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Jenson guarda al 2017, spera nei nuovi regolamenti per ritrovare una lotta al vertice con più protagonist. E nel suo futuro immagina il SuperGT in Giappone
15 set 2016 (Aggiornato alle 16:04)
Correre in Giappone sembra essere il destino degli "esiliati" McLaren. Ha atteso, quest'anno, il suo momento Stoffel Vandoorne, disputando - e ottenendo la prima vittoria nell'ultimo appuntamento - il campionato Super Formula; potrebbe essere territorio buono per "tenere allenato" Jenson Button. Stop di un anno, lontano dalla Formula 1, comunque da uomo McLaren. A Singapore ha immaginato cosa potrà riservargli il 2017 in termini sportivi: «Voglio passare del tempo con la mia famiglia, gli amici, fare altre cose... Mi piace il triathlon e forse correrò da qualche parte, nel Rallycrosso o nel SuperGT giapponese».
La categoria è l'interpretazione nipponica del DTM e un sedile sulla Honda NSX sarebbe il naturale approdo, vista la partnership McLaren-Honda. Nel corso di un evento organizzato dallo sponsor Esso, ha aggiunto: «Ci sono così tante opzioni, ed è quello che rende tutto emozionante, perché posso organizzare la mia vita come voglio il prossimo anno. Ho un contratto per correre con il team nel 2018 se vorranno e se sentirò di voler correre».
Al di là dei progetti, ancora tutti da definire, Button ha vestito i panni dell'osservatore sullo stato di salute della Formula 1, ingessata dal dominio Mercedes: «Non c'è lotta per la Mercedes. E' un peccato, ma non è certo colpa loro, hanno solo fatto un lavoro migliore di chiunque altro. E' colpa nostra, che non abbiamo lavorato abbastanza bene». La speranza? Il radicale cambiamento regolamentare alle porte. «Sono contento che in futuro cambieranno le regole e speriamo porteranno i team a essere tutti più vicini. Come abbiamo visto a Barcellona, quando entrambe le Mercedes hanno avuto l'incidente in partenza, è stata una gran gara, con due scuderie in lotta per la vittoria: Ferrari e Red Bull.
Dietro alle Mercedes ci sono tante belle lotte, il resto della Formula 1 regala tante belle gare, ma quei due (riferito a Rosberg e Hamilton; ndr)? E' troppo semplice per loro».
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