GP Azerbaijan: i top e flop

GP Azerbaijan: i top e flop© Getty Images

Applausi per Perez, Vettel e Gasly, mentre stavolta a sbagliare è Lewis Hamilton

07.06.2021 ( Aggiornata il 07.06.2021 15:58 )

Lewis Hamilton

Un silenzio pressoché assoluto nel giro di rientro, qualche istante senza parlare prima di aprire bocca una volta parcheggiata la vettura. Lewis Hamilton a gara finita sentiva tutto il peso dell'errore, un tipo di errore insolito per uno come lui. Non si è trattato però di uno sbaglio strettamente legato alla guida, quanto piuttosto ad un settaggio sbagliato in vista della ripartenza. A GP concluso, le prime parole di Lewis appena arrivato al parco chiuso sono state “Did I have the magic on?”, vale a dire “Avevo il magic acceso?”, cui segue risposta affermativa del suo ingegnere Peter Bonnington. Su cosa sia questo "magic" si discute da ieri, e si tratta di un pezzo di conversazione molto interessante per quanto breve. In assenza di certezze, si possono fare solo ipotesi, e la più plausibile è che quel tasto sia un parametro che la Mercedes usa in determinate condizioni. Pur avendolo spento, Lewis lo ha accidentalmente riattivato senza rendersene conto, e l'effetto è stato un bilanciamento di frenata ampiamente spostato sull'anteriore: ecco perché, pur senza forzare la frenata, Lewis ha bloccato immediatamente le ruote finendo lungo. Con il freno disposto in prevalenza sull'asse davanti, basta un niente per bloccare. Con queste informazioni, cade anche l'ipotesi di un surriscaldamento eccessivo dei freni nel giro di preparazione in vista della partenza: Lewis sarebbe finito lungo probabilmente anche senza quel fumo che usciva dal suo impianto frenante. Dunque, ecco perché il suo errore non è ascrivibile ad una pura svista di guida, quanto piuttosto ad una disattenzione costata carissima in fatto di preparazione per la ripartenza, a conferma di quanto tutto in F1 debba essere dettagliatamente a posto se si vuole vincere. Con quel lungo se ne sono andate le speranze di vittoria ed anche un epilogo del GP dell'Azerbaijan che avrebbe avuto del clamoroso per Lewis, che da chiudere 3° aveva avuto l'opportunità di vincere dando un colpo fortissimo al diretto avversario. Invece è successo l'impensabile, a ricordare che anche i più bravi a volte sbagliano. Dopo una sfilza record di 54 GP consecutivi a punti (non si conta il GP Sakhir 2020, quando Lewis non corse causa Covid), l'inglese si è ritirato: non accadeva dal GP Austria 2018. Allora però si trattò di un problema alla vettura, e bisogna risalire al GP di Spagna 2016 per vedere un Lewis a mani vuote causa incidenti o errori non ascrivibili a guasti tecnici. Per ritrovare invece un arrivo fuori dai punti (cioè un GP comunque portato a termine ma fuori dalla top ten) bisogna addirittura risalire al 12° posto di Barcellona 2013, quinta gara con la Mercedes. Ed anche per le Frecce d'Argento, la statistica si fa curiosa: dall'introduzione dell'ibrido non era mai accaduto di vedere una Mercedes fuori dal podio per due corse di fila. Per Toto Wolff, fanno solamente 6 punti negli ultimi due appuntamenti, una misera per una squadra abituata a vincere.

