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Il britannico vince il GP di Abu Dhabi ma cede lo scettro a Nico Rosberg: “Abbiamo avuto tanti problemi quest’anno, senza di quelli sarei primo e non secondo”
Francesco Colla
27 nov 2016 (Aggiornato alle 17:44)
Mai vittoria è stata più amara per Lewis Hamilton. Il tre volte campione scende a malincuore dal trono della Formula 1: il nuovo sovrano è Nico Rosberg, avversario fin dall’infanzia finalmente riuscito a scollarsi di dosso l’etichetta di eterno secondo. Hamilton poteva fare solo una cosa per mantenere il titolo: vincere a Yas Marina confidando nell’aiuto di Red Bull e Ferrari. Il successo puntualmente è arrivato, il 10° stagionale, uno in più di Rosberg, ma né le Rosse né i Tori hanno potuto frapporsi tra la sua W07 e quella del tedesco.
E dire che Lewis ce l’ha messa tutta per consentire a quelli dietro di raggiungere le Frecce d’Argento. Solo lo scatenato Vettel ha risposto alla chiamata, senza però riuscire a sorpassare Rosberg. Ma anche se ce l’avesse fatta non sarebbe stato sufficiente.
Nel frattempo, in quegli interminabili giri durante i quali Lewis attendeva inutilmente l’arrivo della cavalleria, il box Mercedes lo tempestava di comunicazioni. Un pungolo continuo, iniziato al giro 32: “Perché vai così piano?”. Il suo muretto sembrava preoccupato che la strategia attendista potesse consentire a Vettel di rovinare una doppietta finale già scritta.
Con le supersoft il tedesco Ferrari in rimonta gira nettamente più veloce della coppia di testa: al giro 44 Vettel ferma il crono sull’1:43.729, il britannico passeggia a 1:46.298. Gli uomini Mercedes scalpitano: “Lewis abbiamo veramente bisogno di alzare il ritmo. Vettel è una minaccia imminente”. Ma Lewis non ci sente, si sta giocando il 4° titolo mondiale in carriera. E così dopo pochi minuti arriva puntuale una nuova comunicazione: “Lewis queste sono le istruzioni, abbiamo bisogno di 1’45” per vincere”. “Vi suggerisco di lasciarci correre” la replica.
A tre giri dal termine interviene addirittura Paddy Lowe: “Lewis parla Paddy. Abbiamo bisogno che tu alzi il ritmo per vincere questa gara, questa è un’istruzione”. “Sono in testa e va tutto bene” risponde Hamilton. Poi al penultimo giro l’ormai ex campione esprime tutta la sua esasperazione: “Sto perdendo il titolo mondiale, quindi non sono per nulla preoccupato di vincere o perdere questa gara”.
Infine l’epilogo sul podio, la stretta di mano e l’abbraccio al nuovo campione. E’ finita. “Ho fatto tutto quello che potevo in queste ultime quattro gare – commenta Hamilton intervistato da David Coulthard - ma non si può vincere sempre. Abbiamo avuto tanti problemi quest’anno, senza di quelli sarei primo e non secondo. Ma sono ugualmente contento”. Mentre il pensiero va a Shanghai, Spa e Sepang, la Waterloo di Hamilton. Che anche se sconfitto ha nuovamente dimostrato di essere uno dei più grandi campioni della storia del motorsport.
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