F1 e coronavirus, non c'è l'accordo sull'ulteriore taglio dei costi

F1 e coronavirus, non c'è l'accordo sull'ulteriore taglio dei costi© LAT Images

La riunione tra team, FIA e F1 non ha sortito decisioni ufficiali. Le posizioni sul budget cap restano, il tetto limite a 150 milioni di dollari; si tornerà a discutere, anche del limite allo sviluppo delle power unit. No al rinvio ulteriore al 2023 del nuovo regolamento tecnico

Fabiano Polimeni

07.04.2020 ( Aggiornata il 07.04.2020 09:28 )

Dall’incontro in videoconferenza tra team principali, FIA e Formula 1, svoltosi ieri e, tra i temi sul tavolo, la discussione sull’ulteriore riduzione del budget cap dal 2021 non sono maturate decisioni definitive.

Dai 175 milioni di dollari concordati lo scorso anno, tetto di spesa in vigore dal prossimo campionato, le squadre hanno raggiunto un punto d’incontro a 150 milioni di dollari, considerata la gravità della crisi provocata dalla pandemia di coronavirus. Su questa linea si è rimasti.

I fronti contrapposti e la materia del contendere nella riunione di lunedì, hanno visto le squadre di seconda fascia - inizialmente determinate a chiedere l'introduzione di un limite a 100 milioni di dollari -, fronte “capeggiato” da una McLaren a giustificare la necessità di un ulteriore taglio sulla base della salvaguardia dell'esistenza stessa delle squadre minori, opposte alle tre grandi. La posizione intermedia, un tetto di spesa a 125 milioni di dollari, è stata discussa senza trovare un accordo.

I costi dei top team 

Secondo quanto riporta il giornalista Andrew Benson, della BBC, per una Mercedes possibilista, ma solo a condizione che l’abbassamento del tetto a 125 milioni di dollari sia valutato da reali risparmi e non come un’opportunità colta da squadre “minori” - segnatamente, squadre a ridosso dei big, è facile immaginare strutture comunque importanti come McLaren e Renault – per approfittare dell'occasione e ridurre le distanze dai primi.

Contrarie a un ulteriore taglio, invece, sono Ferrari e Red Bull. E la posizione è comprensibile, per realtà chiamate già a un taglio da spese in quota 400 milioni di dollari, tagli che rappresentano posti di lavoro, da riassorbire in altre aree, perché non vadano persi.

Sul tema dei limite di spesa e le diverse posizioni delle squadre, un fattore cruciale lo rivestono anche le attività di ricerca e sviluppo dei team di prima fascia, delle quali indirettamente beneficiano le squadre clienti in forme varie (forniture della power unit, condivisione più ampia di componenti, fino al modello Haas).

Verso una nuova riunione

Al momento, in vista del 2021, si resta sul limite di spesa concordato a 150 milioni di euro, tuttavia, nei prossimi giorni, squadre, FIA e F1 si riuniranno nuovamente per discutere di questo punto e del limite allo sviluppo delle power unit.

Il contenimento dei costi sui motori è una prospettiva della quale, nei mesi scorsi, in diversi si sono pronunciati per dire della necessità futura di arginare le spese sullo sviluppo. L’attuale momento si presta bene ad accelerare il processo e prevedere un tetto di spesa e ricerca anche sulla power unit, tra i fattori esclusi dal budget cap originario di 175 milioni di dollari e, adesso, riposizionato a 150 milioni.

Rinvio regolamenti al 2023 non prioritario

A essere bocciata, dalla riunione, l’idea di un rinvio ulteriore delle nuove norme tecniche: slittano di 12 mesi, come già deciso, ed entreranno in vigore nel 2022. La posizione supportata, tra gli altri, da Horner e Red Bull – di uno slittamento al 2023 – non è passata in questa fase: non è stata ritenuta essere una priorità e potrebbe tornare in discussione nei prossimi mesi.

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