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Montreal, tormento per freni, gomme e benzina

Le caratteristiche uniche della pista canadese dove si corre il prossimo week end di nuovo con gomme ultrasoft

6 giu 2016 (Aggiornato alle 13:05)

Già dalla fotografia presa dall’alto si capisce che il circuito Gilles Villeneuve di Montreal, dove si correrà il GP Canada il 12 giugno, è per lo meno strano. È l’unica pista che sorge su un’isola, quella di Notre Dame (divisa dalla città di Montreal da un fiume). Il nastro d’asfalto dell pista, lunga 4361 metri, corre circondato dall’acqua, a destra e sinistra. Poche vie di fuga, molti muretti in cemento dove è facile sbagliare e sbattere la macchina. 

Quello di Montreal è un circuito cittadino (anche se si snoda dentro un parco e non fra le case). E come tale ha un asfalto liscio e con pochissimo grip. Ecco perché la Pirelli ha scelto per il Gp di Montreal di nuovo le gomme ultrasoft, quelle a banda viola che avevano debuttato a Montecarlo. Assieme alle supersoft rosse e alle soft gialle. A Montreal però le ultrasoft dureranno pochissimi giri e nessuno sarà in grado di percorrerci 40 giri come ha fatto Hamilton sul Principato. Montreal è un circuito come si dice in gergo “stop & go”, nel senso che ci sono quattro rettifili lunghi dove si superano abbondantemente i 300 km/h, poi ci sono numerose curve lente da seconda marcia dove i piloti rallentano sotto i 100 km/h. Questo rende Montreal una pista problematica per freni, gomme, trazione e consumo di carburante

Per le gomme e la trazione Montreal è critica perché le F1 devono riaccelerare quasi da fermo più volte sollecitando gli pneumatici a mescola soffice scaricando come si deve i cavalli a terra senza patinare eccessivamente. Si capisce che chi ha finora mostrato problemi di trazione (come la Ferrari) rischia di essere svantaggiato in accelerazione fuori dai tornanti e dal misto. 

Montreal ha anche lunghi rettifili tra una curva e l’altra, fra cui quello che porta verso la esse del traguardo lungo ben 1,16 km: assieme a quello della Cina uno die più lunghi del mondiale e vi si sfiorano i 350 km/h. I lunghi rettifili e le accelerazioni brucianti mettono a dura prova il consumo di carburante e si dovrà tornare a gestire il flusso di benzina nel motore (che le regole prevedono in 100 kg/ora) per evitare dir restare senza benzina nel finale di gara. Infine i freni vengono sollecitati fortemente su questo circuito considerato uno dei più massacranti in assoluto assieme a Monza per le violente staccate.

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