L'editoriale del direttore: un weekend di grande motorsport

L'editoriale del direttore: un weekend di grande motorsport

Spettacolo a Montecarlo e a Daytona. A Maranello scatta il totonome per la prossima vettura.

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Andrea Cordovani

28.01.2019 12:27

Quando questo numero di Autosprint (nel quale rimarranno impresse imprese leggendarie) arriverà in edicola martedì prossimo, mancheranno poco più di due settimane al lancio della nuova Ferrari F.1. Il 15 febbraio cadranno i veli sulla Rossa 2019 che sta prendendo sempre più forma a consistenza a Maranello. Della nuova monoposto del Cavallino si sa ben poco, tutto procede rispettando la tabella di marcia. Intanto diverse ipotesi iniziano a circolare sul nome della vettura che potrebbe ricollegarsi all’anno di fondazione della Scuderia, della quale ricorrono quest’anno i 90 anni.

In questo caso potremo pure azzardare e lavorare di fantasia: SF-90? Novità, inoltre, potrebbero esserci anche nel colore: la carrozzeria della Ferrari F.1 2019 dovrebbe presentare una verniciatura del tutto nuova per gli standard di Maranello…

Intanto nello scorso weekend si sono scritte storie meravigliose per il motorsport. Dalla vittoria di Fernando Alonso alla 24 Ore di Daytona a quella di Sebastien Ogier a segno anche con Citroen sulle strade del Montecarlo. Due avvenimenti che occupano grande spazio su questo numero. Da una parte c’è Alonso che giganteggia con la Cadillac e aggiunge un’altra gara icona al suo palmares dove adesso manca solo la 500 Miglia di Indianapolis.

Scrive Mario Donnini: “A impreziosire e a rendere assolutamente unico questo trionfo di Fernando Alonso alla 24 Ore di Daytona. Perché fino a oggi nell’albo d’oro della classicissima della Florida troneggiavano spuriamente solo due ex campioni del mondo di F.1, vale a dire Phil Hill e Mario Andretti. Be’, Phil Hill aveva fatto bingo nel 1964 con la Ferrari quando la corsa si correva ancora sulla distanza dei 2000 Chilometri e lo stesso “Piedone” aveva trionfato nel 1972 in coppia con Jacky Ickx, pure lui su Ferrari, tuttavia sulla distanza ben più esigua di 6 Ore. Quindi, piaccia o no, udite udite, morale della favola è la prima volta nella storia che un campione del mondo di F.1 vince la gara endurance di Daytona sulla distanza canonica della 24 Ore. Oddio, un giorno esatto d’orologio proprio no, certo, viste le tante e corpose neutralizzazioni, anche se resta vero che Nando non ha mica fatto piovere lui…”.

A proposito di Daytona… Per il 2° anno consecutivo è dolcissima la 24 Ore anche per la Lamborghini che in GTD ha fatto ancora saltare il banco. Sottolinea il presidente della Casa di Sant’Agata Stefano Domenicali: «Una vittoria storica per la Lamborghini, il giusto premio per chi ogni giorno lavora e si impegna per rendere la nostra azienda unica! La vittoria 2018 è stata bellissima ma questa rimarrà negli annali del motorsport».

E negli annali rimarrà anche quello che è accaduto nel primo round del Mondiale Rally. Cento anni dalla fondazione della Citroen e adesso anche cento vittorie nel Wrc. L’ultima firma è quella che il figliol prodigio Sebastien Ogier ha lasciato ben impressa sull’edizione del Montecarlo. Dove ha vinto ancora (e sono 7), e con quattro vetture diverse, eguagliando il record di Walter Rohrl sulle strade del rally più famoso del mondo.

Qualsiasi cosa che tocca la trasforma in oro, il fenomeno di Gap. Appena sale su una World Rally Car ecco che quella diventa subito la vettura da battere. Quella che mette tutti dietro, quella che tra le sue mani immediatamente si trasforma in un incredibile oggetto da rally. L’ha ribadito anche nella prima gara del Mondiale 2019 che si è aperto regalando spettacolo ed emozioni con Neuville e Tanak finiti sul podio e il rientrante Loeb 4° e a segno in due speciali, al rientro nella serie iridata e per la prima volta al volante di quella Hyundai sulla quale ha debuttato e che adesso con capitan Adamo è già al comando nel Mondiale Costruttori...


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