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F1, Tost e i meriti della Toro Rosso

Senza una STR10 facile da guidare, Sainz e Verstappen avrebbero avuto più difficoltà
F1, Tost e i meriti della Toro Rosso

27 ago 2015

Bravi loro, non c’è dubbio, ma senza una buona macchina non si fanno i miracoli. In Toro Rosso, Franz Tost ribadisce per l’ennesima volta quanto le prestazioni di Sainz e Verstappen siano state positive finora, tuttavia, non vuole venga messo in ombra il lavoro della struttura tecnica di Faenza, perché, al netto di qualche problema di affidabilità di troppo, intralcio non da poco nel bottino di punti del team, la STR10 è un’ottima monoposto. Meriti riconosciuti dagli stessi piloti, a Silverstone Verstappen si spinse a definire quello del toro di Faenza come il miglior telaio dopo Mercedes. «Sono più che contento di entrambi, stanno facendo un buon lavoro e messo in mostra prestazioni fantastiche, che hanno giustificato la loro scelta», commenta Tost, convinto che pur con un pilota più esperto i risultati non sarebbero stati molto superiori in termini di punti. Se la macchina si rompe, come accade a Sainz da quattro gare di seguito, esperienza o no, ti ritrovi a zero. «Max finora si è comportato alla grande e lottato bene con gli altri, come Maldonado in Austria, senza dimenticare che (i motorizzati Mercedes; ndr) hanno un vantaggio di 70 o 80 cavalli, se non più. Carlos due anni fa in un test a Silverstone svelò un ritmo fantastico, per me non è una sorpresa che stia facendo bene». Piloti chiamati a finalizzare un lavoro più ampio, nato in fabbrica, dove la STR10 ha subìto una drammatica evoluzione tra la prima e seconda sessione di test invernali, ricavando una base solida per puntare ai punti e alla quinta posizione nel mondiale Costruttori. Lotus e Force India sono davanti, così come una gara in teoria difficile: Monza. Senza i troppi ritiri, in Toro Rosso avrebbero un divario inferiore ai 15 punti odierni. «Abbiamo una monoposto molto buona, un ottimo telaio, vicino a quello dei migliori. La squadra tecnica intorno a James Key ha fatto un gran lavoro. I piloti sì, sono preparati, ma ancora giovani e inesperti e se la macchina non funzionasse bene e fosse facile da guidare, sarebbe molto più difficile per loro», spiega ad Autosport. Obiettivo, adesso, perfezionare l’affidabilità, prevalentemente dipesa dalla power unit e non dal team, come ci tiene a precisare: «Non c’è stato un singolo problema sul fronte del team quest’anno, purtroppo i ritiri sono stati legati alla power unit. Questo è quel che intendo quando dico che la squadra ha compiuto un passo in avanti, non siamo ancora dove vorremmo, ma continuiamo a fare progressi». Fabiano Polimeni

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