L’anniversario strano della F.1 col discusso 1983

L’anniversario strano della F.1 col discusso 1983

40 anni fa la Ferrari perse il mondiale contro una Brabham-BMW divenuta d’un colpo un razzo. Fin troppo?

21.09.2023 ( Aggiornata il 21.09.2023 18:51 )

Ora che Felipe Massa percorre vie legali per cercare di riavere il titolo 2008, ovvero un riconoscimento del danno subito in quella controversa fine stagione a Singapore, prodromo di Interlagos, arriva l’anniversario scomodo, il quarantesimo, con la parte calda e decisiva dell’annata 1983. La prima di un mondiale vinto da un motore turbo, il 4 cilindri BMW, montato sulla Brabham a freccia, guidata da Nelson Piquet e progettata da Gordon Murray. E questo sarebbe niente.

Il "mistero" irrisolto della Brabham 1983

Il problema è che ancora oggi nessuno ha capito quelle ultime tre gare, che videro improvvisamente le Brabham dello stesso Piquet e di Patrese mettersi a volare, imprendibili - in un mondiale fin lì equilibratissimo - e aggiudicarsi le restanti tre gare in programma, a Monza, Brands Hatch e Kyalami, rispettivamente nei Gp d’Italia, Europa a Sudafrica. Qualcuno parlò di benzina con l’ottano balordo, di prelievi controversi e di valori decisamente prossimi all’irregolarità, altri smentirono, la Federazione mai chiarì del tutto la questione.

Semplicemente Piquet vinse due gare di seguito, Patrese una, l’ultima, appunto in Sudafrica, mentre gli altri due contendenti, prima Arnoux su Ferrari e infine Prost su Renault, andarono in crisi e il brasiliano poté festeggiare allegramente il suo secondo titolo mondiale dei tre che avrebbe vinto in tutto.

Eppure quella Brabham che a un certo punto si mise a emettere uno strano fumo dagli scarichi e a volare in pista convinse non proprio chiunque, nel Circus. Tra questi, due su tutti, restarono per niente sereni: lo stesso René Arnoux, pilota della Casa di Maranello non proprio certo dell’inappuntabilità della Brabham nel finale, e perfino il progettista e responsabile delle attività sportive della Ferrari Mauro Forghieri. L’ingegnere si limitava a dire che secondo lui c’erano tutti gli estremi per fare almeno reclamo e chiedere ulteriori chiarimenti, ma a un certo punto Enzo Ferrari lo aveva preso a braccetto dicendogli, con inconsueta mitezza: “Lasciamo stare e concentriamoci sull’anno prossimo”.

Il mancato reclamo della Ferrari

In effetti la Ferrari che ipoteticamente protesta e reclama avverso la Brabham, col Drake contro Ecclestone, al tempo proprietario del team oltre che leader dei Costruttori britannici, avrebbe significato spaccare politicamente, pericolosamente e assai gravemente il fronte faticosamente ricomposto del Patto della Concordia, che da allora aveva sancito la pace nelle lotte di potere del Circus. E così quella strana cosa del finale di campionato poco chiaro venne inghiottita come un boccone storto e indigesto, ma meritevole di sparire e basta dalla vista di tutti, salvo danni peggiori a lungo termine.

Peccato per la Ferrari e, non di meno, peccato per Arnoux, che restò estromesso dalla lotta finale in un mondiale nel quale aveva comunque dei gran meriti. Tanto che ancora oggi, quaranta anni dopo, ricorda: "Il titolo forse me lo giocai a Detroit per un guaio alla centralina. Da parte nostra potevamo avere un po’ di affidabiolità in più e sarebbe stato molto meglio. Perché poi di fatto la lotta terminò a tre gare dalla fine, quando le Brabham divennero imprendibili, senza che mai fino in fondo si potesse capire davvero perché...".

E così nella graduatoria dei mondiali controversi, oltre al 2008 ora in ballo, in qualche modo, anche se senza strascichi legali, resta anche quel piccolo mistero nel finale dell’edizione 1983, ancor oggi discusso, se non discutibile assai.

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