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F1 Messico, analisi prove: distacchi troppo ridotti per risultare significativi

La situazione di pista e certi "esperimenti" di messa a punto, oltre ai divari irrisori, non permettono ancora di stabilire alcunché sull'effettiva forza dei protagonisti

F1 Messico, analisi prove: distacchi troppo ridotti per risultare significativi
© sutton-images.com

Maurizio VoltiniMaurizio Voltini

27 ott 2017 (Aggiornato alle 23:38)

La pista di Mexico City in continua evoluzione non ha permesso di capire più di tanto, nel corso delle prove del venerdì. Oltretutto, nonostante questo miglioramento fosse evidente - addirittura nei primi giri  si sollevava un gran polverone al passaggio delle macchine - la sessione del pomeriggio non è stata significativamente più veloce rispetto a quella precedente: 1'17"801 per Daniel Ricciardo, il più veloce con le Pirelli ultrasoft, contro i 1'17"824 di Valtteri Bottas al mattino.

Sarebbe stato lecito aspettarsi una buona prestazione delle Red Bull su una "location" aerodinamicamente problematica come la pista messicana: nonostante le ali caricate alla massima incidenza, la deportanza risulterebbe minore che a Monza, per la rarefazione dell'aria conseguente all'altitudine, quindi una macchina che spinge bene verso il basso è favorita e meno "difficile". Tuttavia la situazione fa comprendere che proprio tale difficoltà deve aver spinto gli ingegneri a cercare strade alternative nel set-up, magari non sempre riuscite, anche solo per capire meglio "come funziona" il tutto qui. Molti hanno infatti ammesso di avere percorso due strade diverse di messa a punto sulle due macchine del team.

Insomma, questione ancora del tutto aperta per le prove di domani e soprattutto per le qualifiche, anche perché i distacchi sono comunque contenuti (sei piloti in mezzo secondo) e quindi potrebbero sempre esserci delle sorprese. Magari proprio dai piloti "meno di punta" per le loro squadre, come appunto Valtteri e Daniel. Per lo stesso motivo, in Ferrari non sono sconvolti di essere un po' più indietro, fra l'altro con prove disturbate dall'inconsueto "incidente" a Sebastian Vettel, quando gli si è scaricato l'estintore nell'abitacolo costringendolo a tornare ai box per cambiare tuta e far ripulire la macchina.

Fra gli inseguitori, i più costanti sono parsi Fernando Alonso e Sergio Perez, alternatesi nel ruolo di "più veloci fra gli altri" nelle due sessioni, sempre seguiti da Nico Hulkenberg. Tuttavia vi sono stati molti errori e molti problemi tecnici: per esempio, Romain Grosjean fa fatto solo 3 giri e il suo crono è stato ottenuto tagliando il riferimento cronometrico con la macchina in testacoda, praticamente in rettilineo, con la complicità di una gomma posteriore ceduta.

Per il francese della Haas ma anche per Pierre Gasly (10 giri totali prima di problemi tecnici) sarà un sabato di recupero, anche perché nella prima sessione avevano ceduto la macchina ad Antonio Giovinazzi e Sean Gelael rispettivamente. Da segnalare la presenza temporanea pure di Charles Leclerc e Alfonso Celis, che assieme a Brendon Hartley di nuovo al volante della Toro Rosso ha dato vita a una giornata piena di "rookie", in cui solo il "secondo messicano" oltre a Checo ha fatto un vero errore.

In ogni caso, anche stavolta, anzi più che in altre occasioni, solo il sabato saprà dare responsi più realistici su quali saranno i valori in campo soprattutto per la gara, visto che pure nei long run sia le Red Bull, sia le Ferrari, sia le Mercedes (forse un po' di più queste ultime) sono risultate tutte abbastanza veloci senza però svettare davvero, tanto che lo stesso Ricciardo ha detto che il vantaggio è troppo esiguo per potersi adagiare sugli allori, né semplicemente ritenersi soddisfatti davvero.

I TEMPI DELLE PROVE A MEXICO CITY

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