Tempo di valutazioni: ecco qui i voti dei venti piloti (più due) che hanno preso parte al mondiale 2022

F1 2022: le pagelle dei piloti

<p>La fine dell'anno è sempre il momento buono, quello più distaccato, per analisi e valutazioni. E quindi eccoli qui, i protagonisti del <strong>mondiale 2022</strong>, pronti a discutere sul loro operato.</p>
<p><a href="https://autosprint.corrieredellosport.it/news/formula1/2022/12/01-5947977/f1_2022_le_pagelle_le_squadre">Il pagellone delle squadre</a></p>
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<p><span style="text-decoration: underline;"><em><strong>SCORRI TRA LE SCHEDE</strong></em></span></p>
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<h2>Williams</h2>
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<h3>Alexander Albon: 6,5</h3>
<p>Dopo un anno da panchinaro e su una <strong>Williams</strong> fanalino di coda, chiedergli di più francamente era impossibile. Qualche sortita in zona punti e qualche rimpianto per Monza, quando è stato messo fuori causa da un'appendicite che gli ha impedito di correre nel fine settimana più propizio per la <strong>FW44</strong>, tra penalità in griglia e caratteristiche della pista. Ha mostrato una buona pasta e si è meritato il rinnovo: non era facile dopo essere finito nella centrifuga di Marko.</p>
<h3>Nicholas Latifi: 4,5</h3>
<p>Dispiace, ma ha perso su tutti i fronti. Aveva al fianco un pilota apparentemente meno temibile di Russell che rientrava dopo un anno, eppure ha preso legnate sia in qualifica che in gara. <strong>Suzuka</strong> è stato un episodio magnifico ma isolato, per lui che è parso soffrire sin troppo per le critiche post Abu Dhabi; questo, pur bocciandone il rendimento, porta a tendergli una mano di solidarietà ed affetto: la salute mentale, nello sport come nella vita, sarebbe un tema da avere un pochino più a cuore da parte di tutti quanti.</p>
<h3>Nyck De Vries: s.v (senza voto)</h3>
<p>Una corsa è decisamente troppo poco per giudicarlo in toto, anche se nell'unica occasione in cui ha preso il via, a <strong>Monza</strong>, ha gareggiato beccandosi un voto altissimo. Contava farsi trovare pronto e lo ha fatto: nel 2023, quando sarà titolare in <strong>AlphaTauri</strong>, potremo scoprire qualcosa di più su questo pilota dalla carriera imprevedibile.</p>
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<h2>AlphaTauri</h2>
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<h3>Pierre Gasly: 5</h3>
<p>Prima di valutarlo, occorre fissare due punti: la scarsa competitività dell'<strong>AT03</strong> ed il rinnovo di Perez in Red Bull che ha definitivamente distrutto i suoi piani di ritorno a Milton Keynes. Una doppia delusione dopo un biennio eccellente che lo ha destabilizzato: e infatti lo si è visto irascibile, nervoso, quasi demotivato. L'<strong>Alpine</strong> è linfa nuova per il futuro, dove arriverà con altri stimoli e con altre ambizioni, ma occhio ai punti di penalità: siamo ad un passo dall'esclusione.</p>
<h3>Yuki Tsunoda: 4</h3>
<p>Si sono visti pochi miglioramenti rispetto al 2021 ed è questo il problema. Ha perso di nuovo contro un <strong>Gasly</strong> che aveva una lista lunga così di attenuanti, e soprattutto, cosa che preoccupa molto di più, ha continuato a mostrare gli stessi errori della passata stagione, leggasi incostanza e propensione allo svarione. Confermato solo per mancanza di reali alternative nella galassia <strong>Red Bull</strong>? Pensiero cattivo ma sensato: occhio al confronto con De Vries il prossimo anno.</p>
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<h2>Haas</h2>
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<h3>Kevin Magnussen: 7</h3>
