L'anello esterno ha mandato in crisi la RB16, che ha sofferto di sovrasterzo, sottosterzo oltre che a carenze in trazione. Verstappen, però, è più preoccupato del secondo settore, stretto e pieno di curve cieche
Max Verstappen ha firmato il secondo tempo del venerdì del GP di Sakhir. L’olandese della Red Bull è andato a poco meno di un decimo dal tempo di riferimento, fatto da Russell, ma la sessione è stata tutt’altro che facile.
L’anello esterno, anche se non ha entusiasmato, è tutt’altro che facile e nasconde insidie che hanno reso molto ostica la messa a punto della vettura.
“E’ una pista complicata, non è semplice trovare il giusto bilanciamento” ha detto Verstappen. “Non abbiamo trovato il set-up corretto e la simulazione di qualifica non è andata come volevamo. Ci è mancato qualcosa, ma possiamo fare meglio”.
In entrambi i turni di prove la RB16 è apparsa nervosa, in inserimento e in uscita di curva, problemi confermati da Verrstappen: “Sottosterzo, sovrasterzo, trazione… Sono queste le aree da esaminare e alle quali dovremmo trovare una soluzione”.
Ma una delle incognite più grandi, con la quale tutti i piloti dovranno fare i conti, è proprio la configurazioe della pista. Monotona come impostazione, quasi un ovale stile IndyCar ma corta, stretta, veloce, con il secondo settore tortuoso e quasi cieco, ha creato condizioni di traffico di difficile interpretazione che preoccupano in ottica qualifica, ma anche in gara con i doppiaggi, con imprevedibili fasi caotiche.
“Non è la pista più divertente sulla quale abbia mai corso - ha concluso Max - E’ stretta, breve, bisogna stare attenti al traffico e la radio deve rimanere aperta per ascoltare le indicazioni. Il secondo settore è stretto e cieco, ci sono tante curve piuttosto pericolose. Non è la situazione più semplice nella quale guidare”.
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