GP Bahrain, Vettel: "Errore mio, niente pressione"

GP Bahrain, Vettel: "Errore mio, niente pressione"© LAT Images

Se per Nico Rosberg, Sebastian soffre ancora la pressione delle battaglie ruota a ruota, il pilota della Ferrari nega che ci sia un fattore emotivo. Ma si assume la responsabilità dell'errore nello scontro con Hamilton

Fabiano Polimeni

01.04.2019 ( Aggiornata il 01.04.2019 19:18 )

Da un lato il vento fortissimo, da Coppa America, imprevedibile. La battaglia ruota a ruota affrontata in modo assolutamente corretto. Dall’altro, un Sebastian Vettel a commettere di nuovo un grave errore che condiziona il GP del Bahrain, e che non regge la pressione della battaglia in pista con Hamilton.

ROSBERG, SEB CEDE SOTTO PRESSIONE

Partiti contrapposti, che registrano un Nico Rosberg critico con Sebastian: “Sta continuando a fare quel che faceva lo scorso anno, fa confusione e si gira di nuovo mentre è in battaglia. È incredibile che continui a capitare a lui, abbiamo visto lo stesso Sebastian della fine dello scorso anno. Deve risolvere questa cosa, sembra cedere sotto pressione”.

Secondo George Russell, invece, le condizioni del vento, in gara, erano critiche al punto da modificare di giro in giro le sensazioni avute dalla monoposto, con le raffiche improvvise a incidere tantissimo sulla stabilità delle macchine.

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VETTEL, ERRORE DA METABOLIZZARE

Il diretto interessato non cerca scuse. L’errore c’è stato e se ne assume la responsabilità, Vettel. Rinvia però al mittente la tesi che la pressione abbia avuto un qualsiasi ruolo. Onestamente non credo che abbia nulla a che fare con la pressione.

Sono rimasto sorpreso quando ho perso all’improvviso il posteriore, una volta innescato il testacoda era già troppo tardi. Certamente guarderò di nuovo l’episodio, è stato un mio errore e devo metabolizzarlo”.

Un Leclerc così veloce e competitivo, a riprendersi la testa della gara e andar via, in totale controllo della corsa, è assolutamente un fattore determinante nel modo in cui ti trovi poi a condurre la tua, di gara, e lottare. 

In uscita di curva 4 il testacoda è stato innescato non nella primissima fase di accelerazione, bensì nel passaggio marcia successivo, una necessità quella di aprire il prima possibile il gas per seguire Hamilton su una traiettoria migliore e ad accelerare prima di Sebastian, costretto a resistere dopo aver scelto la difesa all’interno. Avrebbe potuto agire diversamente, fare spalle larghe, usare più malizia e accompagnare Lewis all'esterno? Oppure, attendere, mettersi dietro Hamilton e provare successivamente il controsorpasso? 

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Lo spiattellamento delle quattro ruote, avvenuto nel testacoda, ha causato indirettamente il cedimento dell’ala: “Credo che la gomma, durante il testacoda, si sia delaminata e ho accusato forti vibrazioni, sul rettilineo poi hanno provocato la rottura dell’ala anteriore, ha aggiunto Sebastian.


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