GP Olanda: i 5 punti del fine settimana

Ferrari, conta il risultato

Se ne sono sentite di tutte: Zandvoort come Monaco per la difficoltà nei sorpassi, Zandvoort come Imola per la strettezza della carreggiate e le caratteristiche della pista, Zandvoort come il Paul Ricard per l'energia trasmessa alle ruote. E' vero un po' di tutto questo, ed ecco perché l'Olanda per la Ferrari non è stata propriamente una passeggiata. Le libere del venerdì non avevano neanche illuso, nel senso che è vero che c'erano due Rosse davanti, ma questo senza fare i conti con Verstappen ed Hamilton, per cui si era trattato un po' come aver fatto i conti senza l'oste. La qualifica non è stata impeccabile, tra un Leclerc ad ammettere un giro non perfetto ed un Sainz ancora con le scorie per aver saltato le FP3, motivo per cui la seconda fila se l'è presa, con merito, Gasly. Lo stesso Pierre era l'unico avversario reale della domenica ferrarista, ma il francese si è tenuto stretto la quarta posizione; neanche passare al “piano B” ha aiutato la Ferrari a balzare davanti alla monoposto di Faenza, della quale il Cavallino avava sottovalutato la capacità di far durare le gomme a mescola media. La squadra di Binotto invece ha dovuto fare i conti con un'usura che resta uno dei punti deboli del progetto SF21, e questo è costato a Sainz il 6° posto negli ultimi chilometri a vantaggio di Alonso. Nel confronto con il connazionale, il crollo è stato evidente da parte di Carlitos, che infatti aveva poco da sorridere domenica sera. Nonostante il doppiaggio, nonostante vecchi problemi e nonostante siano arrivati solamente un 5° e 7° posto, a Maranello comunque portano a casa il risultato per il semplice motivo che la McLaren, diretta rivale per il podio nel Costruttori, ha fatto pure peggio, perdendo nuovamente la terza piazza a favore della Rossa. Non sarà il massimo, ma il convento maranelliano quest'anno passa questo, e non è certo una storia nuova.

Binotto: "Stiamo lavorando sui limiti della SF21"

---