Lewis racconta il suo errore

Valtteri Bottas

Lo sguardo perso a fine gara, il senso di impotenza che trasmetteva mentre lo affiancava l'Alfa Romeo di Antonio Giovinazzi. E fa sorridere pensare che, alla fine della fiera, la miglior Mercedes piazzata sia stata proprio la sua. Per Valtteri Bottas è stata una delle domeniche peggiori, peraltro su una delle “sue” piste, su un circuito sul quale, meglio di altri, aveva saputo avvicinarsi alle prestazioni di Lewis Hamilton e talvolta pure a batterlo. Niente di tutto questo però nell'ultimo fine settimana, decisamente il peggiore nel 2021 del finlandese. Peggio pure di Imola, perché là le prestazioni non furono così scadenti come a Baku, per quanto pure in Emilia-Romagna il confronto cronometrico con Hamilton fu impietoso, ed anche perché, contrariamente al tracciato italiano, sul Mar Caspio superare è decisamente più facile. Invece Bottas è naufrato sotto i problemi di una W12 con la quale proprio non si trova: Lewis ci ha messo una pezza, lui invece non è venuto a capo di una macchina con la quale faceva fatica a portare le gomme nella giusta finestra di utilizzo, soffrendo oltremodo la precaria aderenza della sua macchina. Un fatto strano, anche perché la Mercedes, proprio di fronte ai problemi del venerdì, aveva fatto una scelta radicale: assetti aerodinamici diversi tra le due vetture, con quella di Bottas dotata di un'ala posteriore più carica; questo avrebbe dovuto significare, in teoria, velocità di punta inferiori ma una tenua migliore nelle curve, e soprattutto un'energia maggiore da trasmettere ai pneumatici, con conseguente facilità nel mandarli in temperatura. Tutto ciò è rimasto su carta, con Valtteri mai protagonista. E dopo sei gare, la classifica Piloti fa inorridire Toto Wolff più del dritto di Lewis alla ripartenza: Valtteri è solamente sesto in classifica, dietro anche a Perez, Norris e Leclerc, a 58 punti di ritardo dalla vetta e con 54 punti in meno del compagno di squadra. Ovvio che di punteggi e graduatorie non è il caso di parlare, perché il problema di fondo è che Bottas con questa W12 non riesce ad accendersi. Occorre ritrovarsi, anche se il vice campione del mondo 2019 e 2020 vive una situazione scomodissima: la Mercedes non ha più il margine delle ultime stagioni ed anche la squadra pare non supportarlo a dovere. Incombe lo spettro di George Russell, un fantasma che sta assumendo sempre più i contorni dell'incubo.

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Williams

Proprio a Baku, quattro anni fa, era arrivato l'ultimo podio per il team di Grove. E per quanto stiamo parlando di una squadra che sta facendo (eufemismo) una gran fatica a risalire la china, la prova sul Mar Caspio è stata troppo negativa anche per loro. Ha funzionato poco o niente per la Williams nei tre giorni in Azerbaijan: nelle libere 3 Russell aveva accusato un problema al motore ed i meccanici avevano dovuto lavorare sodo per permettergli di scendere in pista in qualifica, ma un nuovo problema si è verificato ieri, un guasto al cambio che ha impedito a George di giocarsi gli ultimi giri di gara, quando avrebbe potuto provare a lottare per un punto, anche se sarebbe stato difficile. Latifi invece è stato penalizzato con uno stop&go di 10”, mutato in una penalità di 30” a fine gara per non essere passato dalla corsia box come tutti gli altri nel mentre era incidentata la vettura di Verstappen: un'incomprensione tra il canadese ed il suo ingegnere è costata la penalizzazione e l'opportunità di arrivare un po' più avanti. Senza l'infrazione, Latifi avrebbe concluso la gara al 13° posto: se vi sembra poco, basti pensare che al momento è proprio il 13° posto di Mick Schumacher, ereditato da Latifi, a decidere la classifica Costruttori per la nona e decima posizione. Essendo Haas e Williams entrambe a quota zero, la loro posizione viene decisa dal miglior arrivo: dopo i tre 14° posti di Russell, che valevano fino alla vigilia di Baku la 9° posizione alla Williams, il 13° di Schumacher al momento consente al team americano di mettersi davanti. Per due squadre che economicamente non se la sono passata bene negli ultimi 15 mesi, i pochi milioni che ballano tra nona e decima posizione nella classifica Costruttori non sono da trascurare.

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