Il britannico Mercedes padrone indiscusso delle qualifiche in Azerbaijan: unico pilota a scendere sotto l'1'41 stacca le Ferrari di oltre 1 secondo
Nonostante le ben poco agonistiche ciabatte con calzino bianco sfoggiate in mattinata, Lewis Hamilton non perdona nelle qualifiche del GP d’Azerbaijan. Il pilota Mercedes dopo aver eguagliato Senna a Montreal, a Baku centra la 66esima pole position in carriera, realizzando un giro monstre al volante della sua W08: 1:40.593.
Tra i lampioni e le antiche torri della capitale caucasica The Hammer non ha lasciato nessuna chance agli avversari: né al compagno di squadra Bottas, autore di un tuttavia incisivo 1:41.027, né tantomeno alle Ferrari, con Raikkonen staccato di 1”1 e Vettel di 1.248.
Lewis ha ribaltato la situazione del venerdì, concluso con un non esaltante 10° tempo nelle FP2, e della mattinata, chiusa con un 3° posto nelle FP3. I parziali non mentono: Hamilton ha concesso qualcosa nel 1° settore, ma (soprattutto) nel secondo e nel terzo è stato micidiale. E mentre gli avversari soffrivano tra lunghi e muri sfiorati, Lewis metteva a segno l'ennesimo giro perfetto. Nel suo ultimo tentativo ha chiuso il secondo settore a 40.746, 4 decimi in meno di Bottas e Raikkonen. Tanto che dopo la bandiera a scacchi il suo ingegnere di pista si è congratulato dicendogli via radio: “Gran bel lavoro, una performance stallare!”
“E’ stato uno dei giri più eccitanti della stagione – ha commentato il britannico davanti ai box al termine della giornata -, anche se abbiamo faticato a portare le gomme in temperatura. Sentivo molta pressione, era una situazione da tutto o niente. Ma ho fatto sempre meglio, curva dopo curva e all’ultima mi sono detto “speriamo che basti”. Sono molto carico le qualifiche dovrebbero essere sempre così. Domani sarà una gara lunga e dura ma siamo nella posizione di partenza migliore”.
E mentre Vettel non cerca scuse per mascherare la delusione di un 4° tempo figlio anche dei problemi della mattinata, Hamilton guarda fiducioso all’orizzonte, pronto ad acciuffare l’avversario in classifica generale. Anche in ciabatte.
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