Formula 1, McLaren MCL33: evoluzione pulita al gusto Papaya

Il progetto 2018 riporta in scena l'iconico colore sfoggiato sul finire degli anni Sessanta in Formula 1 e lo scorso anno da Alonso a Indianapolis. E' una McLaren MCL33 dalle linee pulite e soluzioni evolute sui concetti del progetto MCL32

Fabiano Polimeni

23.02.2018 08:36

Colazione inglese a base di Papaya Spark. E' la tinta che caratterizza la livrea della McLaren MCL33, svelata di buon'ora. McLaren-Renault, partnership inedita, a caccia di risultati da tempo un miraggio per la scuderia di Woking. Cosa attendersi dalla monoposto 2018 era stato il responsabile dell'aerodinamica, Peter Prodromou, ad anticiparlo: uno sviluppo del progetto MCL32, che conservasse i punti di forza espressi in pista. Uno dei particolari che catturano maggiormente l'attenzione, se rapportato alle scelte di molti altri team, è nelle dimensioni dell'airscope, particolarmente contenuto nell'ampiezza e dalla forma classica, triangolare. L'aggiornamento nella zona delle pance porta bocche più chiuse, si sviluppano in orizzontale, rinunciando alla curvatura verso il basso accanto al cockpit che caratterizzava la McLaren MCL32.

Il fondo sfoggia già due aperture prossime al bordo, presenti sì sulla macchina dei test di Abu Dhabi, adesso si fanno più lunghe. L'anteriore sviluppa le novità minori al momento, quanto ai deviatori di flusso dietro le ruote, invece, l'installazione appare essere immutata nella filosofia. McLaren MCL33 non mimetizza l'Halo al momento; uguale tinta della carrozzeria, invece, per le pinne verticali nella parte superiore delle pance, una doppia fila che raddoppia i tre elementi posti sul bordo del progetto 2017, completate da un elemento a L appena accanto gli specchietti.

Tra le soluzioni più innovative di MCL33, si segnala la forma dei bracci superiori della sospensione posteriore, con l'elemento posteriore del triangolo profilato per creare un'ampia superficie, dalla curvatura più accentuata nell'attacco con il portamozzo. Il retrotreno, già particolarmente rastremato lo scorso anno con l'installazione della power unit Honda, ha sviluppato un andamento che appare ancor più scavato nella zona inferiore delle pance nel passaggio alla power unit Renault, dettaglio evidente in corrispondenza del tirante della sospensione pull-rod, più esposta. Da notare anche una copertura del motore avvolgente intorno allo scarico principale e i due della wastegate.

«Tutto il team è fiero di questa macchina. I dipartimento di progettazione, ingegneria e quello aerodinamico hanno svolto un lavoro incredibile nel realizzare una nuova macchina, con una nuova power unit, in un lasso di tempo cortissimo. Non prendiamo mai strade semplici né cerchiamo scorciatoie su un processo o una soluzione, il risultato è una macchina pulita», ha commentato Eric Boullier. Scende maggiormente nei detagli, Tim Gossresponsabile del telaio: «Con la macchina dello scorso anno, abbiamo dovuto impegnarci su certe decisioni relativamente all'architettura, in funzione di quel che sapevamo al tempo. Con un anno di conoscenze maturate in pista alle spalle, abbiamo utilizzato quanto appreso per perfezionare alcune decisioni legate all'architettura. Significa che siamo stati in grado di rivedere ogni dettaglio che integri sul telaio a inizio anno». 

E conferma le nuove opportunità nate dalla diversa filosofia progettuale della power unt Renault rispetto a Honda. Renault con il turbocompressore sulla postere posteriore del motore termico e il MGU-H posto internamente alla V, in posizione avanzata: «A dire il vero sono un gran fan dell'approccio Renault. Cambiare power unit ha avuto un grande impatto nell'installazione del motore. Il vantaggio della disposizione Renault comporta poter spingere in avanti il motore, però hai il compressore nella parte posteriore, quindi devi portare in avanti i terminali di scarico senza incidere sull'insieme del pacchetto. Abbiamo dovuto riprogettare la parte posteriore del telaio, l'area dell'alloggiamento a campana del cambio, la sospensione posteriore e la disposizione del raffreddamento. Sono state due settimane di sforzi intensi per centrare la soluzione. Ma era qualcosa alla quale eravamo per certi versi preparati, sapevamo sarebbe potuto accadere ed è incredibile cosa riescono a fare le persone in cosi poco tempo quando si è alla resa dei conti e hai un chiaro obiettivo da raggiungere».

Adesso abbiamo un'installazione davvero ordinata, i progettisti responsabili del cambio e della sospensione posteriore hanno compiuto un lavoro incredibile per ridisegnare tutto».

Ed è solo il primo, parziale, passo verso Melbourne, dove già vedremo una MCL33 con un primo pacchetto di sviluppo. Una pulizia che, oltre a interessare l'aerodinamica, caratterizza la livrea, una fiancata ancora spoglia di sponsor di gran rilievo, sulla quale spicca il fornitore di carburante e lubrificanti Petrobras, accordo tecnico-commerciale annunciato a ridosso della presentazione della McLaren MCL33. La monoposto andrà subito in pista, oggi, per un filming day.


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