Le valutazioni finali sono sempre un gioco stuzzicante, con giudizi personalissimi che lasciano spazio a momenti di condivisione e confronto: ecco qui i voti, pilota per pilota, a ciascuno dei protagonisti del mondiale 2021

F1 2021, le pagelle: i piloti

<p>Una stagione lunga e logorante, dentro la quale è praticamente impossibile non calare mai di rendimento, non avere passaggi a vuoto. Una stagione che per alcuni è stata di consacrazione, per alcuni di passaggio, per alcuni di apprendistato e per altri ancora di addio.</p>
<p><span style="text-decoration: underline;"><em><strong>Scorri tra le schede per vedere i voti di tutti i piloti</strong></em></span></p>
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<h3><span style="text-decoration: underline;"><em></em></span>La classifica Piloti</h3>
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<h2>Haas</h2>
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<h3>Mick Schumacher: 6</h3>
<p>Siamo al limite con il giudizio sospeso. Perché con questa Haas c'era poco da fare e poco da inventarsi, se non quella di provare a gettare il cuore oltre l'ostacolo, anche a costo di metterla, come ogni tanto è avvenuto, nel muro. A Mick si chiedeva soprattutto di non sbagliare, di percorrere più chilometri possibili, di mettere nel bagaglio un'annata comunque formativa, di apprendimento. Con una macchina la cui massima ambizione poteva essere il Q2 di tanto in tanto ed un punto nelle domeniche da tregenda, ha fatto quello che doveva fare, con buone gare, una buona crescita ed errori comunque messi in preventivo. Nel 2022 di lui si potrà scoprire molto di più.</p>
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<h3>Nikita Mazepin: 5</h3>
<p>Per niente ben voluto, spesso al centro di critiche e polemiche sul comportamento in pista, non solo nei duelli ma anche quando si trattava di lasciare strada in qualifica o in gara, da doppiato. Eppure, Nikita nella seconda parte dell'anno ha mostrato un po' di umiltà in più e, nel complesso, qualche errore in meno. Non basta, non può bastare: anche perché sebbene in classifica sia finita 0-0 (Mick davanti per piazzamenti), Schumi lo ha messo dietro quasi sempre, sia in prova che in gara. Pure per lui comunque la scusante di una macchina abbandonata a se stessa, senza ambizioni e nell'annata più difficile per essere un debuttante: ricordiamo che lui, Mick e Tsunoda sono stati gli unici debuttanti della storia a prendere il primo via in F1 con soli tre giorni di test ufficiali sulle spalle.</p>
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<h2>Alfa Romeo-Sauber</h2>
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<h3>Kimi Raikkonen: 6,5</h3>
<p>Nell'ultimo anno di attività si è preso 10 punti, il Covid e l'affetto di tutti una volta annunciato il ritiro. La stagione del commiato, per Kimi, è stata senza infamia e senza lode, in una serenità totale da parte sua, pronto a prendersi, a 42 anni, gli elogi sulla longevità e su una carriera comunque da applausi, con qualche numero, alla luce del talento, forse inferiore alla classe. Con Giovi è soprattutto amicizia, piuttosto che confronto interno: ha fatto più punti di lui, sebbene Antonio sul giro secco lo abbia fatto sudare.</p>
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<h3>Antonio Giovinazzi: 6</h3>
<p>Bisogna riconoscere una velocità in qualifica molto buona ed una propensione, in gara, a perdere il ritmo nella mischia, difetto che non ti puoi permettere se guidi un'Alfa Romeo-Sauber che, in fin dei conti, non aspetta altro che una scusa buona per non rinnovarti il contratto. Ad Abu Dhabi è tramontata la sua carriera in F1, con la speranza di tornarci ma con la consapevolezza che sarà difficile; ma tanto di buono Antonio ha fatto vedere, correndo bene soprattutto nella seconda parte dell'anno, quando in una squadra ormai da separato in casa ha tirato fuori orgoglio e velocità, per dei risultati non all'altezza del suo livello: con un po' più di attenzione da parte di muretto e meccanici, magari, sarebbe andata a finire meglio, con risultati certamente migliori.</p>
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<h2>Williams</h2>
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<h3>George Russell: 8</h3>
<p>Sicuramente tra i migliori piloti dell'anno, in rapporto al mezzo guidato. Fenomenale in qualifica, cresciuto tantissimo in gara, dove con una Williams molto migliore rispetto alle precedenti due annate ha potuto confrontarsi di più con gli altri, a beneficio di una formazione ancor più completa in vista del salto in Mercedes. Il giro sul bagnato di Spa resta un capolavoro assoluto, i quattro piazzamenti a punti stagionali un plauso alla tenacia ed alla crescita messa in atto in queste stagioni che gli sono valse la chiamata al fianco di Hamilton, dove studierà da campione. A Grove lascia più punti del previsto, un pezzo di cuore e tanti bei ricordi.</p>
