Leclerc, la Ferrari sa cosa voglio dalla macchina 2020

Leclerc, la Ferrari sa cosa voglio dalla macchina 2020© LAT Images

Charles parla del progetto 671, di come il pilota possa incidere sul bilanciamento per ritagliare la monoposto sul proprio stile di guida. La curiosità per i rally e il desiderio (impossibile) di provare una MotoGP

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Fabiano Polimeni

13.01.2020 ( Aggiornata il 13.01.2020 09:34 )

Dovrà essere un quadro equilibrato, al quale poter aggiungere il proprio tocco, la firma d’autore, il progetto Ferrari 2020. Le lacune rilevate lo scorso campionato hanno indicato chiaramente le aree sulle quali intervenire: dall’incremento del carico aerodinamico a un funzionamento diverso della sospensione anteriore, per trovare la performance in un certo tipo di curve, rimasto tallone d’Achille fino ad Abu Dhabi.

Charles Leclerc parla dei fondamentali che saranno alla base del progetto 671, di come stia ai tecnici curare i concetti sui quali i piloti potranno ritagliare l’equilibrio preferito, che si addica maggiormente al proprio stile di guida.

Monoposto da cesellare

Non c’è una diretta influenza, ovviamente, sulla progettazione, “direi che non siamo sufficientemente tecnici da avere la forza di modificare certe cose. Sulla direzione dello sviluppo, si tratta più di indicare il bilanciamento che vuoi, i piloti hanno le loro preferenze sul bilanciamento, vogliono una macchina più sovrasterzante o più sottosterzante.

Il team ha iniziato a conoscermi e sanno cosa voglio dalla macchina e provano a costruire una macchina che abbia più o meno quel bilanciamento. Ovviamente, siamo noi piloti che alla fine cambiamo gli ultimi dettagli, con la libertà che abbiamo sugli assetti.

Nella progettazione in sé della monoposto non abbiamo molta influenza, ma prevalentemente è sul bilanciamento”, commenta dal palco dell’Autosport International Show.

Obiettivo mondiale subito

Poco più di un mese e si torna in pista, a regolamenti invariati e alle spalle una superiorità chiara della Mercedes. Le ambizioni sul 2020 sono alte, l’obiettivo è il titolo iridato e, quando gli chiedono se possa essere con l’azzeramento regolamentare del 2021 l’opportunità migliore di un Leclerc campione del mondo, Charles replica: Spero nel 2020… però sì, sarei contento di aspettare il 2021 se avessi la certezza di vincerlo.

Il 2020 sarà un anno molto importante, le squadre investiranno molto perché arriverà il budget cap nel 2021, proveremo a farci trovare pronti nel 2021. Lavoreremo per realizzare la giusta macchina e poter vincere il campionato.

L’obiettivo quest’anno è come sempre quello di mirare più in alto possibile, fondamentalmente è provare a vincere il mondiale. Mi pongo obiettivi sempre molto alti, darò tutto per provare a vincere, guido per me e per il team migliore e provo a dare loro ciò che meritano. Starà a me fare il lavoro in pista”.

Curiosità rally, MotoGP impossibile

Il “letargo” dall’attività sportiva sempre più ridotto, un paio di mesi o poco più nei quali la fame di Formula 1 resta altissima, a sentire Leclerc. Più di altre esperienze in categorie diverse. Il gusto di una 24 Ore di Daytona, in futuro, al volante di una Ferrari GT? “Perché no! A essere sincero sono del tutto fissato con la Formula 1.

Nel periodo di stacco invernale mi piacerebbe avere ancora altre gare per correre sempre in F1. Però, se dovessi scegliere, sarebbe probabilmente il rally quello che mi piacerebbe provare un giorno. È piuttosto diverso rispetto a quello che sono abituato a fare, girare in tondo dal mattino al pomeriggio, è qualcosa di avvincente che mi piacerebbe provare”.

C’è, poi, un desiderio difficilmente realizzabile, provare una MotoGP. I divieti imposti dai team alle attività sportive  extra-Formula 1 concesse ai piloti sono noti, e un “no” a un’iniziativa simile a quanto portato in pista da Hamilton e Rossi è quasi certo. Mi piacerebbe guidare una MotoGP ma non sono certo che la Ferrari sarebbe d’accordo. Amo le moto in generale, non sono certo Ferrari sarebbe d’accordo”.

Firmare la Storia

Ripercorre il campionato dell’esordio con il Cavallino Rampante, le emozioni da incorniciare vissute a Monza, la percezione diretta di cosa voglia dire vestire la tuta Ferrari. E sente di dover scrivere in pista la propria storia con la Rossa: “Sicuramente mi sento parte della storia o, almeno, i tifosi mi fanno sentire così, di far parte della storia Ferrari.

È fantastico, però è chiaro che quando sto accanto a Mario Andretti o leggende come lui, non sento di trovarmi al posto giusto. Adesso, sta a me fare il lavoro in pista e dimostrare le mie capacità”.

Gli orari dei GP di Formula 1 nel 2020


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