Red Bull, Marko e l'ammissione che il titolo si vince in due

Red Bull, Marko e l'ammissione che il titolo si vince in due© Getty Images

L'ingaggio di Sergio Perez serve a colmare una lacuna che Red Bull ha, di fatto, scelto di accettare: affiancare giovani piloti a Max Verstappen, regolarmente a subirne la velocità. Per vincere il titolo Costruttori, oltre alla macchina, servono due piloti di garanzia

Fabiano Polimeni

22.12.2020 ( Aggiornata il 22.12.2020 09:32 )

Verstappen-Perez, sulla carta, valgono un rendimento potenziale probabilmente senza eguali in griglia. Red Bull da troppo tempo a correre il mondiale con, di fatto, una sola macchina in grado di portare il risultato massimo e con regolarità. Una condizione nella quale, la sfida al campionato Costruttori, diventa off-limits, al netto di una Mercedes che con il solo Hamilton (347 punti) ha ottenuto più punti di Verstappen (214) e Perez (125), terzo e quarto nel mondiale.

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L’ingaggio di Checo è una scommessa relativa, perché il rendimento medio del pilota messicano è sempre stato molto costante ed è tra i migliori in assoluto nella gestione delle gomme in gara. Dovrà dimostrare di poter valere prestazioni equiparabili a Max Verstappen, quei 3 decimi di gap massimo richiesti ad Albon per guadagnarsi la conferma 2021, obiettivo posto da Helmut Marko e mancato da Alex.

Due piloti veloci e regolari

“Il nostro obiettivo è di vincere il campionato come negli anni scorsi e per farlo hai bisogno di due macchine in grado di competere davanti, è una questione di strategia”, spiega Helmut Marko. Il fattore tattico esiste e può condizionare l’esito di un GP, resta il dato di fondo di una Red Bull RB16-B che dovrà essere in grado di mostrare altro livello di prestazione rispetto a quanto non abbia fatto la RB16.

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È stata la regolarità di rendimento espressa da Perez a spostare l’equilibrio della scelta, retrocedere Albon a tester e dare un’opportunità a Checo: “Perez sta guidando nella miglior forma della sua vita, con Alex Albon c’erano alti e bassi e abbiamo dovuto prendere una decisione.

Se vogliamo puntare a vincere il campionato Costruttori ci serve un pilota forte nella seconda macchina.

Serve quel che Red Bull aveva in casa, un Daniel Ricciardo nei fatti costretto a scegliere un’altra via di fronte al dichiarato obiettivo di puntare tutto su Max Verstappen - politica vincente se ti ritrovi una monoposto dominante -. Così, dopo i tentativi di trovare un alto rendimento da piloti del programma giovani Red Bull, il passo indietro verso un pilota d’esperienza, veloce, è lampante.

Perez come Ricciardo

“Perez ha una gestione delle gomme incredibile, i suoi 10 anni di esperienza in Formula 1 sono un vantaggio e abbiamo visto quanto a lungo riesca a correre, su un ritmo elevato, con un treno di gomme.

Le trattative sono state relativamente brevi, è un accordo per un anno e possiamo intervenire se dovesse ricevere altre offerte. Da quando Max è con noi, la seconda macchina è sempre sparita, eccezion fatta con Ricciardo. Dice anche qualcosa contro la nostra linea, finora sono arrivati quasi sempre solo piloti dal nostro programma”, ammette Marko.

Valutazioni che sono anche nelle parole di Christian Horner: “Per la prima volta dal 2007 abbiamo deciso di ingaggiare qualcuno fuori dal nostro programma di sviluppo piloti, perché ci serve la squadra più forte possibile per lottare contro Mercedes e l’esperienza di Sergio sarà fondamentale il prossimo anno”.

C’è poi una speranza, che Perez porti con sé conoscenze di un mondo Mercedes vissuto con la RP20 ma di ispirazione datata e, difficilmente, potranno tornare valide le differenze concettuali di progetto, di una Racing Point passata a un assetto con minor rake – di scuola Mercedes – rispetto a quanto non faccia Red Bull, con Marko a dire: “Sergio porta molte conoscenze con sé su Mercedes e quando l’hanno scaricato in Racing Point è stato ovviamente molto attento a ogni cosa che Mercedes ha fatto. Speriamo di avere molte indicazioni su questo fronte”.


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