Un plauso a chi a modo suo è riuscito a distinguersi, facendo parlare di sé e lasciando un segno nell'arco del campionato 2022

F1 2022: le 10 personalità dell'anno

<p>Bando alle classifiche di merito, spazio a chi si è contraddistinto, in un modo o nell'altro, lasciando il segno. In pista, al muretto o... nel <strong>mercato piloti</strong>.</p>

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<p><a href="https://autosprint.corrieredellosport.it/news/formula1/2022/12/27-5996651/f1_2022_le_pagelle_dei_piloti">F1 2022: il pagellone</a></p>

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<h3>Nico Hulkenberg</h3>

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<p>Nella serie “a volte ritornano”, lui sarebbe sicuramente attore protagonista. Quello che ha fatto è ai limiti dell'impensabile, almeno nella F1 di oggi: tornerà titolare nel <strong>2023</strong> dopo tre annate da panchinaro, e lo farà mentre si avvierà a spegnere 36 candeline (ad agosto). Insomma, una smargiassata bella e buona: arrivare in F1 è per pochi, tornarci dopo essere usciti per pochissimi, vivere una carriera divisa in <strong>tre tronconi</strong> invece è roba per una manciata di essere umani in tutta la storia. Evidentemente, ha qualità tecniche e umane più che apprezzate nel paddock.</p>

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<h3>Kevin Magnussen</h3>

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<p>Leggasi la voce “<strong>Hulkenberg</strong>”, l'uomo che anni fa ha insultato in mondovisione con un'espressione a dir poco colorita e che nella prossima stagione gli farà visita in pianta stabile nel box <strong>Haas</strong> come compagno di squadra. Nella storia ci sono state coppie di figli d'arte, la loro invece sarà una coppia più unica che rara: entrambi hanno vissuto una carriera in tre segmenti. La terza, nel caso di Kevin, è la più sorprendente: richiamato in extremis dall'America, si è preso la soddisfazione di una pole senza dimenticare la vecchia versione di sé stesso, quella che lo fa arrivare ai ferri corti in pista praticamente con chiunque. In una lista delle personalità più forti del Circus, una posizione gli è dovuta.</p>

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<h3>Adrian Newey</h3>

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<p>E dire che al primo anno di università aveva pure pensato di mollare, perché il corso di ingegneria aeronautica gli sembrava una faccenda troppo difficile per lui. Chissà cosa si sarebbe perso, chissà che cosa ci saremmo persi. Di sicuro la Ferrari avrebbe avuto qualche titolo in più, al netto di una serie di gioielli, i suoi, che sarebbe andata perduta. L'ultimo, in ordine cronologico, la <strong>RB18</strong>: la macchina delle 17 vittorie, la macchina del record personale. Mentre gli altri ci mettevano mesi per risolvere il porpoising, lui aveva previsto il problema già nell'inverno, intuendo che la partita si sarebbe giocata soprattutto sulla gestione delle altezze da terra. L'unico difetto, risolto da maestro, è stato quello del <strong>peso</strong>, più ingombrante pure della scarsa <strong>affidabilità</strong> di inizio campionato. Considerando che tra l'incidente in bici dell'estate 2021 e la lotta iridata fino all'ultimo contro Hamilton questa RB18 ha avuto una gestazione piuttosto complicata, un altro capolavoro. E dei suoi capolavori, ormai, ha perso il conto.</p>

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<h3>Esteban Ocon</h3>

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<p>Qualcosa prima o poi si dovrà pur riconoscere, a questo ragazzo. Non avrà la stoffa dei Verstappen, dei Leclerc, dei Russell, ma di certo non difetta in <strong>carisma</strong>: con lui, numeri alla mano, hanno faticato tutti. Dopo Wehrlein, tutt'altro che un “fermo”, in F1 come compagni di squadra ha avuto Perez, Ricciardo e Alonso, mettendoci nel mezzo pure un anno sabbatico, da terzo pilota. Ha carattere, forse pure troppo: ha fatto a ruotate con tutti quanti i suoi compagni e da questo punto di vista urge rimediare, perché mica puoi fare a botte tutto l'anno con chi veste la tua stessa tuta. Eppure, nel momento in cui doveva difendersi dalla pressione crescente di <strong>Nando</strong> lo ha fatto, anche a costo di fare arrabbiare il Matador. Il quale, sarà un caso o forse no, è finito dietro in classifica. Vero, lo spagnolo ha pagato una serie di sfortune clamorosa, ma diamo ad Esteban ciò che è di Esteban: solo Button era riuscito a fare più punti di Alonso a parità di macchina (anno 2015), e<strong> nessuno aveva concluso una convivenza pluriennale con Fernando mettendo insieme più punti</strong>. Qualcosa vorrà pur dire.</p>

