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GP Ungheria, Budapest: stretto e tortuoso come un "cittadino"

L'Hungaroring presenta varie curve in sequenza, lungo i suoi 4,4 km, dove servono monoposto stabili: per questo il carico alare è tra quelli maggiori nella stagione

GP Ungheria, Budapest: stretto e tortuoso come un "cittadino"

Maurizio VoltiniMaurizio Voltini

3 ago 2019

La pista realizzata nei dintorni di Budapest, in Ungheria, è decisamente particolare: il suo sviluppo di 4.381 metri è abbastanza contorto e tortuoso, e in certi punti la pista è anche parecchio stretta. Per questi motivi l'Hungaroring è stato spesso paragonato a una sorta di MonteCarlo senza muretti, o più semplicemente a un grande kartodromo.

Tuttavia le sequenze di curve e controcurve medio-lente (sono 14 in tutto) rendono la guida impegnativa e richiedono monoposto molto stabili, ed è per questo motivo che qui si utilizzano configurazioni aerodinamiche tra le più "cariche" della stagione. Del resto i rettilinei non sono molto lunghi e così non ci si preoccupa più di tanto delle velocità massime. Tutto questo però fa sì che superare non sia facile, anche perché solitamente la pista risulta piuttosto sporca appena fuori dalle traiettorie normali.

Per tutti questi motivi i pneumatici risultano abbastanza sollecitati: così sebbene la Pirelli abbia scelto la fascia intermedia di mescole (C2 hard, C3 medium, C4 soft) è facile che in gara si preferiscano quelle più dure e meno soggette a degrado e abrasione. Ricordiamo che sono previste due zone DRS: il rettilineo di partenza e quello breve tra le curve 1 e 2, con un unico "detection point" appena prima dell'ultima curva. Infine, l'unica modifica rispetto all'anno scorso che può interessare i piloti, è l'aggiunta di un elemento oltre il cordolo d'uscita di curva 5.

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