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Hamilton, quella statistica favorevole per Jeddah: chi fa la pole dal 2010 poi...

C'è un dato che fa ben sperare l'inglese dopo il miglior tempo di Losail; nel frattempo Hammer non vuole rinunciare al suo casco pro LGBTQ+

Per alcuni le statistiche sono solo curiosità, per altri sono indizi non certi ma comunque indicativi. Questione di punti di vista. Lewis Hamilton in preparazione delle ultime due gare di questo mondiale sarà di sicuro concentratissimo e poco incline a perdersi nei numeri, con l'aggiunta di un pizzico di scaramanzia verso un dato a lui favorevole. E' così che l'inglese della Mercedes va verso l'Arabia Saudita, terra nella quale non vuole rinunciare al suo casco in supporto della comunità LGBTQ+.

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Il dato dal 2010 ad oggi

Il dato riguarda le pole position messe a segno dal 2010 ad oggi sui circuiti inediti. Ebbene, dall'inizio dello scorso decennio in poi chi è partito davanti su un circuito al debutto ha poi sempre vinto il titolo. La statistica è cominciata con Sebastian Vettel in pole a Yeongam, nel GP di Corea 2010: il tedesco, all'epoca sulla Red Bull, portò a casa la pole position e nonostante la rottura del motore il giorno successivo riuscì comunque a portare a casa il titolo. Stessa storia anche nella stagione successiva, anche se in quel caso prima è arrivato il titolo (vinto a Suzuka) e poi la pole su un nuovo circuito: quella era la volta di Greater Noida, per la prima del GP d'India, poi vinto da Seb. Ancora Vettel in pole su un nuovo circuito anche nel 2012: al debutto sulla pista di Austin il tedesco fece la pole ed in gara chiuse 2° arrendendosi ad Hamilton, ma alla fine portò a casa il campionato. Nel 2014 è stata la volta di Sochi, al GP di Russia, con Hamilton davanti a tutti in qualifica (e pure in gara) e iridato a fine stagione. A Baku nel 2016 stessa cosa con Nico Rosberg, quindi il dato lo ha ripreso Hamilton, in pole a Portimao ed al Mugello l'anno scorso e poi campione. Che la pole position di Losail non possa essere di buon auspicio?

Lewis col casco pro LGBTQ+ anche a Jeddah?

Per quanto riguarda l'inglese della Mercedes inoltre pare sempre più probabile l'utilizzo da parte sua del casco a favore della comunità LGBTQ+ anche al GP d'Arabia Saudita. Hamilton ha sfoggiato per la prima volta il casco con i colori arcobaleno in Qatar (dove l'omosessualità tra maschi è illegale) e vuole fare altrettanto in Arabia Saudita, altro Paese in cui i diritti per quella comunità sono pressoché inesistenti. Del casco ha parlato lo stesso Hamilton: "Voglio utilizzare lo stesso casco anche nelle ultime due gare, o almeno nella prossima. Non ho ricevuto commenti contrari al riguardo. Sul retro ci sono le scritte 'We stand together' e 'Love is love' (vale a dire 'restiamo uniti' e 'l'amore è amore', ndr), e per me è importante rappresentare quella comunità. So che ci sono determinate situazioni che devono essere evidenziate. Spero che qualcuno mi raggiunga, mi piacerebbe sapere qualcosa di più su ciò che sta accadendo e che cosa si sta facendo per supportare maggiormente questa comunità".

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