Analisi qualifiche F1 Canada: la storia si scrive col piede destro

Al di là delle statistiche, le qualifiche di Montreal ci fanno apprezzare la lotta ai ferri corti fra campioni come Lewis e Seb

Maurizio Voltini

10.06.2017 21:29

Questo campionato F1 2017 si sta rivelando sempre più affascinante man mano si va avanti, e siamo sicuri che certi momenti come le qualifiche odierne resteranno scolpiti nella storia. Sia ben chiaro che non lo diciamo perché, con la sua 65esima pole position, Lewis Hamilton ha eguagliato Ayrton Senna in tale statistica: certi conteggi mantengono la loro valenza matematica, ma ovviamente non possono dire tutto. Soprattutto non possono far capire quanto i giri finali dell'inglese ma anche di Sebastian Vettel siano stati qualcosa che davvero resta nella storia del pilotaggio. Che Hamilton sia un mostro delle qualifiche non lo si scopre certo oggi, ma il giro da 1'11"459 di queste Q3 è stato un vero e proprio "banzai lap" (come gli inglesi definiscono "alla giapponese" quello che gli italiani chiamerebbero probabilmente un giro "a babbo morto", per abbondare in tecnicismi…) compiuto quasi tutto in apnea. Insomma, un capolavoro, seppure non il primo offerto da Lewis in qualifica (anche nel 2016 fu costretto a farne più d'uno contro Rosberg…).

Solo una sbavatura, e sarebbe da valutare telemetricamente quanto abbia effettivamente inciso, ha relegato Vettel a 33 centesimi. Ma parlando di distacchi, devono far riflettere quelli dati piuttosto a tutti gli altri. Iniziando, purtroppo per loro, dai rispettivi compagni di squadra: dopo prove libere in cui tutto sommato "erano lì", Valtteri Bottas e Kimi Raikkonen sono stati distanziati di oltre 7 decimi. Un demerito? Beh, valutiamo come anche le Red Bull fossero state vicinissime finora, e invece si ritrovino a 1 secondo circa, e così possiamo cogliere e valutare appieno non tanto una ingenerosa scarsezza degli antagonisti, quanto come Hamilton e Vettel in queste qualifiche abbiano davvero guidato al di sopra dei parametri umani. Per di più su una pista così difficile e traditrice. Diamone atto e merito ai campioni, per una volta, anziché gettare melma sugli altri come da italianica abitudine.

Allo stesso modo - vabbé, diciamo un poco meno ma non troppo - va apprezzato quanto fatto dal "pensionato ma poi invece no" Felipe Massa, riuscito a mettersi dietro gli avversari diretti, vale a dire un comunque pimpante Sergio Perez e un sempre più convincente Esteban Ocon. Con Nico Hulkenberg comunque bravo ad aver guadagnato la top ten, mancata per poco da Fernando Alonso anche lui in stato di grazia su un tracciato probante («È quasi come se avessi fatto la pole», ha detto alla fine commentando la differenza di potenza) si poteva forse sperare in qualcosa di più dalle Toro Rosso. Tuttavia Daniil Kvyat e Carlos Sainz non sono chissà dove e restano quasi intatte le possibilità di ben figurare in gara: speriamo piuttosto che certi piccoli screzi avuti in merito alle scie, in qualifica, non siano indice di un malessere più profondo in squadra.

Per chi segue e non ha sfruttato bene le qualifiche, resta comunque la possibilità di una gara che, senza arrivare agli estremi dell'edizione 2011, potrà certamente offrire molte situazioni. Che non dovrebbero comunque essere determinate dalle condizioni climatiche: le previsioni danno solo un po' di nuvole, ma chissà che una temperatura un po' più bassa rispetto a quella delle qualifiche non rimescoli ancora di più le carte…


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