L'australiano torna sull'esito della gara di Barcellona, definito frustrante. E sulla convivenza con Verstappen dice: «Una motivazione e una nuova sfida»
Una gara persa per errate scelte strategiche. Daniel Ricciardo, a Barcellona, avrebbe meritato altro finale che non l'ennesimo quarto posto in un campionato che lo vede quinto nel mondiale, a pari punti con Vettel. Quarantotto, dieci più del celebrato Verstappen, uno che il pilota australiano ritiene possa rappresentare anche un metro di paragone buono per sottolineare le sue doti. Ha iniziato in qualifica, in Spagna, con un gran giro, che non ha esitato a definire uno dei migliori della carriera.
La partenza al comando, poi le tre soste che affossano ogni chance di vittoria e podio. Non è stato facile, ammette, digerire i momenti vissuti domenica scorsa: «Il risultato della gara di Barcellona è stato frustrante. Puoi andare avanti, ci sono stati giorni dopo la gara che andavo a dormire e mi svegliavo ripensando alla corsa. Nelle ultime tre gare sento che non abbiamo raggiunto il risultato finale che meritavamo. Una parte di me è contenta che il team sia tornato a vincere, che siano tutti supermotivati, è l'aspetto positivo, ma da un punto di vista personale è enormemente frustrante».
Misurarsi con Verstappen, oggi osannato, può - a seconda degli esiti del confronto - costituire un ridimensionamento di Daniel o una chiara sottolineatura delle doti già messe in mostra: «Per me, correre accanto a Max, un pilota importante, è positivo e rappresenta una buona motivazione. Quando arrivai in Red Bull e trovai Seb, mi dovetti misurare con il migliore e dare il massimo, adesso Max rappresenta la nuova sfida. Da un lato è positivo che abbia avuto successo perché se riuscirò a batterlo sarà una buona spinta per la carriera».
Con il recente passato alle spalle, il futuro si chiama Monaco. Una chance per confermarsi ancora tra i primissimi. Podio, vittoria, chissà. Come non è chiaro ancora se arriverà la power unit Renault evoluta, in anticipo, magari due unità appena, una per scuderia, Red Bull e Renault. Queste le ultime voci dopo Barcellona. Niki Lauda, dovesse essere questo lo scenario, non ha avuto dubbi: andrebbe privilegiato Ricciardo, perché davanti nel mondiale.
Hamilton a rischio sostituzione?
Lui, Daniel, non vede l'ora che si giri nel Principato: «Monaco è per me il miglior circuito, la gara in sé è un po' una processione, ma in termini di guida pura non c'è altra pista che dia le stesse sensazioni. Monaco è l'unica pista probabilmente in cui finisci la gara domenica ed è solo allora che realizzi quanto hai migliorato e ottenuto di più nel corso del week end, è un lungo processo.
Amo i circuiti cittadini, sono piste uniche, cambiano ogni stagione perché ci sono tante macchine che girano durante l'anno, la pista si modifica nel week end, serve un po' di tempo per incrementare il livello di prestazioni, spingere, la fiducia che cresce. Ogni volta che sali in macchina sai di poter spingere a un nuovo livello. Non tutti i circuiti ti danno questa sensazione». Il primo bilancio, dopo cinque gran premi, è generalmente positivo, «finora la stagione è andata meglio del previsto». C'è qualche rammarico però, «non sento di aver ottenuto il massimo dei punti che avremmo potuto avere».
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