<p>Un ritorno in grande stile, quando il Circus sembrava essersi già dimenticato di lui. E invece, eccolo qui: gran 5° al rientro a <strong>Sakhir</strong>, in pole ad <strong>Interlagos</strong>, complessivamente promosso e incostante in linea con una <strong>VF-22</strong> che dell'incostanza è stata la regina. Certo, c'è stato qualche vecchio vizio, come la tendenza a strafare nei duelli, più una manciata di gare rovinate per battaglie all'arma bianca al primo giro, quando in realtà ci sarebbe tutto il tempo per ragionare. Ma Kevin è questo, prendere o lasciare, ed a quanto pare in <strong>Haas</strong> se lo tengono stretto.</p>
<h3>Mick Schumacher: 5,5</h3>
<p>Che abbia deluso, non ci piove; che sia tutta e solo colpa sua, è da vedere. Ha pagato l'uragano Kevin, le cui prestazioni lo hanno destabilizzato, ed ha pagato probabilmente anche un carattere agli antipodi rispetto a <strong>Steiner</strong>, per un rapporto che a quanto si dice ha avuto più di qualche frizione. Sotto pressione, insomma, è caduto: peccato non aver dato seguito alle ottime prestazioni di Silverstone e Spielberg, ma lavorerà per avere nuovamente un sedile nel 2024.</p>
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<h2>Aston Martin</h2>
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<h3>Sebastian Vettel: 8</h3>
<p>Lascia dopo aver dimostrato di saperci ancora fare, ma era una dimostrazione che doveva solo ad una parte di pubblico, non a tutta quanta. La certezza dell'addio, forse, lo libera mentalmente in maniera definitiva e parallelamente alla ripresa dell'<strong>Aston</strong> si riprende anche lui, piazzando una serie di gare da applausi con la ciliegina di <strong>Suzuka</strong>, un azzardo premiato dopo una qualifica super. La parte migliore di questa stagione, comunque, non è nei numeri del suo campionato, quanto piuttosto nel lungo tributo che la griglia gli ha riservato domenica dopo domenica. Un segno di aver lasciato... un segno.</p>
<h3>Lance Stroll: 6,5</h3>
<p>Nei suoi bilanci (non quelli economici, a casa sua quelli sono sempre positivi) bisogna diversificare tra prestazioni e comportamento in gara: a livello di performance Seb lo bastona ma visto che è un quattro volte iridato, sorprese non ce ne sono; quello che non ci sta è l'<strong>atteggiamento</strong> garibaldino che a volte ha manifestato nei duelli, arrivando a manovre sopra le righe. Quando non cade in certi errori, è il solito Lance: spento per lunghi tratti, veloce sul bagnato, sornione nelle gare in cui serve un po' più di cervello per poi risalire.</p>
<h3>Nico Hulkenberg: s.v. (senza voto)</h3>
<p>Nelle due gare che Seb ha dovuto vedere in tv da casa causa Covid, lui ha fatto quello che la macchina gli consentiva, arrivando pure davanti a Stroll a <strong>Jeddah</strong>. Non poteva sapere se sarebbero state o meno le sue ultime gare in F1, invece alla vigilia di Abu Dhabi ha avuto la certezza di tornare nella mischia nel <strong>2023</strong>: dopo tre stagioni fuori, sarà un osservato speciale.</p>
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<h2>Alfa Romeo</h2>
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<h3>Valtteri Bottas: 7,5</h3>
<p>Nella seconda parte di campionato è un po' scomparso dai radar, ma quasi esclusivamente per colpa di una <strong>C42</strong> che si è persa per mesi nello sviluppo. Le sue buone gare comunque le ha fatte, soprattutto quando la macchina, come nella prima metà dell'anno, gli ha permesso di farsi valere nel centro gruppo. Non sarà un drago nei duelli corpo a corpo, ma è stato senza dubbio il valore aggiunto ad Hinwil: <strong>49 dei 55 punti</strong> degli elvetici sono suoi.</p>
<h3>Guanyu Zhou: 6</h3>
