F1 2024, la guida al mondiale: le squadre

F1 2024, la guida al mondiale: le squadre© Getty Images

Cambiamenti più o meno marcati, speranze ed ambizioni: ecco come le dieci squadre del mondiale di F1 2024 si presentano alla vigilia del campionato più lungo di sempre

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27.02.2024 ( Aggiornata il 27.02.2024 14:23 )

“Ce lo vedete Rafael Nadal che non tocca una racchetta per 12 settimane, poi si allena un giorno e mezzo e va subito agli Open di Francia?”. Fernando Alonso, quando vuole, sa essere loquace: non lo scopriamo di certo oggi, con Nando che si avvia verso le 43 primavere. Questo nulla toglie alla ragione profonda della sua accusa, mentre i capi fanno finta di non sentire: con 24 Gp, sembrano dire, preparatevi direttamente in gara, un fine settimana dopo l’altro.

Se ci hanno capito poco loro, le squadre, figurarsi quanto può essere difficile provare a capire da fuori. Ma anche questo, alla fine, è il solito, piacevole passatempo nei giorni che intercorrono tra test e prime prove libere: se non fare un quadro chiaro, quantomeno provare a tracciare una stima di quello che sarà. Tenendo bene a mente che quello che si vedrà all’inizio non sarà necessariamente quello che si vedrà alla fine: McLaren 2023 docet. Della serie: tanto c’è da fare, ma tanto si può fare.

HAAS

Per ora, tra Kannapolis e Banbury, del nuovo team principal Komatsu hanno apprezzato soprattutto il pragmatismo: siccome sanno che il difetto cronico della VF-23 era l’usura delle gomme, per il battesimo della VF-24 hanno lavorato esclusivamente in questo senso.

Non a caso, la Haas è il team che ha girato di più nei test, con 441 tornate percorse. Hanno lasciato da parte l’assalto al crono (spesso buono, l’anno scorso), consapevoli che una vettura mangiagomme è una vettura in ultima analisi inconcludente: le simulazioni di gara hanno espressamente rivelato che c’è ancora parecchio lavoro da fare da questo punto di vista, ma c’è fiducia che la VF-24 possa essere una base migliore anche per quanto riguarda gli sviluppi, altro difetto storico. Partono insomma quasi rassegnati all’ultima fila, ma con la speranza di non restarci per tutta la stagione.

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