Domenicali: "Gli Andretti non sono stati furbi"

Domenicali: "Gli Andretti non sono stati furbi"© Getty Images

La F1 avrà un ruolo nel processo di selezione di nuove squadre. Stefano Domenicali parla dei team candidati e dell'approccio scelto da Andretti, decisamente critico verso la F1 e i team

Fabiano Polimeni

13.02.2023 ( Aggiornata il 13.02.2023 09:35 )

Torna a dire la propria sull'ampliamento del numero di squadre in Formula 1, Stefano Domenicali. La postura di Liberty Media e delle squadre è nota: non è ritenuta una priorità, l'apertura della F1 a nuovi team. Con il procedimento ufficialmente aperto dalla FIA si guarda, invece, a possibili candidature che siano in grado di schierarsi in griglia di partenza tra il 2026 e il 2027.

Si è discusso tanto (e soprattutto) della candidatura di Andretti Global, recentemente supportata da Cadillac. Delle realtà che hanno mostrato interesse concreto, quindi non rumours legati all'impegno di grandi case auto e in prima persona, va considerato il progetto di maggior rilievo per i nomi coinvolti.

Formula 1 ben predisposta ma non serve urlare

Intervistato da Sky Sports, Domenicali ha criticato la strategia adottata dagli Andretti. Strategia o, piuttosto, un chiaro esporre la materia vera del contendere, le ragioni alla base di un "no" all'inserimento in Formula 1 di un undicesimo team?

"Siamo molto ospitali nei confronti di chiunque apporti valore alle corse. Penso che dobbiamo rispettare tutti. Ci sono squadre come Mario e Michael Andretti che sono molto espliciti sul loro desiderio di entrare in Formula 1. A mio avviso, però, non è furbo dire che le squadre sono avide".

"Greed is good" recitava Michael Douglas in Wall Street. Avidità delle squadre di Formula 1, nel difendere la propria fetta di premi sui ricavi della FOM, che rischia di essere una barriera all'ingresso di altri concorrenti, cosicché "greed" non è poi tanto "good" sotto un profilo strettamente sportivo e di apertura della competizione.

No a forzature nel processo di selezione

"Anche altri, che stanno facendo molto meno rumore, vorrebbero entrare in Formula 1. C'è un procedimento da rispettare e ci assicureremo, insieme alla FIA, che venga rispettato. 

Sono da considerare molteplici aspetti e non dobbiamo esagerare solo perché qualcuno sta spingendo il sistema.

Il procedimento verrà svolto seriamente, nel modo corretto, qualcuno sta urlando e qualcun altro no", elabora Domenicali.

FIA e F1, ciascuno rispetti i propri compiti

Un processo che vede la FIA, organo di governo, primo e centrale decisore sulla materia. Un ruolo rilevante, tanto più alla luce delle più recenti uscite del presidente Ben Sulayem, è stato riconosciuto alla Formula 1 nell'annunciare l'apertura del processo di selezione. La Formula 1 potrà, infatti, porre ulteriori condizioni che i candidati team dovranno soddisfare, al di là dei requisiti posti dal bando FIA.

"Con Mohammed Ben Sulayem alla presidenza dallo scorso anno era chiaro, com'è normale con un nuovo presidente, che ci fosse un programma da rispettare, perché con quello si è presentato ai membri FIA che lo hanno votato. Poi c'è l'esigenza e il tempo necessario per l'adattamento", commenta Domenicali nel tratteggiare il rapporto con la nuova presidenza FIA. 

"Non è un segreto che il successo del nostro sport sia nel fare, ciascuno, il proprio compito e nel modo corretto, a vantaggio della crescita dello sport. Abbiamo tutti interesse affinché lo sport cresca, siamo tutti uniti e, se qualcuno non fa correttamente la sua parte c'è un problema. Abbiamo discusso con il presidente, ha un ruolo importante e ha molti campionati. Mi aspetto di restare in contatto con lui per discutere il futuro del nostro sport".


  • Link copiato

Commenti

Leggi autosprint su tutti i tuoi dispositivi