Charles ci credeva con tutto se stesso ma la realtà dei fatti lo ha riportato bruscamente con i piedi per terra. E adesso guai abbattersi per il futuro
Una mazzata. Una raffica di sberle. Il viso, non per niente, arrossato, i nervi in evidenza lungo il collo, lo sguardo che vaga in un altrove che purtroppo non esiste. Non sembra facile per niente questo momento. Per Charles Leclerc, ovviamente, alle prese con un panorama che, a furia di distorsioni, odia nel profondo, non sopporta proprio più. Dei suoi turbamenti avevamo detto e scritto nei mesi, nelle settimane, nei giorni scorsi. Perché è da troppo tempo che il ragazzo vuole, merita, ma non può. Come accade in questi casi, l’impazienza gioca qualche tiro.
Ha scelto una posizione un po’ ambigua prima, più esposta poi, sul tema team principal. Ha atteso con fiducia una macchina simile ad una sposa promessa da tempo. Ha cominciato a cambiare espressione dopo giri tre, giorno uno, test in Bahrain. Sembrò, allora, un tarantolato, preso a rivoltare assetti in continuazione. Aveva ragione. L’abbiamo compreso domenica dopo una prima gara 2023 che somiglia ad un sipario. Sulle ambizioni di Charles, sulle aspirazioni della Ferrari, sulle speranze dei ferraristi.
Per non parlare dell’intero show, già mortificato dall’anti-show di Verstappen. Un protagonista fenomenale ma talmente egocentrico da far uscire gli spettatori prima del secondo atto. Il bilancio per Leclerc mostra una qualifica interrotta prima della fine che somiglia ad un rimpianto per una gioia, piccola magari, sterile di certo, ma preziosa, considerando il resto; una batteria saltata alla vigilia della gara, cosa che comporta qualche interrogativo supplementare pensando al resto; una paga presa sin dal giro uno che compone l’immagine di una salita ardua già adesso; un ritiro simile ad un colpo basso; Sainz davanti in classifica generale.
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