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<h3>Nicholas Latifi: 6</h3>
<p>Ed ecco l'uomo che ha deciso il mondiale. Con i miglioramenti della macchina è venuto fuori anche lui, quando ormai tutti erano pronti a dirgli “ciao”. Invece si è preso la conferma in Williams, peraltro non del tutto immeritata; perché è vero che poche volte è riuscito ad andare oltre la macchina, ma è anche vero che si è dovuto confrontare con uno, Russell, che sembra avere tutte le carte in regola per diventare campione in futuro. C'è modo di dire che abbia fatto più di quanto ci si aspettasse da lui. Per cui, e per adesso, bravo Nicholas: l'anno prossimo con Albon la forbice dovrà però essere meno larga.</p>
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<h2>Aston Martin</h2>
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<h3>Sebastian Vettel: 6,5</h3>
<p>Il fatto che abbia tardato tanto ad esercitare l'opzione per il rinnovo nasconde un'insofferenza crescente, quella che si diverte sì ma mica tanto. Per lui poco avvezzo alle vie di mezzo, quest'anno è stato complicato anche a causa di una AMR21 meno performante del previsto: lui ci ha messo del suo tra tanti alti e bassi riconosciuti in prima persona nel team radio finale di Abu Dhabi, anche se nel finale le prestazioni sono migliorate, sebbene un po' di sfortuna in gara (Jeddah, per dirne una) non lo abbia premiato in fatto di risultati. Comunque, il 2021 era un anno di passaggio, per lui il 2022 sarà importante non solo in termini sportivi ma esistenziali: non trovasse una macchina competitiva e di conseguenza poche possibilità di uscire dalla mediocrità degli ultimi due anni, potrebbe anche decidere di appendere il casco al chiodo.</p>
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<h3>Lance Stroll: 6</h3>
<p>Avere Vettel accanto gli ha giovato, e tutto sommato ha fatto una buona stagione nonostante qualche svarione ogni tanto sia capitato. L'Aston di papà è stata l'ultima del gruppo di mezzo, decisa a non spendere troppe risorse sul progetto 2021 una volta capito che le prestazioni erano quelle che erano, e sarebbe stato inutile insistere su una macchina appartenente ad un ciclo tecnico destinato a chiudersi. Motivo per cui i risultati sono stati più modesti rispetto alla passata stagione, ma a livello di guida ha fatto vedere buone cose, sebbene Seb lo abbia complessivamente battuto.</p>
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<h2>AlphaTauri</h2>
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<h3>Pierre Gasly: 8</h3>
<p>Un'annata quasi del tutto immacolata, senza macchie a rovinare un curriculum di prim'ordine. In 22 gare ha saputo quasi sempre concretizzare il potenziale di una AT02 molto buona, mancano all'appello solo Sakhir e Monza, con due toccate di troppo a rovinare ala e ambizioni giornaliere. Per il resto, si rammarica che Marko non lo abbia chiamato al telefono per offrirgli il secondo sedile in Red Bull: da parte sua ha ragione, ma dopo aver fatto e disfatto carriere a Milton Keynes hanno preferito la via della stabilità sia nella casa madre che a Faenza. Lui, sebbene sia comprensibile la sua voglia di saltare di nuovo in un top team, ha poco da rimproverarsi: AT03 permettendo, sarà un uomo mercato del prossimo anno.</p>
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<h3>Yuki Tsunoda: 5</h3>
<p>Possiamo dirlo? La più grande delusione del mondiale 2021. Ha la scusante di debuttare nell'anno peggiore per i rookie, con soli tre giorni di test ad inizio campionato, per cui qualche strafalcione era da mettere in conto; ma della comprensione se ne approfitta e quando gli offrono il rinnovo, lui stesso si chiede il perché. Il motivo è presto detto, cioè che anche Marko forse si è reso conto di averlo gettato nella mischia decisamente troppo presto. Ma ormai è andata e non si torna indietro: urgono miglioramenti nel prossimo campionato per il ragazzo che in Giappone è già diventato un mito. Aveva illuso ad inizio anno prima di perdersi tra un errore e l'altro: mamma Red Bull può concedertelo una volta (a volte neanche quella), non due. Abu Dhabi è stata una boccata d'ossigeno: per la prima volta davanti a Pierre sul giro secco e 4° posto in gara, miglior risultato stagionale. Deve ripartire da qui.</p>
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<h2>Alpine</h2>
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<h3>Fernando Alonso: 7,5</h3>
