GP Australia: i 5 temi del fine settimana

GP Australia: i 5 temi del fine settimana© Getty Images

Alba rossa in Italia, pomeriggio trionfale in Australia per una Ferrari che con uno strepitoso Sainz coglie il primo successo stagionale: passo falso per la Red Bull, mentre in casa Mercedes è notte fonda

25.03.2024 10:32

La vita l’è bela

“E, la vita la vita, e la vita l’è bela l’è bela”. Alzi la mano a chi non viene da canticchiarla così, sul momento. Carlos Sainz la sua colonna sonora professionale ormai se l’è scelta da un pezzo, quello “Smooth Operator" che da parecchie stagioni accompagna i suoi risultati più belli. Ma pure il ritornello di Cochi e Renato, stavolta, sarebbe potuto andare bene. Perché la vita tutto sommato “l’è bela”: anche per chi due settimane fa era operato di appendicite e, 15 giorni dopo, era in cima al podio di un GP di F1. Con ancora un enorme cerotto sulla pancia.

“La vita è pazzesca: a Jeddah ero operato, a Melbourne sono sul gradino più alto del podio”. Il primo a crederci è stato proprio lui, Carlos. Non aveva garanzie di tenuta fisica in gara, non poteva averne. Ma dopo una grande qualifica e soprattutto dopo il sorpasso a Verstappen, già attardato dai problemi al freno, Carlitos ha iniziato a crederci. Quando poi Max è finito ko, ha capito che il favorito per la gara era diventato lui. Lui che sa già di lasciare questa Ferrari a fine stagione, a lui che, con il senno di poi, sarebbe bastato un 4° posto in Arabia Saudita per ritrovarsi per la prima volta in carriera in testa al campionato. Un “non rinnovato” leader in classifica: pensate che storia.

Al futuro però Carlos Sainz penserà poi. Non tra molto, perché i contratti per l’anno prossimo si firmano nello spazio di pochi mesi a partire da adesso. Ma prima c’è da chiudere al meglio un’avventura con la Ferrari che, proprio all’ultimo respiro, può regalare gioie inattese. Guai a parlare di mondiale, significherebbe commettere il madornale errore di sottovalutare la Red Bull. Ma metterle pressione e togliersi la soddisfazione di portare a casa qualche vittoria di tappa quello sì che si può fare: anzi, è l’obiettivo minimo di una Rossa che in tre gare ha sempre potuto guardare avanti e mai indietro, una volta assodata la caratura di seconda forza di questo campionato. Se n'è accorto anche Leclerc, che con una qualifica fuori fase si è giocato la corsa: ha fatto sinceramente i complimenti a Sainz, rivelando un clima di squadra rimasto molto buono nonostante allo spagnolo sia stato dato il benservito, ma al monegasco non può far piacere aver perso un’altra occasione per un ritorno alla vittoria che manca da Spielberg 2022.

Intanto però, la macchina. Una SF-24 figlia di quella SF-23 che, incredibilmente, un anno fa dopo Melbourne non poteva nascondere il peggior avvio di campionato dal 2010 ad oggi, con la miseria di 26 punti raccolti (gli stessi della Mercedes oggi, per la cronaca). Un anno dopo, il mondo è sottosopra, giusto per rimanere in tema con l’Australia: la macchina è forte su tutti i fondamentali, il team ha capitalizzato in ognuna delle tre trasferte stagionali ed i dubbi del passato sembrano alle spalle. Per chi vuole vincere, guai a dimenticare che si tratta “solo” di una gara: ma è una gara che indubbiamente dà morale e certifica una risalita appena cominciata. Max ko non ha potuto fornire il paragone che tutti avrebbero aspettato, ma per una volta avere la vita più facile è un regalo ben accolto. Soprattutto per questa Ferrari che in Australia ha ritrovato un vago ricordo della F1-75, la macchina che illuse tutti a Melbourne 2022 (giorno, tra parentesi, dell’ultimo ritiro di Max).

Se la vita l’è bela, insomma, lo è anche questa macchina capace di ribaltare i suoi difetti cronici per trasformarli in punti di forza. La SF-23 aveva un anteriore debolissimo che costringeva a girare scarichi anche al posteriore, oggi invece la SF-24 è molto più forte all’anteriore, pure troppo visto che tra Jeddah e Melbourne Leclerc (che predilige l’anteriore “puntato”) ha avuto un accenno di sovrasterzo, pasticciando con l’inclinazione dell’ala in Q3. Nella tappa che spaventava un po’ tutti per il graining, la Ferrari era l’unica che prima del via aveva la quasi certezza di non avere problemi: assetto, bilanciamento e livello di carico erano stati ben centrati e questa certezza c’era già dalle libere. Paradossalmente, in una corsa che ha mostrato molto più degrado del previsto (alla vigilia pareva scontata la singola sosta, ma evidentemente negli ultimi due anni il carico verticale è cresciuto a tal punto da rendere la prova sull’Albert Park più proibitiva sul versante delle gomme), era la Red Bull ad avere qualche timore in più: aveva avuto più degrado in FP2 e più graining in FP3, e nonostante ciò aveva deliberato un livello di carico inferiore rispetto a quello della Ferrari per qualifiche e gara, scenario che apriva un punto di domanda sul GP.

Vedere Max in azione, dicevamo, avrebbe dato risposte e confronti che non ci sono stati. Se ne faranno una ragione tutti prima di volare in Giappone, dove risposte potremmo averne quante ne vogliamo. Intanto, basta ricordarsi che la vita l’è bela e che da un lettino di ospedale ad un sorriso il passo può essere anche breve. Il direttore d’orchestra Duke Ellington, giusto per rimanere in tema musicale, diceva che ci sono due regole nella vita: la prima è non mollare mai, la seconda è ricordarsi la regola numero 1. Carlos Sainz, evidentemente, le ricorda molto bene entrambe.

Vasseur: "Weekend perfetto, continuiamo così"


1 di 5

Avanti
  • Link copiato

Commenti

Leggi autosprint su tutti i tuoi dispositivi