Il direttore tecnico guarda alla forza degli avversari e resta cauto sulle possibilità del pacchetto Red Bull-Honda, dopo due stagioni nelle quali Verstappen ha dettato legge in alta quota
Da due stagioni, a Città del Messico sono i colori Red Bull a prendersi la scena in gara. L’efficienza aerodinamica dei progetti 2017 e 2018 ha fatto la differenza nell’aria leggerissima dei 2.200 metri di quota.
Al fine settimana del GP del Messico si arriva con un fattore power unit sul quale il vantaggio Ferrari resta ancora un “mistero” per gli avversari, insospettiti della portata del guadagno trovato dalla power unit dopo la pausa estiva.
Questione di pacchetto complessivo, giustificano a Maranello: power unit e ridotto drag.
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In casa Honda frenano le aspettative e, Toyoharu Tanabe, spiega: “Abbiamo dei dati dalle gare precedenti ai quali far riferimento, per la preparazione del week end. Abbiamo visto un chiaro miglioramento della prestazione di alcuni dei nostri avversari nelle ultime gare, perciò non ci aspettiamo sia un week end facile per noi quello in arrivo”.
Il gruppo della sovralimentazione è il componente cruciale nella prestazione in alta quota. Turbina e sistema MGU-H, perché è vero come i motori turbocompressi possono compensare le perdite di potenza alle quali andrebbero incontro i motori aspirati all’incrementare della quota, tuttavia, l’incremento della velocità di rotazione della turbina non è un aspetto privo di conseguenze, sul piano dell’affidabilità.
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“L’autodromo Hermanos Rodriguez pone tanti interrogativi interessanti sia per gli ingegneri al lavoro sul telaio che sulla power unit, interrogativi in gran parte legati al fatto che Città del Messico è situata a 2.300 metri di quota.
La ridotta densità dell’aria fa sì che la turbina debba lavorare più intensamente per erogare la stessa potenza di altre piste, perciò dobbiamo regolare i parametri di funzionamento della power unit di conseguenza.
Il fatto che l’aria sia più sottile vuol dire anche che sia meno efficace nel raffreddamento dei componenti della monoposto e della power unit, questo incide anche sull’efficienza aerodinamica”, aggiunge Tanabe.
L'editoriale del direttore: Kimi & Lapo, che Cuori da corsa!
Città del Messico dove Honda ottenne la prima vittoria con una monoposto propria, la RA272 guidata dall’americano Richie Ginther, nel 1965. Da venerdì si capirà di più del potenziale Red Bull-Honda in altura, con Max Verstappen cauto, a indicare in un podio un risultato alla portata. “Speriamo di ottenere ancora buone prestazioni” ha concluso Tanabe.
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