Partenza magistrale di Verstappen che passa in testa con la complicità di Bottas, andando a vincere al termine di un fine settimana enigmatico per quanto riguarda le prestazioni; domenica non bella ma "utile" per la Ferrari, mentre Giovinazzi...
Quei 12 minuti del Q3 rischiavano di rovinargli l'intero weekend. Non ci voleva quasi credere, Max, a leggere la classifica sabato e a trovare due Mercedes in prima fila. Sapeva che avrebbe dovuto metterci del suo, ancora, e lo ha fatto nella più grande occasione che di solito possa offrirti un GP: la partenza. Quella staccata è stata un capolavoro che rischia di diventare una delle immagini simbolo del mondiale, almeno per quanto riguarda le ultime gare della stagione. Non abbiamo la sfera di cristallo, quattro gare con ancora 107 punti a disposizione (25 a gara più il punto del giro veloce, cui si aggiungono i 3 punti della Sprint Qualifying di Interlagos) rappresentano ancora un margine di imprevedibilità non trascurabile. Eppure, passare davanti in quella curva è stato un colpo micidiale per il campionato, importantissimo per non perdere un feudo che alla vigilia sembrava appartenere alla Red Bull in maniera quasi scontata. A Milton Keynes, nonostante una vittoria ed un 3° posto (fondamentale per portarsi a -1 nel Costruttori: titolo a squadre completamente riaperto, anche se è giusto dire non sia mai stato chiuso), avranno parecchio da analizzare: perché imprevsti così grandi come in qualifica non devono più capitare. Rischiava di costare un weekend intero quella qualifica, anche se in gara la RB16B è tornata più competitiva della W12: ma un conto è avere più passo, un conto è passare; Perez, che comunque non è Verstappen, ha dimostrato che mettere insieme un sorpasso con il basso carico verticale che si riesce ad avere in Messico non è affatto semplice se quello davanti è sì più lento ma non così tanto.
Ma cosa è successo tra venerdì e sabato, e quindi tra sabato e domenica? Nella prima giornata in pista del fine settimana, la RB16B era decisamente più competitiva, per tutta una serie di motivi che avevamo elencato alla vigilia; nell'aria rarefatta degli oltre 2200 metri in altitudine del circuito Rodriguez, il corpo vettura della Red Bull riusciva a sprigionare un carico che nemmeno Mercedes riusciva ad avvicinare. Con un'ala posteriore a massimo carico (vista solo a Monaco e Budapest, ed in Ungheria solo nelle libere), la vettura dei bibitari volava nel secondo e terzo settore, lasciando per pochi centesimi la supremazia alla Mercedes nel primo. Per cui, non era un fatto motoristico (si era parlato anche delle possibili difficoltà del turbocompressore di Brixworth, più piccolo e sulla carta meno a suo agio in altitudine rispetto a quello della Honda) ma squisitamente meccanico ed aerodinamico, con l'apparato sospensivo della RB16B a dare una mano ad una aerodinamica sopraffina. Per contrastare una superiorità vista anche nelle FP3, la Mercedes ha lavorato sull'assetto fino a pochi minuti prima l'inizio della qualifica, nella quale si sono verificate una serie di condizioni (a dimostrazione di quanto siano sofisticate queste F1, capaci di esaltarsi o andare in crisi con variazioni molto piccole di temperatura, vento eccetera) che nel Q3 hanno consentito alle W12 di balzare davanti: detto che la pista, come si dice in gergo, è andata “verso” la Mercedes, sulla RB16B l'irrobustimento dell'ala posteriore in seguito a qualche problema riscontrato nelle FP3 ha tolto forse quel pizzico di performance che, unito a situazioni particolari (Max non perfetto al primo tentativo e fregato dall'uscita di Tsunoda e Perez nel secondo), sono costate al team di Milton Keynes la prima fila. Questo nonostante la Red Bull abbia provato a modificare la situazione con gli unici interventi consentiti in parco chiuso durante una sessione di qualifica, ovvero incidenza dell'ala anteriore e differenziale. In gara invece, con più tempo per saldare l'ala posteriore e con condizioni nuovamente diverse (senza dimenticare che in Q3 si è usata la rossa, in gara media e dura, mescole che sono andate meglio sulla RB16B), la situazione si è nuovamente capovolta. Ma quanto è complicata questa F1?
Verstappen e la partenza: "C'era spazio, ho frenato più tardi possibile"
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