<p>Complessivamente, meglio nella prima metà dell'anno e spieghiamo perché: la forbice cronometrica con Valtteri è rimasta praticamente identica, senza evidenti passi avanti. Poi, è vero che il confronto in termini di punti è parecchio migliorato, pur restando complessivamente impietoso (dal 46-5 dei primi 11 GP al 3-1 degli altri 11), ma solo perché la <strong>C42</strong> è calata di competitività ed anche per il finnico è stato molto più complicato arrivare nei punti, pur rimanendogli spesso davanti. Insomma, valutazione al limite con l'insufficienza: il 6 è perché era l'unico debuttante al fianco di un pilota comunque molto esperto e solido, ma è una sufficienza sulla fiducia.</p>
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<h2>McLaren</h2>
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<h3>Lando Norris: 9</h3>
<p>Oggettivamente, era difficile fare meglio. L'unico ad eccezione dei magnifici sei ad artigliare un <strong>podio</strong> in questa stagione, ma ormai sembra prigioniero di una situazione tecnica che non gli permette di sognare più in grande. Il confronto con Ricciardo è stato a senso unico, Daniel è stato sempre dietro. Dopo Sainz e Ricciardo, arriverà <strong>Piastri</strong>: altro confronto scomodo, e stavolta sarà lui a fare le veci dell'esperto.</p>
<h3>Daniel Ricciardo: 4,5</h3>
<p>Quando un pilota così lascia il Circus, è sempre un gran peccato. Detto questo, non sembra più lui: poche volte lo si è visto in palla, padrone del proprio destino, a suo agio dentro una <strong>McLaren</strong> che a poco a poco ha iniziato a dubitare di lui fino a dargli il benservito già a fine luglio. Si fermerà, nella speranza che una pausa possa fargli bene; altrimenti, meglio rivolgere lo sguardo ad altri campionati.</p>
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<h2>Alpine</h2>
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<h3>Esteban Ocon: 8</h3>
<p>Sarà pur vero che per essere paragonato ai top gli manca ancora qualcosa, specie nella gestione interna, ma ragazzi, che carriera difficile: debutta con Wehrlein come compagno, si ritrova Perez in Racing Point, sta fermo un anno, torna con Ricciardo e poi lo piazzano per un biennio al fianco di <strong>Alonso</strong> prima di mettergli vicino uno con cui faceva a cazzotti da ragazzino, <strong>Gasly</strong>. Per forza, poi, perde la trebisonda quando una macchina con la stessa vernice lo affianca. Tuttavia solido, veloce, “largo” nei duelli in pista e poco propenso all'errore: non avrà le stimmate del fenomeno, ma ha talento.</p>
<h3>Fernando Alonso: 8</h3>
<p>Una serie di rogne piuttosto lunga, un nervosismo crescente all'interno del team, un rapporto non più idilliaco con Esteban: ed alla fine, nel pieno del personaggio, Nando ha tirato lo strappo piantando tutti in asso per sposare la causa <strong>Aston Martin</strong>. Tutta questa premessa per dire che ha corso praticamente da separato in casa, eppure ha avuto, come sempre, la scorza per tenere fuori tutto questo dall'abitacolo: infatti ha gareggiato magnificamente, dimostrandosi l'asso che tutti conoscono. Qualche svarione ogni tanto, tipo il tamponamento ad <strong>Ocon</strong> in Brasile, ma tanta, tantissima classe.</p>
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<h2>Mercedes</h2>
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<h3>George Russell: 9</h3>
<p>Ha sempre pensato che tre anni in <strong>Williams</strong> siano stati troppi, eppure se ha saputo affrontare così le difficoltà di una stagione lontana dalle sue ambizioni, il merito è anche del lavoro a Grove. E così, mentre Lewis prendeva dimestichezza con la <strong>W13</strong>, lui marciava costante e prendeva punti: occhio che in 16 stagioni solo Button e Rosberg sono riusciti a fare più punti di <strong>Hammer</strong> con la stessa macchina prima di lui, e nessuno al primo colpo. A suo modo, un traguardo niente male: il premio per un'annata comunque da protagonista, con la ciliegina del primo successo ad Interlagos. In più, è arrivato a soli 33 punti dalla piazza d'onore: prego fare attenzione, a certi numeri.</p>
