Nell'ultimo atto della stagione Verstappen vince ancora, mentre Leclerc è autore di una prova maiuscola; bene Russell e Tsunoda, fine settimana difficile per Hamilton e da dimenticare per Sainz
Una grande gara dopo una grande qualifica. Dopo Abu Dhabi, il Messico fa ancora più male perché pesa tantissimo nell'economia del campionato, ma ormai è andata: voleva onorare il suo mentore Franz Tost con una prova maiuscola e ci riesce, difendendo con i denti la posizione su Hamilton nelle battute finali. Perfetto anche sul fronte della gestione: ben 36 giri sulla hard. Corresse sempre così...
Non una corsa facile, ma chiude 7° e salva la quarta posizione nel campionato Piloti, che qualcosa vorrà pur dire se nel Costruttori la squadra arriva quinta. Valore aggiunto, insomma, come tante altre volte: si diletta a lottare con Hamilton, poi prende margine e si gode gli ultimi giri con la AMR23, la macchina che gli ha restituito il gusto di tornare a lottare numerose volte per il podio.
Dopo il traguardo sbraita verso la direzione gara e francamente non ha tutti i torti, perché i 5” per l'episodio con Norris sono piuttosto severi. Come al solito si complica la vita al sabato (ultima prima fila conquistata sul campo: Miami) ed in gara è costretto a recuperare: il passo era da secondo posto, ma se parti nel traffico poi è chiaro diventi difficile recuperare in fretta. In squadra poi virano sulle due soste per lui: ancora una volta dà la misura di come Max, nonostante una RB19 spaziale, ci abbia messo parecchio del suo.
L'ultimo ballo con questa macchina è una piccola, ma proprio piccola, rimonta: da 11° a 9°, senza riuscire a passare nemmeno Tsunoda nel finale. Sin da sabato ha il sospetto che ci sia qualcosa che non funzioni sulla monoposto e ci saranno sicuramente analisi approfondite, perché per tutto il weekend ne ha troppo di meno rispetto a Russell. Felice comunque di archiviare un'altra stagione avara di soddisfazioni. Arrivederci W14: a mai più. Sperando che stavolta lo accontentino davvero.
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