Red Bull con un motore Honda 2021 tutto nuovo, e poi? Impazza il toto-PU

Red Bull con un motore Honda 2021 tutto nuovo, e poi? Impazza il toto-PU© Andy Hone

Honda lascerà la Formula 1 con un ultimo impegno su una power unit 2021 dalle prestazioni migliori. Quali piani ha in serbo Red Bull dal 2022? I rumours di un lungo periodo con Porsche e nel breve termine a gestire i motori Honda direttamente

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Fabiano Polimeni

02.10.2020 ( Aggiornata il 02.10.2020 15:28 )

Arrivare tra i primi a firmare il nuovo Patto della Concordia, rinnovando l’impegno in Formula 1 con Red Bull e AlphaTauri, inevitabilmente vuol dire avere chiaro un programma per essere competitivi, essere già a conoscenza e in grado di superare l’addio Honda, noto al team di Milton Keynes evidentemente da molto più tempo che dall’ufficialità di questo inizio ottobre.

Tutto sta nel capire quali siano i piani Red Bull per il 2022 e oltre. Stagioni che sulla power unit possono considerarsi di stabilità regolamentare fino al 2025, prima di introdurre una nuova era, fatta biocarburanti sintetici totalmente sostenibili - dove oggi si prevede una componente del 5%, quota da portare al 10% nel 2021 -.

La stabilità tecnica sulle power unit, difesa dai motoristi attuali negli ultimi 3 anni di trattative sulle regole tecniche da introdurre nel 2022, ha sbandierato la necessità di ammortizzare i costi e non dover riprogettare ex novo una power unit che fosse priva del MGU-H, il componente più ostico e inviso a nuovi motoristi che avessero avuto voglia di cimentarsi in Formula 1. Di vere candidature non ve ne sono state e ha prevalso la linea della "convergenza" e stabilità.

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Che fare, quindi? Nel 2021 Honda saluterà la compagnia con un motore nuovo, sviluppo finale nel tentativo di chiudere il distacco che separa il motorista da Mercedes. Le promesse da anni si susseguono, insieme a miglioramenti tangibili: di affidabilità e prestazione. Ma avvengono in un’evoluzione che a Brixworth certo non ha visto i tecnici Mercedes-AMG restare fermi. E quanto trovato con il motore 2020 ne è la dimostrazione, al punto di dover intervenire e congelare le “mappature da qualifica”.

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“Abbiamo ancora 7 gare da disputare quest’anno e introdurremo una nuova power unit con prestazioni migliorate la prossima stagione. Per poter soddisfare le aspettative che i nostri tifosi ripongono in Honda, lavoreremo insieme a Red Bull Racing e Scuderia AlphaTauri per continuare a competere con il nostro massimo sforto e l’impegno a ottenere più vittorie fino alla fine”, la promessa dell’a.d. Takahiro Hachigo.

Ritorno a Renault meno scontato di quanto sembri

Secondo i rumours che circolano in Germania, l’idea di un ritorno al partner motorista Renault per Red Bull è una strada meno scontata e lineare di quanto non sembri sulla carta. D’altronde, il modo in cui hanno vissuto l’ultima fase della collaborazione, cessata nel 2015 e con la fornitura Renault del 2016 brandizzata TAG-Heuer, appare una ragione sufficiente a supportare la causa degli scettici.

Uno scenario alternativo, delineato dal giornalista Ralf Bach su F1-insider, guarda a un lungo termine nel quale un’abbinata Red Bull-Porsche potrebbe diventare realtà, dove al momento si registrano discussioni. Ciclicamente un nome che torna, quello del Cavallino di Stoccarda: ma il 2026 appare un orizzonte oggi lontanissimo.

L’esigenza impellente, per il 2022, ha già una data, il 15 maggio, entro la quale ufficializzare quale motorista fornirà Red Bull e AlphaTauri.

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E qui, un’ulteriore ipotesi alternativa allo scenario Renault: operare a Milton Keynes sul motore Honda 2021, con Mario Ilien – già dal 2016 a collaborare con Red Bull – a curare il progetto e la possibilità che arrivi anche Andy Cowell, dopo l’uscita in Mercedes (resterà in affiancamento fino a metà 2021). 


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