Nel GP numero 1100 della storia, Leclerc e la Ferrari vanno vicini a sbancare Las Vegas prima della safety car e del ritorno di Verstappen, mentre Perez, pur perdendo il 2° posto, si assicura a piazza d'onore in campionato per il primo 1-2 di sempre della Red Bull
In Brasile, Adrian Newey non c'era. Se ne era andato a Daytona, a divertirsi con le macchine storiche, con la sua amatissima Ford GT40. A Las Vegas invece era presente, con il cappello invernale al posto del consueto cappellino estivo che ormai porta sempre dall'incidente in bicicletta dell'estate 2021. A Las Vegas c'era sia perché gli piacciono gli Stati Uniti, sia perché forse poteva essere, su una pista nuova (e non la migliore per la RB19), più utile rispetto ad Interlagos. Fortuna sua che c'era: perché così ha potuto festeggiare l'ingresso nell'Olimpo della F1 da parte della sua ormai leggendaria Red Bull RB19.
Gli appassionati hanno perso il conto delle vittorie del team diretto da Horner, ma a Milton Keynes il conto lo hanno tenuto bene a mente, e non per vanità: perché con il successo di Las Vegas è caduto un altro record che sembrava imbattibile. Con 20 successi stagionali, la Red Bull 2023 è diventata la squadra più vincente di sempre, superando la Mercedes del 2016, che si era fermata a 19. Così facendo, la RB19 è diventato il modello dell'intera storia della F1 a portare a casa più GP di tutti: il precedente primato era della Mercedes W07, quella che fece diventare re Nico Rosberg. Ed anche ad Abu Dhabi, la Red Bull avrà tutto l'interesse per vincere: può diventare la scuderia più vincente di sempre anche in termini percentuali. Con le 15 vittorie in 16 GP nel 1988, la McLaren portò a casa il 93,75% delle gare in programma: per superarla la Red Bull ha bisogno di vincere pure sul tracciato di Yas Marina, perché così facendo farebbe sue 21 gare su 22, pari al 95,45% delle prove in calendario. Se negli Emirati Arabi il team di Horner non vincesse, si fermerebbe al 90,91%.
Nel frattempo però, un'altra gioia per Horner, Newey e compagnia, è arrivata con Sergio Perez. Checo avrà pur perso le ultime due battaglie in volata (con Alonso in Brasile, a Las Vegas con Leclerc), ma dopo tanto penare è riuscito a salvare la piazza d'onore in classifica Piloti. Non è un risultato da poco, perché per quanto si sia detto della schiacciante superiorità delle vetture affidati a Vettel prima ed a Verstappen poi, mai la Red Bull aveva chiuso con due piloti ai primi due posti della graduatoria. Pure a Newey deve aver fatto parecchio piacere: perché nei suoi 25 titoli iridati (!), di cui 13 Piloti e 12 Costruttori, solamente in altre due occasioni Adrian aveva potuto sperimentare il piacere di una “doppietta” in classifica Piloti. Gli era successo con la Williams FW14B del 1992, con Mansell davanti a Patrese, e con la Williams FW18 del 1996, quando Damon Hill vinse il titolo battendo Jacques Villeneuve. Ufficialmente sarebbe accaduto pure nel 1997, con la Williams FW19, ma solo perché Schumacher, dopo la ruotata di Jerez rifilata a Villeneuve, fu estromesso dalla classifica, consegnando il secondo posto in campionato a Frentzen alle spalle dello stesso Villeneuve.
Insomma, per gli uomini Red Bull questa è proprio un'annata da incorniciare. Horner si è tolto pure l'ultimo sfizio e Newey è tornato a sperimentare un piacere di cui aveva goduto per l'ultima volta quasi 30 anni fa, segno che pure a 65 anni (tra un mese circa) e dopo una mitragliata di successi, il gusto del trionfo, pardon del dominio, non passa mai. Ora, all'Invincibile Armata, non resta che spostare il mirino sul 2024.
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