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Maki, la F.1 più spaventosa

Tra le monoposto che non hanno mai preso il via a un GP iridato, la Maki è quella che ci ha provato per più stagioni consecutive: ben tre! E la piccola casa giapponese vanta anche un altro rabbrividente primato, peraltro tutto emotivo, ossia quello d'essere la vettura più terrorizzante e temuta dai suoi stessi piloti, per le frequenti rotture...

Mario DonniniMario Donnini

5 mar 2020 (Aggiornato alle 17:45)

Il fantomatico second driver

Intanto spunta il nome di un misterioso secondo pilota Maki per la F.1, il fantomatico Shaw Hayami - che al suo attivo ha solo qualche gara coi prototipi e senza alcun risultato degno della minima nota. Fatto sta che la leggenda dice che il 23 marzo 1974 la Maki F101 svolge il primo test a Goodwood proprio con Hayami alla guida e questa è la bella notizia. Quella brutta è che nei rettilinei esseggia peggio d’una biscia e le curve le fa dritte solo a prezzo di rallentare quasi a passo d’uomo. Ai box Mimura, Ono e una mitragliata di giapponesi non fanno altro che sorridere. Poi qualcuno parla. In sintesi? Be’, la macchina è 150 kg sovrappeso. Come correre con una F.1 normale e un maiale sull’alettone. Con l’animale che rappresenta la componente più stabile e affidabile. Così la Maki si iscrive a Montecarlo, ma la richiesta viene rigettata. E alora ci provano a Anderstorp, per il Gp di Svezia, ma stavolta a non voler guidare è il pilota. Nuovi test a Silverstone e a Goodwood, stavolta col povero Ganley che ci mette tutto se stesso, ma... «Qualsiasi cosa cambiavo, la prima Maki andava allo stesso modo, niente da fare. Alla fine dissi di mettere dietro i radiatori, di montare un airbox per il motore e di pulire un po’ il flusso per l’ala posteriore, tanto per far qualcosa, e mi dettero retta, per la prima volta».

La Maki F101B

Così nasce la Maki F101B che tenta la grande avventura a partire dal Gp di Gran Bretagna 1974. Ben 35 iscritti e 25 posti in griglia. Il che vuol dire che per qualificarsi bisogna batterne almeno dieci. Mah, vedremo. In qualifica Lauda su Ferrari e Peterson su Lotus sono i più veloci alla pari con 1’19”7 ma a Niki lo fan partire in pole perché ha più punti in campionato. Ganley rema come un ossesso e alla fine gira in 1’23”7, solo 32esimo su 35, quindi fuori dal novero degli ammessi, eppure non va male. Il suo amico Tim Schenken, ultimo dei qualificati con la Trojan, in fondo ha girato in 1’22”4, quindi il target viene mancato solo di un secondo e tre decimi. È una bella notizia. I giap ai box sono felici.

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