F1, il sospetto del "biscotto"

F1, il sospetto del "biscotto"
La vittoria di Rosberg in Messico è poco chiara, lascia la porta aperta a tanti dubbi, a tante vicende strane della gestione Mercedes

02.11.2015 ( Aggiornata il 02.11.2015 12:53 )

Dall'inviato di Autosprint a Città del Messico: Cesare Maria Mannucci La vittoria di Rosberg in Messico è sospetta, poco chiara, lascia la porta aperta a tanti dubbi, a tante vicende strane che la gestione del box Mercedes crea durante la gara e che alla fine finiscono per inficiare comunque una doppietta fantastica, e una corsa sempre dominata dalla Casa della Stella. Nel Calcio lo chiamano “Biscotto”, quando due squadre si mettono d’accordo prima della partita su un risultato che soddisfa entrambi. In questo caso è stato un biscotto diverso, in salsa messicana, perché Lewis Hamilton non ha certo condiviso la gestione della gara decisa dai box Mercedes, che ad un certo punto è stato costretto a seguire, solo quando via radio gli hanno detto che doveva obbedire “per ragioni di sicurezza”. Del resto dopo il deludente GP di Austin, Nico Rosberg aveva dato tangibili segni di una instabilità emotiva per certi versi inquietanti. Nella prima parte, la corsa ha avuto uno sviluppo lineare. Questa volta Rosberg è partito bene, è riuscito a mantenere il comando anche alla prima curva, e nei primi giri è riuscito a costruire un vantaggio di circa 1”5 su Hamilton. La sfida tra i due piloti Mercedes in questa fase è stata pulita, ognuno abbassava il tempo record ottenuto dall’altro. Poi al 26° giro Rosberg è entrato ai box per il primo cambio gomme, seguito due giri dopo da Hamilton che ha ritardato di un giro la sosta prevista dal box. A quel punto la strategia Mercedes era quella di andare avanti sino alla fine con un solo cambio gomme, oppure ritardarlo a poco prima della bandiera a scacchi, visto che alle loro spalle, nessuna era in grado di tenere il passo di Rosberg e Hamilton. Si prospettava così un altra sfida interna, dove la differenza alla fine l’avrebbe fatta chi avrebbe saputo gestire meglio l’usura. Rosberg però dava segni di nervosismo. Poi dai box Mercedes hanno detto: “Cambio di strategia, passiamo al piano B”, ordinando ad entrambi i piloti di fermarsi. Rosberg lo ha fatto al 46° giro, quando il suo vantaggio su Hamilton era di 2”9. Il fresco campione del mondo invece, di fermarsi proprio non ci pensava. Per due volte dai box gli hanno ordinato di rientrare, con i meccanici già schierati in pit lane con in mano le gomme rivestite dalle termocoperte, ma lui di fermarsi non ci pensava nemmeno. “Perché mai mi devo fermare?“, chiede Hamilton che in quel momento dispone di oltre 18” di vantaggio su Rosberg. “Per motivi di sicurezza”, gli rispondo laconicamente dai box. Affermazione inutilmente allarmistica, visto che poco prima, dai box avevano parlato di piano B e cambio di strategia. “Fareste meglio a controllare le gomme di Nico, le mie sono O.K”, dice Hamilton, facendo capire che si fermerà solo perchè obbligato, al 48° giro. Perchè nessun pilota continuerebbe a rimanere fuori, quando dai box gli parlano di motivi di sicurezza. Affermazione che renderebbe difficile la posizione di un pilota anche davanti ai Commissari, nel caso di successivo incidente. Quante volte in precedenza avevate sentito un tale ordine perentorio e allarmistico? Nemmeno quando c’erano appendici della carrozzeria mal fissata. Soprattutto perchè in quel momento le gomme Pirelli stavano andando benissimo. I tempi erano costanti, segno che il degrado, così come l’usura, era progressiva e sotto controllo. E nessun pilota lamentava problemi con le gomme. Ad aumentare ancora di più il clima di sospetto, il dubbio della vittoria pianificata per rilanciare il morale di Rosberg; ancora prima che Hamilton si fermasse per la seconda volta, dai box Mercedes hanno detto a Rosberg: “Nico, tutto ok, sei sicuro per 3". Ed è proprio questo il vantaggio che il tedesco si ritrova a gestire quando Hamilton riparte dai box dopo il secondo cambio gomme. Di fatto inutile, subito ed imposto. Poi succede un fatto che dimostra che Hamilton fosse nel giusto, a non fermarsi quando invece dai box Mercedes glielo avevano ordinato. Al 52° giro Vettel finisce contro le barriere e la gara viene neutralizzata con la safety car. Quello sarebbe stato il momento perfetto per effettuare il cambio gomme. Se Hamilton avesse potuto correre liberamente, si sarebbe fermato in regime di neutralizzazione e avendo 18” di vantaggio prima del suo secondo cambio gomme, sarebbe rimasto agevolmente al comando. Hamilton ha fatto il signore. Non è voluto entrare in polemica con il suo team, non ha chiesto di mettere subito all’ordine del giorno una riunione chiarificatrice, come invece aveva fatto Rosberg per il contatto alla prima curva di Austin. Fatta in questa maniera però, con l’occulta regia dei box, con l’allarmistico messaggio: “Per motivi di sicurezza” è stato un finale discutibile. Il sospetto del “biscotto” del box Mercedes per favorire Rosberg, è stata l’unica nota stonata di un week-end davvero perfetto.    

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