"Siamo sicuri di essere nelle regole?": F2004, la Ferrari che sorprese la Ferrari

"Siamo sicuri di essere nelle regole?": F2004, la Ferrari che sorprese la Ferrari

Il 26 gennaio 2004 veniva presentata la F2004, che pochi giorni dopo stampò il record di Fiorano: una monoposto consegnata alla leggenda, protagonista assoluta di una stagione dominata e talmente forte da spaventare Jean Todt

26.01.2024 ( Aggiornata il 26.01.2024 12:33 )

“Dite la verità: state girando scarichi di benzina, eh?”. A quell'ingegnere della concorrenza, durante un test ad Imola, gli sembrava tanto ovvio che ne era quasi convinto. Il suo collega della Ferrari, in risposta, abbozzò un mezzo sorriso che passasse per ammissione. Perché in fondo era quello che avevano sperimentato anche quelli vestiti di rosso, dopo le prime prove a Fiorano: la F2004 era talmente competitiva che sulle prime poteva indurre in inganno. Solo a Melbourne gli avversari avrebbero preso atto della schiacciante superiorità di quella vettura, destinata ad entrare nel firmamento delle vetture da corsa.

Ferrari F2004, battesimo a Fiorano ed è subito record

Al momento dei test ad Imola, dove il Santerno accoglie una fetta di squadre con temperature al ribasso ed una spolverata di neve lungo la pista, la Ferrari sa già di avere in pugno la stagione 2004. Se ne è accorta pochi giorni prima, in occasione del consueto test di “battesimo” a Fiorano. Il 26 gennaio alla nuova F2004 sono stati tolti i veli, il 30 è già in pista a macinare chilometri. Ed è qui che la cronaca si tinge di leggenda, consegnandoci uno degli episodi simbolo dell'epopea della Ferrari di Michael Schumacher nei primi anni Duemila.

Sono passati quattro giorni dalla presentazione e la F2004 stampa un astronomico 55”999 sulla pista di Fiorano. Un tempo talmente veloce che la reazione di Jean Todt è sbigottita: si ferma ad osservare il monitor, si prende qualche istante per ricomporsi e poi va da Ross Brawn. “Ross, che sta succedendo? Qualcosa non va. Questa macchina va troppo forte. Dimmi che non stiamo infrangendo il regolamento”. Brawn, con il suo aplomb e tra una banana e l'altra, risponde serafico: “Abbiamo verificato innumerevoli volte, Jean. Puoi stare tranquillo, siamo dentro le regole”. Quella F2004 è un secondo più veloce rispetto alle previsioni computerizzate. Significa che non ce n'è per nessuno.

Che numeri la F2004!

Quella che sarebbe seguito, sarebbe stata una cavalcata trionfale. Campionato mai in discussione, superiorità schiacciante sin dalle prove del venerdì. Ad inizio anno tutti parlano del “tricheco” della Williams, delle innovazioni McLaren, della crescita di Bar e Renault. Alla fine rimarranno tutti o quasi a bocca asciutta, dopo una stagione Ferrari fatta di 15 vittorie in 18 GP, 29 podi su 36, 262 punti e due titoli vinti in largo anticipo. Sarebbero stati gli ultimi due allori dell'era Schumacher, ed oltre ad essere fantastica da un punto di vista sportivo ed ingegneristico, la F2004 incarna il meglio di quell'epopea sul piano, diciamo così, filosofico: il pensiero di Rory Byrne “evoluzione, non rivoluzione” portato all'estremo, con un'ottimizzazione dei singoli componenti oltre ad una maturità tecnica che sfocia nel dominio.

La F2004, oltre che l'apice dell'eccellenza maranelliana di quel tempo, rappresenta il suggello ad un lustro di trionfi, conclusi nel modo migliore. Fu la consacrazione di una scuderia e di un pilota, fu l'affermazione definitiva di una supremazia durata cinque anni e forse mai così esasperata come quell'anno. L'unica in grado di avvicinarla, nel lustro ferrarista, fu la F2002: c'è chi preferisce l'una e chi preferisce l'altra, ma va da sé che queste due macchine rappresentino il meglio mai uscito dai cancelli di Maranello.

Bella, urlante e veloce

La F2004 porta con sé fotografie indimenticabili, come la vittoria con quattro pit-stop a Magny-Cours oppure la strepitosa doppietta di Monza, con Barrichello davanti a Schumi dopo una domenica prima di rincorsa e poi di trionfo. Venti anni dopo quella macchina incarna un'era, un ideale e pure un groviglio di nostalgia per una F1 che mai come allora si tinse di rosso. Fu accusata di aver partorito il mondiale più noioso della storia, la F2004, eppure oggi, grazie all'ingrediente più dolcificante di tutti, il tempo, basta chiudere gli occhi per sentire quel V10 urlare e vederla sfrecciare lungo i circuiti. Era bella, aveva un canto inconfondibile ed era maledettamente veloce. Proprio come in quel giorno di Fiorano, quando Todt strabuzzò gli occhi ed il rombo del dieci cilindri squarciò il cielo: era appena nata la F2004 e quello era il suo primo vagito. Un vagito diventato eco nel tempo.


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