<h3>Lewis Hamilton: 8</h3>
<p>Ci ha messo un po' a tirarsi su di morale: sognava la rivincita, invece dopo pochissime gare aveva già capito che non avrebbe potuto vivere una riedizione del 2021, in più con la <strong>W13</strong> all'inizio proprio non si trovava, tanto da accettare di fare il tester viaggiante nella speranza di capirci qualcosa, su questa macchina. Per finire, un ragazzino giovane e veloce al fianco: non era facile, insomma, trovare nuovi stimoli e la forza per reagire. Invece lui ce l'ha fatta: quando ha “capito” la macchina, è tornato ad andare forte e per quanto sia mancato l'acuto della vittoria (prima stagione senza successi in carriera), ha compreso di essere ancora al top; nel <strong>2023</strong>, state tranquilli, ci sarà. Inteso non solo come presenza.</p>
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<h2>Ferrari</h2>
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<h3>Charles Leclerc: 8</h3>
<p>E' arrivato stanco ad <strong>Abu Dhabi</strong>, mentalmente logorato da un'annata che prometteva scenari migliori all'alba della primavera. Tre vittorie, per quanto fatto vedere da lui e dalla macchina, sono troppo poche, ma nei numeri a volte si nascondono verità più profonde. La speranza è quella di avere subito un'altra occasione, il timore quello che nel prossimo futuro sarà ancora più dura: intanto proverà a limare il divario tra giro secco e passo gara, evitando di ricadere in errori tipo <strong>Paul Ricard</strong> e, magari, essere più deciso nelle richieste a livello di strategia.</p>
<h3>Carlos Sainz: 6,5</h3>
<p>Senza la rottura di Hamilton ad Abu Dhabi, sarebbe arrivato 6° in classifica Piloti: troppo poco. Detto questo, chi sa riconoscere i propri punti deboli e si dedica al lavoro per risolverli è sempre un passo avanti agli altri. Poi un conto è lavorarci, un conto risolverli del tutto: per quanto siano innegabili i passi avanti fatti nel corso dell'anno, complessivamente è sempre rimasto un pelo dietro a Leclerc nelle prestazioni, chiudendo con un divario di punti troppo marcato dal compagno di squadra. Intanto però le <strong>prime pol</strong>e e la <strong>prima vittoria</strong>: l'anno prossimo ripartirà da qui.</p>
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<h2>Red Bull</h2>
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<h3>Max Verstappen: 10</h3>
<p>E' il terminale offensivo di una squadra costruita alla perfezione: <strong>Horner, Newey e Schmitz</strong> alle spalle sono una garanzia. La <strong>RB18</strong> da agosto in poi ha messo il turbo, ma aveva già saldamente le mani sul titolo: merito di una stagione trionfale da parte sua, con un mondiale vinto in carrozza ed una serie di primati tra cui quello del maggior numero di vittorie conquistate nell'arco della medesima stagione. La fame, comunque, appare intatta: budget cap-gate a parte, vuole il tris nel 2023.</p>
<h3>Sergio Perez: 7,5</h3>
<p>La piazza d'onore persa al fotofinish è un tocco in meno su un'annata che nel complesso lo ha visto comunque tanto, troppo lontano da <strong>Verstappen</strong>. Per vincere i campionati bisogna sapersi adattare in fretta: e lui alla <strong>RB18</strong> che gli mettono in mano dall'estate in poi non si adatta. Si trova, più o meno, nella stessa condizione del Bottas dell'ultimo quinquennio: in un posto ambitissimo ma con al fianco un fenomeno che non ha voglia di lasciare nemmeno le briciole. Occorre prenderne atto e poi, eventualmente, lavorare sulle mancanze, a patto che sia possibile.</p>

Il tedesco si è esibito nei tradizionali "donuts" sull'asfalto insieme ai primi tre classificati del GP di Abu Dhabi

Vettel show ad Abu Dhabi con Verstappen, Leclerc e Perez

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