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F1: Mercedes, com'è nata la decisione del doppio pit Hamilton-Bottas

La mossa di fermare nello stesso giro le due macchine è nata per difendersi dall'undercut di Vettel, al pit-stop un giro prima, e non avvantaggiare Bottas su Hamilton

F1: Mercedes, com'è nata la decisione del doppio pit Hamilton-Bottas
© sutton-images.com

F.P.F.P.

18 apr 2019

Il racconto di com’è nata l’idea del doppio pit-stop nello stesso giro, passaggio numero 35 del Gran Premio di Cina, in casa Mercedes è al centro dell’analisi di un week end trionfale. Scenario solitamente da gara bagnata, quello del rientro nello stesso giro delle due monoposto, oppure da neutralizzazione con Safety Car, per "barattare" i rischi di un pit un po' più lento con i vantaggi derivanti dalla fermata immediata.

In Cina, invece, la chiamata Mercedes arriva con le due macchine in testa alla gara, è stata suggerita da Toto Wolff e battezzata dal responsabile della strategia e dal direttore sportivo.

IL RISCHIO UNDERCUT A CASCATA

Serviva proteggersi dalla possibilità di un undercut Ferrari con Vettel - fermatosi al giro 35, uno prima dei Mercedes - su Bottas e, al contempo, non penalizzare Hamilton dallo stop di Valtteri. Bottas richiamato per il primo pit stop con la precedenza su Lewis, scelta che ha portato il pilota finlandese ad avvicinarsi all’inglese, per garantire gomme un po’ più fresche a Hamilton, nell’ottica di una tattica a singolo pit-stop.

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L’evoluzione della gara, invece, si è sviluppata verso le due soste. “Avevamo un buon margine su Vettel ma, se avessimo fermato Lewis prima e Valtteri dopo, c’era il rischio che Vettel facesse l’undercut su Valtteri e prendesse la posizione, spiega Andrew Shovlin, responsabile degli ingegneri in pista.

“Fermando prima Valtteri per proteggere la posizione e Lewis dopo, c’era la possibilità che Valtteri facesse undercut su Lewis.

LA VERIFICA DEI DISTACCHI

Ci ha posto in una situazione un po’ imbarazzante e, in realtà, è stato Toto a suggerire di fare un doppio pit-stop. Poi è diventata una discussione tra James Vowles e Ron Meadows, il direttore sportivo, che verifica che il distacco tra le macchine vada bene, che si faccia in tempo a preparare gli uomini del pit-stop alla fermata in sequenza e che si abbiano entrambi i treni di gomme in pitlane. James è colui il quale prende la decisione finale e ha deciso di farlo.

È stata la soluzione ideale, è stato un bel pitstop pulito ben eseguito dai ragazzi”.

LA DANZA DEL CARRELLO POSTERIORE

Non senza rischi, in particolare Shovlin segnala come sia “piuttosto difficile l’operazione dell’uomo al jack posteriore, perché deve spostarsi quando parte la prima macchina e tornare in posizione quando entra la seconda.

È una “coreografia” complessa, ci sono un po’ più cose da organizzare e avere così tante gomme in pitlane è un rischio, devi assicurarti di mettere le gomme giuste sulla macchina (ciascun treno è abbinato con un codice a barre a un determinato pilota).

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Se hai qualsiasi problema con la prima macchina incide sulla seconda e da un uno-due puoi ritrovarti terzo e quarto in un nulla.

Non è qualcosa che fai tutti i giorni ma ha senso in certe occasioni”.

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