<p>Qualche gara di rodaggio e poi ha preso ritmo, con un finale in crescendo e coronato dal ritorno sul podio dopo 7 anni. Basta e avanza per metterlo tra le storie più liete di questa stagione, nella quale è stato un riferimento per la sua squadra e per il suo compagno di squadra (che l'età lo abbia cambiato?), il quale non smetterà mai di ringraziarlo per aver propiziato il successo di Budapest tenendo dietro Hamilton. Ad Esteban la gloria della vittoria, a lui una posizione migliore in classifica: ancora bentornato Fernando.</p>
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<h3>Esteban Ocon: 7</h3>
<p>E' riuscito a non farsi stritolare dal confronto interno con uno tosto come Alonso (81-74 il bilancio in classifica), anzi la convivenza ne ha accresciuto le quotazioni: da Nando ha imparato molto ed al tempo stesso aver tenuto un ritmo simile allo spagnolo durante l'anno ne ha migliorato l'immagine all'esterno. Un esame difficilissimo ben superato dunque, al termine di una stagione che si ricorderà a lungo come quella della prima vittoria. L'unico rimpianto sono quei 102 millesimi sul traguardo di Jeddah che lo hanno separato dal secondo podio stagionale.</p>
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<h2>McLaren</h2>
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<h3>Lando Norris: 7,5</h3>
<p>In calo nella seconda metà dell'anno, così come la sua McLaren: 113 punti nelle prime 11 gare, 47 nelle successive 11. Lando, pilota velocissimo, poco propenso all'errore e da annoverare tra i possibili campioni del futuro, non è nuovo a questa pericolosa abitudine, quella di scendere di livello a mano a mano che la stagione si consuma. Non potrà permetterselo quando avrà una vettura al vertice, cosa che Seidl si augura di fornirgli il prima possibile. La costanza lungo tutta la stagione è forse l'unico difetto di questo pilota: ha stravinto il confronto interno con uno scomodo come Ricciardo ed in Russia stava pure per fare centro dopo la prima pole della carriera. Qualcosa da aggiustare insomma, ma è sulla strada giusta.</p>
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<h3>Daniel Ricciardo: 6</h3>
<p>Con il successo di Monza strappa una sufficienza che resta stiracchiata per il divario che a fine anno si ritrova a pagare su Norris. Battuto spesso e volentieri dall'inglesino rampante, Daniel ha pagato lo scotto di un adattamento più lungo e complicato del previsto alla nuova realtà di Woking, dove sono ancora sicuri di avere la coppia giusta per tornare davanti se solo la macchina lo permetterà ai piloti. Lui ha provato a non perdere il suo caratteristico sorriso, ma in certi momenti della stagione è stata dura: Monaco per dirne una è stata un'umiliazione. Però la luce sotto al tunnel si vede: da Spa in poi ha portato a casa 65 punti, Lando 47. Che sotto sotto sia già cominciata la risalita?</p>
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<h2>Ferrari</h2>
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<h3>Carlos Sainz: 8</h3>
<p>Certamente in casa Ferrari lo spagnolo rientra tra le note positive, con una fiducia ripagata in breve tempo. Bravissimo ad integrarsi in squadra ed a costruire subito un buon rapporto con tutti nel box, al tempo stesso portando una metodologia differente nel lavoro con gli ingegneri. In qualifica Charles resta spesso e volentieri irraggiungibile, in gara invece sa essere molto più vicino al monegasco se non addirittura superiore nelle giornate giuste, ed infatti, col colpo di reni finale, si è preso podio (il quarto dell'anno), 5° posizione nella classifica Piloti ed il sorpasso in graduatoria su Leclerc. Pure lui attende la prima, vera macchina al top nella carriera, con il forte desiderio di cogliere l'agognata prima vittoria.</p>
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<h3>Charles Leclerc: 7</h3>
<p>Batteria scarica nel finale di stagione. Sainz è stato un osso duro, uno stimolo per migliorare ancora, non tanto in qualifica, dove Charles resta uno dei piloti migliori della griglia, quanto piuttosto in gara, dove lo spagnolo con un metodo di preparazione tutto suo riesce ad essere costante nei tempi e contemporaneamente molto rispettoso delle gomme salvo rare eccezioni. Per Charles un anno di purgatorio, con una vittoria preclusa per tutta la stagione (e siamo a due anni di digiuno) e possibile solo in quella Monaco per lui maledetta. Ha chiuso in calando, colpito dalla pesantezza mentale di questi due anni, ma in pochi avrebbero scommesso su un Sainz davanti a lui in classifica a fine campionato. Il biennio per sua fortuna è terminato, ora un po' di riposo ed un bel respiro: non vuole pensare alle valutazioni che dovrebbe fare nel caso di una Rossa deficitaria anche nel 2022.</p>
