Melbourne è stata solo un passo falso: Verstappen si rifà subito su una pista che ama e Perez completa la terza doppietta in 4 GP per la Red Bull. Ottima la Ferrari, sia con Sainz che con Leclerc, e si distingue pure Tsunoda; bocciati invece Hamilton, Stroll e Sargeant
C’è un’immagine abbastanza emblematica che fa male, catturata da un fotografo che si era appostato nel punto esatto in cui la pista di Suzuka si incrocia per formare l’”8”: sotto il ponte c’è Max, sopra c’è lui. Più o meno un distacco che si avvicina al minuto, tanto che infatti sul traguardo arriva a 48” dall’olandese. Insomma, non una grande domenica, considerando che partiva due posizioni davanti a Russell ma gli arriva alla fine due posizioni dietro. Signorile comunque la scelta di dare strada a George: aveva capito che non ne aveva e non si è voluto intestardire.
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Quando a Suzuka ti fai fregare in Q1, il giorno dopo o succede un cataclisma oppure ti sei già bruciato una bella fetta di gara. E infatti non riesce nella risalita alla top 10 (partiva 16° al primo via e 15° al secondo) nonostante ci sia un abisso tra le prime cinque scuderie (e lui guida una di queste macchine) e le altre cinque, se è vero che tra Hamilton e Tsunoda, rispettivamente 9° e 10°, ci sono 48” di distacco. Bocciatura senza appello.
Due volte a muro in tre giorni: a Melbourne eticamente il team non ha fatto una bella scelta, ma poi non ci si chieda perché con un solo telaio alla fine in Williams si preferisca darlo ad Albon (che pure a Suzuka immacolato non è). Speriamo solo che l’Australia non abbia lasciato scorie: già è in una situazione complicata per quanto riguarda il rinnovo, certi pensieri renderebbero solamente più difficile la situazione. Purtroppo, eccezion fatta per la toccata al via tra Ricciardo e Albon, è l’unico che commette un errore grossolano nella domenica giapponese.
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