L'Aviatore, il docufilm di Rai 2 dedicato a Gilles Villeneuve

Il regista Giangiacomo De Stefano ha curato un documentario per ricordare Gilles Villeneuve a 40 anni dalla sua morte. L'opera andrà in onda su Rai 2 il 10 maggio

Alberto Sabbatini

09.05.2022 17:19

Un viaggio alla scoperta di Gilles Villeneuve. Due ore di documentario sulla vita del grande campione canadese firmato dal regista Giangiacomo De Stefano che RAI 2 manderà in onda in prima serata martedi 10 maggio alle 21. Si tratta di un film eccezionale che Autosprint ha già potuto osservare in anteprima per potervi riportare i contenuti salienti.

Interviste esclusive

Il film racconta la vita di Gilles, da campione di motoslitte a pilota Ferrari F1. Attraverso una serie di immagini di repertorio e interviste esclusive – fra cui quelle a Jody Scheckter, René Arnoux, Mauro Forghieri e tanti altri personaggi dell’epoca – il film approfondisce la personalità del pilota canadese. E cerca di spiegare perché era tanto caro a Enzo Ferrari che aveva un affetto tutto speciale per lui. Il film è anche uno spaccato della F1 di quell’epoca – fine anni Settanta, primi anni Ottanta – e di uno sport emozionante e pericoloso, per certi versi ancora artigianale ma eroico.

Perché Villeneuve era unico

Così diverso da quello sport così scientifico che è diventato al giorno d’oggi. Voce narrante del docu-film “Villeneuve-L’Aviatore” è quella del grande attore teatrale Ivano Marescotti che fornisce una profondità unica al commento del film.

Il docu-film “L’Aviatore” è una coproduzione Sonne Film e K+ in collaborazione con Rai Documentari per la regia di Giangiacomo De Stefano, anche autore insieme a Federico Fava e Valentina Zanella; è stato realizzato con il sostegno di Emilia-Romagna ed il supporto di Emilia-Romagna Film Commission.

La programmazione

In onda su Rai 2 martedi 10 maggio alle ore 21 e disponibile anche su RaiPlay. Di seguito il trailer del film e due estratti dal documentario: uno in cui Forghieri parla del rapporto fra Villeneuve e Enzo Ferrari, e uno in cui Gilles, in un’intervista che risale alla fine degli anni Settanta, parla del suo rapporto con la paura e la morte.


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