Autosprint

Ferrari: una vittoria in fumo per strategia

È mancata la fiducia nelle gomme più dure, al contrario della Mercedes. Però c'era il tempo per pensarci

20 mar 2016

Non nascondiamoci dietro un dito. Una gara che la Ferrari poteva vincere è andata in fumo per un errore di strategia. Certo, la bandiera rossa a causa dell’incidente di Alonso ha creato le condizioni per la sconfitta perché ha azzerato il distacco che Vettel e Raikkonen si erano guadagnati nei primi 18 giri di gara. Il dato oggettivo è che la Ferrari nel primo terzo di corsa aveva le mani sulla vittoria perché al momento dell’interruzione possedeva 7” di vantaggio su Rosberg e oltre 37” su Hamilton. Grazie anche alla scelta di usare due treni di gomme supersoft rosse. Ma poi cos’è successo? Che è arrivata la bandiera rossa e al box Rosso hanno sottovalutato la bravura della Mercedes di rivoluzionare la strategia durante quei dieci minuti di interruzione della gara scegliendo di usare da lì in poi pneumatici di mescola media. La Mercedes insomma, al 18° giro - in regime di gara interrotta - si è presa il rischio di provare anche con Rosberg a fare i restanti 40 giri con le gomme medie senza più fermarsi ai box. Mentre la Ferrari è rimasta sulla scelta precedente: gomme rosse. Quindi dando per scontata una seconda sosta. Una volta, durante la sospensione di un Gp con bandiera rossa, non si poteva lavorare sulle auto né cambiare gomme. Poi la regola anni fa è cambiata. Ma perché la Ferrari ha scelto di tenere le gomme rosse e non “marcare” o imitare la Mercedes? Arrivabene ha provato a spiegarlo nel dopogara: “Abbiamo seguito una strategia aggressiva”. I motivi della scelta possono essere tanti. Forse a Maranello hanno considerato che Vettel, in fondo, quel secondo treno di gomme rosse nuove le aveva montate soltanto 4 giri prima. Raikkonen addirittura le aveva messe al giro prima dell’interruzione. E quindi le supersoft potevano durare ancora una quindicina di giri senza perdere performance. Magari in Ferrari hanno voluto marcare più Hamilton, convinti che Rosberg tenesse le gialle che aveva appena montato; e questo può averli illusi che Nico facesse una seconda sosta in gara. Poi c’è anche da dire che durante l’interruzione non si riesce a sapere esattamente cosa faccia il tuo avversario perché le gomme sono nascoste sotto le termocoperte, e quando scopri la scelta del tuo rivale è troppo tardi per imitarlo. E infine bisogna tener conto del fatto che nelle prove era piovuto e nessuno aveva provato la mescola media sul circuito di Melbourne; quindi forse la Ferrari non si è fidata a montare le gomme più dure, per loro poco conosciute. Ma di certo la Ferrari non poteva non sapere che la Mercedes con le gomme medie è capace di inanellare giri su giri a un passo velocissimo; perché avevano già visto i tedeschi farlo nei test di Barcellona. In definitiva quel che suona strano è che questi calcoli il muretto box del cavallino è abituato a farli - azzeccandoli pure - in gara nella frenesia di una corsa che va avanti. Come mai alla Ferrari non sono riusciti a analizzare le informazioni a freddo, nella (relativa) calma di una gara interrotta quando ci poteva essere tutto il tempo per simulare differenti scenari? L’unica spiegazione è che la Ferrari con le medie non si senta competitiva contro la Mercedes come con le gomme più soffici. E questo può diventare un problema. Alberto Sabbatini

La fotogallery della gara

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