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<h3>Oscar Piastri</h3>

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<p>Non è da tutti diventare uomini mercato ancor prima di aver percorso un singolo metro in un weekend di gara. Segno che sul ragazzo in tanti sono pronti a scommettere, anche se questo significherà debuttare con un carico di pressione aggiuntivo. <strong>Norris</strong>, che davanti alle telecamere ride sempre, è invece uno che non fa sconti: citofonare a Ricciardo per saperne di più. Tra <strong>Alpine</strong> e <strong>McLaren</strong>, tuttavia, il protetto di <strong>Mark Webber</strong> non ha avuto dubbi: sarà uno dei più attesi a Sakhir 2023, e non solo a Sakhir, ma per tutto l'anno. Siamo di fronte ad un potenziale crack?</p>

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<h3>Hannah Schmitz</h3>

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<p>Ha vissuto un'esplosione di notorietà, tutta quanta meritata, con mosse tattiche perfette: <strong>Monaco</strong>, per dirne una, piuttosto che <strong>Budapest</strong>, quando ci mette un battito di ciglia, dopo i giri di schieramento pre-gara, a scartare la hard. Rapidità di esecuzione per scelte puntualmente giuste, spesso vincenti, quasi sempre decisive: questo l'ingrediente segreto per rendere la <strong>Red Bull</strong> quell'armata che è stata quest'anno. Onore e gloria per uno degli ingegneri del momento.</p>

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<h3>Pat Symonds</h3>

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<p>Chief Technical Officer, ovvero <strong>direttore tecnico</strong> della Fia. Le regole 2022 hanno funzionato? Sì, da un punto di vista delle lotte in gara: è evidente che seguire una vettura davanti oggi sia più facile. Da un punto di vista più generale, si è cambiato tutto per non cambiare nulla, nel senso che continua ad essere una F1 a blocchi a livello di gerarchie in pista. Bastava non illudere i tifosi, almeno quella parte che evidentemente ha meno dimestichezza con le faccende regolamentari: sono normative, queste, che puntano ad una <strong>griglia molto ravvicinata</strong> nello spazio di qualche stagione, non al primo colpo.</p>

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<h3>Frédéric Vasseur</h3>

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<p>Le attenzioni su di lui si sono moltiplicate in coda ad un mondiale che aveva visto l'<strong>Alfa Romeo</strong> partire forte prima di perdersi con il passare delle gare, causa una staticità preoccupante negli sviluppi. Comunque, parallelamente alla pista, sono andate avanti dietro le quinte una serie di discussioni che lo hanno portato direttamente alla <strong>Ferrari</strong>. Segno che a livello di gestione, sportiva ed economica, piace: ha risollevato la Sauber assicurandosi lo sponsor Alfa Romeo, ha risanato i conti mettendo in macchina <strong>Zhou</strong> (la cui valigia era corposa) ed ha reso appetibile il team pure per l'acquisto da parte di un grande marchio come l'Audi. Adesso, la sfida più difficile della carriera.</p>

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<h3>Sebastian Vettel</h3>

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<p>Se quello che ha fatto il Sebastian Vettel pilota è scolpito nella pietra, quello che ha fatto il Sebastian Vettel uomo è stata una sorpresa continua. Persona in un mondo di troppi personaggi, genuino fino al midollo anche a costo di risultare scomodo, ma almeno sempre sincero e con un'idea in testa. Il lungo tributo che ha ricevuto dalla F1 è un plauso sia a quanto fatto in pista che per quanto fatto fuori. I risultati quest'anno sono stati deludenti, ma nella parte finale di stagione ha guidato da dio, segno che il talento c'è sempre. Mancherà uno capace di piazzare quel sorpasso a Magnussen all'esterno del curvone di <strong>Austin</strong>, uno capace di quel giro nel Q2 di <strong>Suzuka</strong>, ma mancherà anche l'aspetto umano di quello che a Melbourne, infischiandosene dei divieti, si è fatto mezza pista in motorino e di quello che, alla sua ultima <strong>Monza</strong>, in un posto magico per lui, il giro di pista del giovedì ha voluto farselo da solo con papà Norbert piuttosto che con gli ingegneri. Mancherai tanto, Seb.</p>

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<h3>Guanyu Zhou</h3>

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<p>A livello di numeri, <strong>Bottas</strong> lo ha surclassato. Eppure, ad Hinwil sono rimasti tutti colpiti da lui per il modo di fare: si dice sia uno studente diligente che ascolta prima di parlare, che si guarda allo specchio prima di dare la colpa a macchina o strategie, uno insomma molto adatto per fare squadra, e infatti con Valtteri il rapporto è buono. I capitali cinesi danno una mano, ma intanto si è portato a casa il rinnovo. In pista dovrà dare di più, fuori basta anche meno: a livello di moda, ha lanciato la sfida nientemeno che ad <strong>Hamilton</strong>, presentandosi in pista, talvolta, con abiti talmente appariscenti da tenere addirittura testa a Lewis.</p>

È appena finito il Mondiale 2022 e il Circus mette già nel mirino la prossima stagione. Scatta il conto alla rovescia per il primo appuntamento del campionato 2023 in Bahrain, con una griglia di partenza che sarà molto diversa da quella che abbiamo visto fino a domenica scorsa ad Abu Dhabi. A chiudere il cerchio di team e piloti è  l'ufficialità dello statunitense Sargeant alla Williams, che completa la nuova line up. Ecco tutti i nomi delle squadre con i rispettivi piloti

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