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<h2>Red Bull</h2>
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<h3>Max Verstappen: 10</h3>
<p>Siamo di fronte ad un talento autentico, cristallino, precoce. Perché è vero che è in F1 da una vita, ma ha pur sempre 24 anni ed aver tenuto testa per tutto l'anno ad un campione completo come Hamilton ne accresce grandezza e meriti. E' stato il migliore, Jeddah a parte in gara non ha commesso errori di guida, al massimo di valutazione: se a Silverstone avesse messo da parte l'orgoglio ed alzato il piede a Copse, forse oggi non avrebbe un debito con Latifi. Ma Baku e Budapest gridavano vendetta, là ha lasciato sul campo per colpe non sue punti pesantissimi e vitali che rischiavano di costargli il campionato: in alto qualcuno gli ha voluto bene a regalargli questo incredibile, meritatissimo titolo mondiale. Consegnandoci la sensazione di essere di fronte alla storia in persona.</p>
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<h3>Sergio Perez: 7</h3>
<p><em>“Che leggenda Checo</em>”. L'ossequio è arrivato nel tumulto di emozioni di Abu Dhabi direttamente da Verstappen, che aveva apprezzato il tentativo del messicano di tenersi dietro Hamilton a tutti i costi. Quei due giri sono stati la cartolina migliore della sua stagione, forse anche più di Baku. Perché Azerbaijan a parte, ha zoppicato un po' troppe volte, incapace di limare un divario da un compagno di squadra che, a questo punto, inizia a far nascere il dubbio di essere stato lui il principale problema dei suoi ultimi tre compagni di squadra. La RB16B è stata una macchina velocissima ma difficile da portare al limite, e qualche difficoltà di adattamento Sergio l'ha incontrata, anche perché si trattava di un tipo di vettura diversa da tutte le altre guidate prima d'ora: dunque promosso, ma nel 2022 è lecito attendersi qualcosa di più.</p>
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<h2>Mercedes</h2>
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<h3>Lewis Hamilton: 9</h3>
<p>Puoi essere un vincente anche quando perdi. E dopo una stagione così, nessuno si sognerà di indicare in Lewis Hamilton il “perdente”di questa stagione. Sconfitto sì, ma a testa altissima e con onore. In Inghilterra si è parlato di rapina, ed è indubbio che il giro decisivo sia stato giocato ad armi impari. Ma lui è il primo a riconoscere a Max un'annata stratosferica, un'annata che ha portato a dare qualcosa di più anche a Lewis, che a 36 anni e sette titoli mondiali è stato in grado di duellare fino in fondo con la ferocia del nuovo che avanza. Nella sua stagione due macchie più evidenti di altre, Imola e Baku; nel finale ha avuto una Mercedes superiore ma con un divario difficile da colmare, eppure era ad un passo dal riuscirci. E' e resta un campione: il titolo di “Sir” se lo merita per la sportività con cui ha reso onore a Max, andandogli subito incontro nonostante l'adrenalina, e la rabbia, in circolo. Campione comunque, sì: dentro e fuori la pista.</p>
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<h3>Valtteri Bottas: 7</h3>
<p>Un dato più importante di altri: Checo è finito davanti ad Hamilton tre volte in gara, lui davanti a Verstappen solo una. Poca roba, dunque, ad indicare nelle seconde guide più pedine strategiche piuttosto che vere armi per fronteggiare il caposquadra avversario. Però, nonostante questo dato, alla fine il titolo Costruttori lo ha vinto la Mercedes ed i punti di differenza ce li ha messi lui, meritatamente terzo alla fine dell'anno. La sua partecipazione nella conquista dell'alloro a squadre non si può non tenere in conto, ed è stato un po' il suo biglietto d'addio ad una squadra che gli ha dato tantissimo ma a cui lui a sua volta ha dato tanto, divenendo negli anni un componente perfettamente ingranato nella macchina degli otto titoli Costruttori consecutivi. Il futuro in Alfa Romeo-Sauber rappresenta un'occasione di ripartenza.</p>
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<p>Super festa per super Max, che vince il suo primo titolo in carriera. Una festa incontenibile sia sul podio e sia in pista, dove l'olandese, il primo del suo paese a esser iridato, si è sciolto nell'abbraccio col padre Jos e ha poi abbracciato anche Hamilton. Ecco le immagini più belle da Yas Marina</p>


GP Abu Dhabi: la gioia incontenibile di Verstappen

<p>Le valutazioni finali sono sempre un gioco stuzzicante, con giudizi personalissimi che lasciano spazio a momenti di condivisione e confronto: ecco qui i voti, pilota per pilota, a ciascuno dei protagonisti del mondiale 2021</p>