a disposizione, mi aspetto che su un lungo rettilineo sia una monoposto in grado di superare i 300 km/h senza difficoltà».

Incrementare la velocità dagli attuali 225 ai 300 km/h non è risultato ottenibile esclusivamente dall'incremento di potenza, quei 68 cavalli in più che svilupperà il powertrain della Gen2 in qualifica (340 cavalli complessivi), ma di una configurazione aerodinamica con un miglior Cd.

L'incremento di potenza e velocità porterà ad avere monoposto più impegnative, superando l'idea diffusa di vetture, quelle odierne, facili perché operano a velocità contenute per un'auto da corsa: «Quando la macchina inizia a superare i 300 orari stai parlando di velocità sensibili, nessuno potrà più dire che non è una monoposto veloce.

Stiamo arrivando a un punto interessante, la macchina è molto impegnativa, è efficiente e ha prestazioni superiori», aggiunge Di Grassi, ad Autosport. Formula E da osservare dalla prospettiva più pura, quella di corse in monoposto portate nel cuore delle città, in scenari nei quali sarebbe impossibile immaginare un Gran Premio di Formula 1.

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Sarà necessario, tuttavia, adeguare alcuni tracciati perché le monoposto di seconda generazione riescano a sviluppare l'intero potenziale, nello specifico, «la Formula E dovrebbe iniziare a progettare rettilinei più lunghi, non vedo alcun motivo per non avere rettilinei da 700-800 metri, per adattare le piste sulle quali corriamo alla nuova monoposto. Non stravolgerle, ma adattarle per raggiungere velocità di punta superiori e più scia, incrementando le possibilità di sorpasso».

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