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Lo spagnolo prende la parola e con molta onestà intellettuale svela tutti gli aspetti e le problematiche del suo impegno in Ferrari: per passato, presente e futuro. Soffermandosi sul suo rapporto con il compagno di scuderia, senza trascurare l'arrivo di Vasseur
Alessandro Gargantini
28 dic 2022
Una stagione che lascia il segno. Carlos Sainz manda agli archivi il suo secondo mondiale a Maranello forte del suo primo successo in carriera e del miglior bilancio di sempre, in termini di punti conquistati, di podi e di pole position, ben tre. Silverstone, dopo che Carlos aveva messo tutti alle sue spalle nel Q3 su asfalto bagnato, ha regalato al madrileno la prima vittoria in Formula Uno, quella che non si scorda mai, su uno dei palcoscenici più prestigiosi del mondiale che aveva spesso fatto da cornice alle prime fasi della sua carriera. "Negli ultimi giri, in ogni rettilineo un pensiero diverso mi balzava alla mente, stavo realizzando un sogno che rincorrevo da quando a dieci anni gareggiavo sui kart", ci ha raccontato con gli occhi ancora accesi d’emozione il portacolori della Scuderia Ferrari, che si è tolto la soddisfazione di vincere sulla pista di casa di Mercedes e Red Bull e ritrovare il gradino più alto del podio su in tracciato che lo aveva visto crescere nella Formula 3 inglese, con i colori del Carlin Motorsport.
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