Il gran salto prestazionale da Silverstone, circuito con ampissimi curvoni veloci per la Ferrari ha una spiegazione articolata e degna d'essere esposta punto per punto
A Silverstone, su un tracciato caratterizzato da ampi curvoni veloci e da rapidi cambi didirezione la SF21, contrariamente a quanto si sarebbe potuto ipotizzare sulla carta, ha mostrato un’elevata competitività. Che la Ferrari SF21, erede diretta della scarsamente competitiva SF1000, fosse una monoposto fortemente track sensitive, questo lo si sapeva. Ma quanto visto in Inghilterra, col 2° posto di Leclerc beffato a tre giri dalla fine da Hamilton, potremmo dire abbia in parte sovvertito questa caratteristica. Quando, infatti, la SF21 si era dimostrata altamente competitiva prima a Monaco e poi di nuovo a Baku, in entrambi i casi era parso evidente che le caratteristiche di entrambi i tracciati non mettessero in risalto i limiti di questa monoposto, soprattutto nei curvoni veloci, rapidi cambi di direzione, e passo gara. L’Austria nei due appuntamenti al Red Bull Ring,ha invece riportato tutti alla realtà, mostrando una SF21 in chiara difficoltà nel centrare le temperature di utilizzo degli pneumatici, in pratica potremmo dire, una sorta di deja vu che non aveva sorpreso nessuno tra gli addetti ai lavori.
Ovvia conseguenza, a questo punto, era immaginare che a Silverstone, la SF21, si sarebbe trovata in seria difficoltà, su una pista con prevalenza di curve veloci e rapidi cambi di direzione. Le prestazioni della monoposto di Maranello, invece hanno mostrato, non solo un netto miglioramento per quanto riguardava il giro secco, masoprattutto un passo gara di tutto rispetto che ha permesso a Leclerc di sfiorare la vittoria sino a due giri dalla fine. Una parte del merito di questa inaspettata ripresa a livello prestazionale, va ascritta all’adozione su entrambe le monoposto del fondo che era stato provato per la prima volta solo da Leclerc nel Gp di Stiria, e successivamentemontato su entrambe le SF21, una settimana dopo, nel Gp d’Austria. Di fatto in Austria ne era stato anticipato il debutto che originariamente era stato previsto proprio a Silverstone.
Questa versione è caratterizzata dall’aggiunta di tre deflettori lungo il bordo laterale a valle del taglio ad “L” rovesciata, ed ha reso l’aerodinamica inferiore della SF21 più efficiente, migliorando il sigillo (minigonna pneumatica) tra il fondo vettura e l’asfalto. Ciò pare abbia avuto come effetto un lieve incremento del carico ma soprattutto un migliore equilibrio aerodinamico. La combinazione dei due fattori ha avuto come tangibile ricaduta positiva un migliore sfruttamento dei pneumatici, sottoposti a Silverstone a violente accelerazioni laterali. E sono proprio questi ultimi a rappresentare in termini percentuali l’elemento maggiormente determinante alle prestazioni mostrate in Inghilterra. Non bisogna dimenticare, infatti, che in Austria, furono testati pneumatici sperimentali caratterizzati da una diversa costruzione, ma con le stesse mescole di quelli in uso sino a quel momento, con la finalità di adottarli per il resto della stagione, a partire da Silverstone. La scelta da parte di Pirelli, di testarli prima della tappa in Inghilterra, aveva proprio come obiettivo quello di poterli produrre in numero sufficiente in tempo per la gara sul tracciato inglese, estremamente severo sotto il profilo dell’integrità dei pneumatici.
Come noto, infatti, nei rapidi e frequenti cambi di direzione che caratterizzano questa pista, è indotta un’elevata energia sui pneumatici e sulla loro struttura, particolarmente sollecitata sulla spalla. L’adozione di una costruzione parzialmente più rigida, accompagnata dall’incremento di pressione minima prescritto da Pirelli, ha permesso di ridurre drasticamente il degrado dei pneumatici. Questo fattore, applicato specificamente alla Ferrari, ha permesso alla SF21, di ritrovare un elevato grip nei transitori. In pratica, non si è assistito ad un evidente scivolamento laterale della monoposto che, normalmente avrebbe incrementato la temperatura della fascia di rotolamento dei pneumatici sia anteriori sia posteriori, che avrebbe generato un degrado rapido del battistrada.
L’equilibrio generato dal fondo, come già descritto, ma soprattutto il lavoro svolto dalla sospensione posteriore, che ha sempre garantito, anche sui tracciati più sfavorevoli alla SF21 elevata trazione meccanica, abbinata al grip dei pneumatici anteriori più “stabili” grazie alla nuova costruzione, ha permesso di ritrovare le prestazioni proprio nei tratti in cui, la reattività ed il bilanciamento rappresentano i fattori vincenti. Quanto visto a Silverstone, se affidandosi alla logica, non permette di illudersi che il livello di competitività delle rosse resterà tale per il resto della stagione, costituisce comunque una prova tangibile che la SF21 potrà essere protagonista su più tracciati di quanto ipotizzato ad inizio anno, e possa davvero consolidarsi come terza forza del mondiale, obiettivo attualmente fortemente conteso dalla McLaren.
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