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Ocon, il simulatore rende piloti più completi

Esteban spiega il lavoro svolto per Mercedes, le lunghe sessioni di guida e come sia cresciuto e migliorato come pilota, un'esperienza da sfruttare nel 2020 dell'atteso ritorno in griglia

Ocon, il simulatore rende piloti più completi
© sutton-images

Fabiano PolimeniFabiano Polimeni

23 ago 2019

I rumours lo indicano là dove sarebbe dovuto approdare quest’anno, in ottica 2020. Esteban Ocon in Renault è uno degli scenari per il ritorno in Formula 1 dopo una stagione spesa al simulatore Mercedes. La strada che porta al sedile di Valtteri Bottas, accanto a Lewis Hamilton chiama altre valutazioni su equilibri di squadra consolidati.

Un Ocon accostato a Renault porterebbe Nico Hulkenberg verso altri lidi, essendo il pilota tedesco in scadenza di contratto.

I fatti che hanno estromesso Esteban dalla griglia quest’anno sono noti. Riportano a Renault e la decisione di fare marcia indietro sull’accordo Abiteboul-Wolff per dare un volante a Ocon, preferendo il team francese il colpo Daniel Ricciardo.

LAVORO DI SQUADRA

Da terzo pilota Mercedes, Esteban lavora intensamente al simulatore, un’esperienza che, assicura, tornerà molto utile al ritorno in pista da titolare. “Sto imparando così tante cose in Mercedes, quando tornerò sarò un pilota molto più completo.

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Va bene essere qui e far parte di un team così di successo e con tante competenze, la conoscenza è senza prezzo”, dice al sito della F1.

Simulatore e presenza in pista, un tour de force nella fase di gare europee della Formula 1, con il supplemento di chilometri da affrontare al simulatore una volta conclusi i turni di libere del venerdì, poi dritto in circuito.Ho lavorato così tanto sui riscontri da dare, sul lavorare esclusivamente per il team.

Nella mia posizione non c’è prestazione da guadagnare dal mio lato, l’unico lavoro che devo fare è rendere adeguatamente su ciò che il team vuole al simulatore e al momento è quello che sto facendo”, dice Ocon.

SESSIONI DA ENDURANCE

Un percorso di formazione alternativa, “dalla mole di chilometri e di ore che faccio sto imparando tanto da quest’esperienza.

Mi sarà d’aiuto anche come pilota sul fattore della concentrazione, passo così tante ore e in orari diversi della giornata, cerchiamo un rendimento che sia tra 1 e 2 decimi di scostamento nel passo su più di 200 giri: è molto dura ma va bene e sono contento di farlo”.

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Dai chilometri virtuali a quelli reali, Ocon assicura come un anno sabbatico non lasci ruggine addosso e, nel giro di una sessione di test invernali, sarà tutto come prima. In più, una visione più completa, grazie al ruolo da pilota del simulatore: “Mi aiuta a capire, dal punto di vista della squadra, quel che vuole il team dal pilota.

È l’aspetto sul quale ho imparato più cose, ascolto molto più la squadra che i piloti, vedo cosa hanno bisogno dal pilota e anche il modo in cui vogliono approcciare le cose”.

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